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Si risolve il contenzioso tra Adrien Brody e il produttore di “Giallo” di Dario Argento

25 Gennaio 2011
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29/03/2024

Negli ultimi mesi del 2010 ci è stata un po' di bufera durante la lavorazione del film "Giallo", ultimo thriller di Dario Argento, poichè non è stato rispettato il cachet di Adrien Brody come da contratto.

L’ultimo film di Dario Argento, intitolato “Giallo” non ha avuto vita facile, sia in fase di lavorazione che in fase di distribuzione.
Infatti si sono verificati diversi problemi produttivi, che sono diventati ancora più grandi, poiché era coinvolto un attore di notevole importanza internazionale come Adrien Brody.
All’attore è stato proposto un contratto “pay or play”, che prevede l’ingaggio dell’artista all’interno di una sola produzione in esclusiva per tutto il periodo del film. Ma, Brody, dopo una settimana di riprese, si è accorto che “Giallo” non navigava in buone acque e si è reso conto che il suo cachet prestabilito nel contratto non sarebbe stato pagato.
Così l’attore americano non ha avuto altra scelta di agire legalmente contro la produzione del film, richiedendo un risarcimento di ben tre milioni di dollari e ostacolando l’uscita del dvd del film in Italia, prevista per il 21 Ottobre.
Il contenzioso tra Adrien Brody e il produttore Richard Rionda Del Castro, e’ stato però recentemente risolto. Lo rende noto Dall’Angelo Pictures, in qualita’ di distributore per l’Italia del film uscito poi a novembre in DVD e Blu-ray.
Le parti hanno raggiunto una soluzione amichevole – dice la Dall’Angelo in una nota – come si evince dalla comunicazione arrivata dai legali dell’attore americano’‘.
Si sa che un film con anche un solo nome importante ha più speranze di sbancare il botteghino, ma è meglio non fare false promesse che portano inevitabilmente a conseguenze.
Tutti sappiamo che le star di Hollywood difficilmente accettano un lavoro per amicizia o beneficenza e i loro cachet non sono proprio esigui, normali magari in America, ma nel nostro paese in crisi ormai da anni è davvero un azzardo.

Letizia Rogolino

© Riproduzione Riservata
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