È il tema del convegno nazionale annuale che la Società italiana di economia agraria (Sidea) terrà il 29 (dalle 15.30) e 30 settembre nell’aula 1 del polo economico dell’Università di Udine, in via Tomadini 30/a. L’appuntamento, giunto alla 48° edizione e organizzato con il dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’ateneo, riunirà oltre 150 economisti agrari provenienti da tutta Italia e dall’estero. Un evento che coinvolge anche professionisti, imprenditori e decisori istituzionali legati al mondo rurale ed agroalimentare. In apertura di lavori porteranno i saluti la preside della facoltà di Economia, Marina Brollo, e la presidente della Sidea, Giuseppina Carrà.
Venerdì 30, alle 11.30, il convegno propone una tavola rotonda sul tema “L’identità nazionale attraverso le produzioni agro-alimentari 150 anni dopo l’Unità”. Ne discuteranno, tra gli altri, l’assessore regionale alla Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino; il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, già ministro delle Politiche Agricole e Forestali; il vicepresidente Coop Consumatori Nordest, Roberto Sgavetta; il presidente del Metadistretto Alimentare del Veneto, Michele Bauli, ed Emil Erjavec, docente di Economia agraria all’Università di Lubiana. Modererà Giovanni Federico, professore di Storia economica all’Università di Pisa.
«Affrontare in questo momento il tema della definizione di un modello agroalimentare europeo – spiega Francesco Marangon, presidente del comitato organizzatore del convegno – è di particolare rilevanza non solo per il contesto nazionale ma anche per quello internazionale. Nel primo caso – prosegue il professore – ci stiamo confrontando, ad esempio, con i primi risultati del recente Censimento dell’agricoltura che denota un processo di concentrazione dei terreni agricoli e degli allevamenti in un numero sensibilmente ridotto di aziende».
Sul versante internazionale, prosegue Marangon, «la prospettata riforma della Politica agraria comunitaria dopo il 2013 apre ad uno spazio di profondo ripensamento delle azioni pubbliche per il settore primario che dovranno porre notevole attenzione sia alle nuove esigenze delle economie europee sia ai profondi cambiamenti nei rapporti tra sistemi economici a livello planetario». Il convegno annuale degli economisti agrari italiani, sottolinea Marangon, «vuole ancora una volta porre in evidenza il ruolo cruciale che la ricerca scientifica può svolgere nel supportare la sostenibilità di questi epocali processi di cambiamento».