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“MASSACRATECI TUTTI”

Redazione Controcampus 11 Ottobre 2011
R. C.
15/12/2024

MASSACRATECI TUTTI è un progetto editoriale che ha la pretesa di RACCONTARE LA STORIA, quella vera, direttamente dalla voce di chi in prima persona vive le contraddizioni di questo tempo.

Raccoglieremo le storie di chiunque voglia raccontarci la sua esperienza legata alle situazioni più disparate (lavoro, università, sanità, servizi, diritti non riconosciuti, etc etc). Le storie (potranno essere scritte anche in anonimato) faranno parte di un libro che denuncerà lo stato attuale, un libro che non parlerà di numeri ma che racconterà delle situazioni vere che persone normali, da nord a sud, hanno vissuto e continuano a vivere. Un libro che donerà la voce a chi non la ha e che invece cerca un modo per poter urlare la propria indignazione quotidiana.

I VOSTRI RACCONTI SARANNO UTILIZZATI(INTEGRALMENTE O IN PARTE, anche in forma anonima) per realizzare un libro che racconterà quello che sta realmente succedendo senza filtri ne mezze misure. Molti di voi hanno già iniziato a scrivere, aspetto il resto dell’esercito degli invisibili.
L’e-mail a cui spedire le vostre storie(anche anonime) è: [email protected]!

MASSACRATECI TUTTI… non è una richiesta è un dato di fatto! Massacrateci tutti è quello che vi chiediamo per concludere il vostro egregio lavoro su questa generazione di bamboccioni che non aspettano altro che diventare grandi. Massacrateci tutti è un principio di autofagocitamento che stiamo attuando senza esserne consapevoli. Ecco perchè vi chiedo di inviarmi le vostre esperienze, quelle che nessuno racconta…perchè le nostre storie possano scrivere una parte di storia.. quella in cui cercavano di toglierci la dignità.

PREFAZIONE di Nancy Citro

Esiste una sottilissima linea di confine tra la dignità e la sopravvivenza, a volte non possono coesistere entrambe, si sopravvive spesso senza dignità. È l’unico modo.
Come in questo posto, qui tutto è indegno. Non si tratta di ciò che facciamo inconsapevolmente o di ciò che decidiamo di fare, il virus è ormai dentro ognuno di noi. Si è insinuato gradualmente, lo abbiamo fatto entrare nelle nostre coscienze spalancandogli le porte all’urlo sommesso di una parola: rassegnazione. La sensazione è quella di essere legati da un filo comune che chiamiamo sistema. Tutto ormai è giustificato dall’inutilità delle nostre azioni e questo, nostro malgrado, ci ha portato a non agire più. Arranchiamo semplicemente pensando al nostro microscopico orticello, nell’attesa che qualcuno prima o poi lo annaffi, ma ciò non avverrà, lo sappiamo bene.
Così ci vendiamo ai più forti, a chi in qualche modo paventa la possibilità di realizzare questo sogno o quell’altro. In realtà anche ciò che un tempo definivamo sogno adesso acquista un significato diverso. Adesso il sogno è la tranquillità di poter vivere e non sopravvivere; il sogno è una casa in cui poter costruire una famiglia, addirittura con dei figli; il sogno è un futuro; il sogno è poter esprimere il proprio pensiero sapendo che c’è qualcuno che lo prenderà in considerazione; il sogno è avere gli strumenti per poter leggere la verità, quella profonda, quella autentica, quella che ci riguarda e che abbiamo il diritto di conoscere. Ma questo è un sogno, parliamo della realtà.
La realtà ormai da diversi anni ci vede complici di un sistema che, prima ancora del materiale, ha puntato qualcosa di ancora più importante: la stabilità.
Ed ecco che in un batter d’occhio ci siamo ritrovati a definirci fortunati perché qualcuno ci ha fatto il favore di farci lavorare. Non importa come, non importa quello che ci chiedono in cambio: l’importante è avere uno straccio di impiego a cui aggrapparsi, illudendosi che forse le cose così male non vanno. Un esercito di uomini e donne iperspecializzati si ritrova a ricoprire i più disparati ruoli, tutelati da un contratto che di tutela ha ben poco. Una vita a progetto, anni di contratti a progetto, dove di flessibile ormai è rimasta solo la spada di Damocle che oscilla sulle nostre teste, anche queste a scadenza mensile. Dietro di noi una fila di altrettanti ultraspecializzati che aspettano che uno scatto di dignità prenda l’uno o l’altro; quella dignità che ci farebbe alzare la testa per un tempo sufficiente a recriminare i nostri diritti. Ma nessuno lo fa. Quando il pallottoliere è pieno di numeri perché sottostare alle anacronistiche pretese di un
collaboratore che chiede solo che gli sia riconosciuto ciò che è giusto per la sua professionalità.
Abbiamo imparato la lezione guardandoci intorno, siamo stati egregiamente ammaestrati con l’esempio di chi, prima di noi, ci ha provato a dare quello scatto di reni e che si è ritrovato dignitosamente senza lavoro. L’esercito degli invisibili si ingrossa vistosamente e così che ci muoviamo senza identità, d’altronde in cosa dovremmo riconoscerci? Dei fantasmi che improvvisamente prendono corpo quando diventano numeri, quando diventano voti, quando diventano aghi di una bilancia su cui pesare interessi poco comuni e molto personali. Non si tratta di politici, di partiti, di colori. Un tempo si scendeva in piazza dietro bandiere a cui si dava credibilità, un tempo ci si affidava a personaggi che davano prova della propria coerenza senza ma e senza sé. Un tempo …
La nostra personale disfatta, quella che accomuna l’esercito degli invisibili, è la consapevolezza che oggi non è rimasto nulla di quel tempo, le parole sono campagne politiche costanti e le promesse disilluse da azioni quotidiane che rappresentano lo specchio nel quale ci riflettiamo tutti i giorni. E sono quelle stesse promesse che non ci fanno più indignare, alle quali reagiamo con un sorriso amaro, sicuri che sarà l’ennesima presa in giro. Fermi,bloccati in una ristagnante rassegnazione. Nessun impeto ci fa urlare lo sdegno di essere spettatori della più grande farsa della nostra vita che purtroppo la condiziona nel profondo. E’ impossibile vivere tutti i giorni con un senso di imbarazzo per il luogo che ci rappresenta, così abbiamo iniziato a prenderne le distanze; abbiamo pian piano distrutto quel poco che ci era rimasto. Nel giro di pochi anni il bel paese è diventato meno bello di quello che si cerca, senza successo e credibilità, di far passare dentro e
fuori
la penisola.
Da tempo abbiamo anche smesso di farci domande, inutile se si conoscono già tutte le risposte. È come una lacerazione, più la tocchi e più la pelle si irrita, è meglio lasciarla in pace. Ciò che proprio non possiamo permetterci è “sfruculiare” la ferita perché, se la carne diventasse rossa, la vista del sangue ci imporrebbe di agire e noi sappiamo bene che in questo posto non è più tempo di mezze misure. E allora che fai? Agisci? No. Ci si mette una bella benda sopra la ferita e si sopporta il dolore, stringendo i denti ad ogni pulsione della carne che, sotto la benda, continua a rimanere aperta. Ci sono quelli, però, che la benda proprio non ce la fanno a metterla, magari ci hanno anche provato, ma la frustrazione di una ferita aperta non la sopportano, così decidono di andare via. Fuga dei cervelli? Dovremmo andar via tutti se solo guardassimo ciò che succede fuori dalla nostra penisola, ma non in cerca dell’America, solo del riconoscimento di ciò che si
amo e
di ciò che potremmo diventare. C’è chi dice : “è troppo facile”, in realtà è molto più difficile andar via, lasciarsi tutto alle spalle, affetti, relazioni, ricordi. Ci costringono a barattare il nostro passato con un futuro, non migliore, semplicemente futuro.

E poi, lontano, sprofondato su una poltrona di raso rosso, consumato dal tempo, c’è il Sud (to be continued …)

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto