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Unipr: “Cesure e continuità nelle vicende dello Stato”

14 Novembre 2011
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20/04/2024

Mercoledì 16 novembre, alle ore 15, presso l’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Ateneo (Via Università 12), si terrà l’incontro di studio “Cesure e continuità nelle vicende dello Stato”, in occasione del quale, alla presenza dell’autore, sarà presentato il volume di Sabino Cassese “Lo Stato fascista” (Il Mulino, 2010).

All’incontro, dopo i saluti del Rettore Gino Ferretti e della Preside della Facoltà di Giurisprudenza Laura Pineschi, interverranno, oltre all’autore Sabino Cassese, giudice della Corte Costituzionale, Antonio D’Aloia, Università di Parma, Leonardo Ferrara, Università di Firenze, e Claudio Cressati, Università di Udine. Presiederà l’incontro Fabio Merusi (Università di Pisa).

Sabino Cassese è giudice della Corte Costituzionale ed è, attualmente, uno dei massimi studiosi italiani sullo Stato.

Nel suo ultimo libro “Lo Stato fascista”, egli sostiene l’idea della continuità non solo fra lo Stato liberale e quello fascista, ma anche fra quest’ultimo e quello repubblicano. Purtroppo, a leggere il saggio, si ha l’ennesima conferma – come ricorda Cassese – che «ogni generazione riscrive la storia, evidentemente alla luce di nuovi problemi»; e che Croce aveva sbagliato quando definì il fascismo solo una «parentesi» nella storia d’Italia.

Il volume, nell’analizzare la cultura giuridica e le istituzioni del fascismo, conferma invece che esso non solo preservò istituti, leggi e costumi del precedente stato liberale monarchico, ma che trasmise quel corpus normativo, modificato e ampliato, all’epoca successiva. Non fu dunque uno Stato totalitario, ma dette vita, piuttosto, a un assetto ad indole autoritaria, di stampo cesarista. Ragionare sulla natura dello Stato fascista, dunque, comporta riflessi anche sull’oggi, per l’eredità che il fascismo ha lasciato allo Stato repubblicano. A propiziare l’assunzione di eredità prefasciste da parte dei giuristi del ventennio contribuì il vuoto nel quale, sulle orme dello Statuto Albertino, versavano temi di grande rilevanza civile, quali per esempio la libertà di stampa e di associazione. Non meno persistenti lungo i decenni successivi alla Liberazione sarebbero stati i “lasciti” della legislazione fascista, specie prima che entrasse in funzione la Corte Costituzionale.

Di recente, il 5 novembre scorso, Sabino Cassese ha ribadito la presenza di tratti persistenti di debolezza dello Stato italiano, dovuti in parte all’eredità fascista, nel cenacolo bolognese del Mulino, per la tradizionale Lettura annuale, tenuta dinnanzi allo stato maggiore della Banca d’Italia e all’ex premier Romano Prodi.

L’incontro, che si colloca nel corso di Istituzioni di diritto pubblico tenuto dalla Prof.ssa Monica Cocconi, consente l’acquisizione di tre crediti formativi per gli avvocati.

© Riproduzione Riservata
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