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L’Università di Milano-Bicocca fa poker

19 Dicembre 2011
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09/11/2024

Quasi tre milioni di euro di finanziamento.

È l’importo concesso alcuni gironi fa dal ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica all’Università di Milano-Bicocca per finanziare quattro progetti di ricerca presentati in risposta al bando PON (Programma Operativo Nazionale) “Ricerca e Competitività 2007-2013” Regioni convergenza ai quali l’Ateneo partecipa in qualità di partner.
Per la precisione, il ministero ha assegnato all’Università 2.758.151,50 euro, finanziando complessivamente i progetti per un importo di 32 milioni di euro, a fronte di un costo complessivo dei programmi di poco superiore ai 43 milioni di euro.
Tre gli ambiti di ricerca nei quali si sviluppano i progetti: life science, ambiente e information technology. Ciascun progetto avrà una durata complessiva di 36 mesi e prevede lo svolgimento di parte delle attività di ricerca nelle quattro regioni.

«Siamo molto soddisfatti di questo importante risultato – dice Francesco Archetti, delegato del Rettore alla Ricerca e Innovazione – perché non è solo il riconoscimento dell’eccellenza scientifica e della capacità progettuale dell’Università di Milano-Bicocca, ma è soprattutto la testimonianza del ruolo del nostro Ateneo come snodo di reti di aziende e di enti pubblici che collaborano con l’università a sostegno delle proprie strategie tecnologiche e organizzative. La rete della ricerca universitaria, nonostante spesso venga criticata per eccessiva frammentazione, dimostra così di sapersi esprimere su progetti concreti mettendo a sistema le competenze scientifiche dell’intero paese».

Dall’e-government alla giustizia passando per l’ambiente e le nanotecnologie antitumorali
«Si tratta di progetti con un’elevata complessità amministrativa – prosegue Archetti – per molti aspetti, e penso alla rendicontazione e alla numerosità dei partner coinvolti, superiore anche ai bandi di ricerca dell’Unione Europea. In questo tipo di iniziative il ruolo dell’industria trainante e dà l’impronta a tutta la fase organizzativa. L’obiettivo del finanziamento stato centrato anche grazie al ruolo proattivo svolto dalle strutture amministrative di ricerca dell’Ateneo».

Il progetto SMART (Services & Meta-services for smART eGovernment) coordinato dal professor Carlo Batini del dipartimento di Informatica sistemistica e comunicazione, ha l’obiettivo di sviluppare metodologie, tecnologie e strumenti per il progetto e l’erogazione di servizi. Nelle moderne economie dei paesi sviluppati, l’economia dei servizi copre circa il 70-80 per cento del prodotto interno lordo. Un servizio è visto come uno scambio, in genere immateriale, tra un produttore (il provider del servizio) e un utente finale. In questo scambio, se il servizio è ben progettato e pensato, per entrambi viene generato valore, e uno degli strumenti per generare valore consiste nell’utilizzare le tecnologie ICT. Pensiamo alla prenotazione di un posto sul treno, che può comportare l’esigenza di prenotare un taxi, modificare automaticamente la prenotazione di un secondo mezzo di trasporto in caso di ritardo del primo, dare un consiglio sulla coda più breve al controllo passaporto, fare la traccia dei bagagli, tutto ciò interagendo con un terminale mobile e acquisendo e scambiando informazioni con la tecnologia ICT chiamata sempre più spesso Internet delle cose (Internet of things). In questo esempio il servizio viene alla fine visto non come una semplice prenotazione, ma come la sequenza di esperienze e necessità che l’utente vive nel corso del viaggio. SMART considera tutti gli attori coinvolti nella progettazione e erogazione di servizi, i provider pubblici (le Pubbliche amministrazioni) e privati, e fornisce metodi e strumenti per generare servizi con elevata qualità e che ottimizzano il valore d’uso del servizio per l’utente, il valore di scambio per il provider, il valore sociale per la Pubblica Amministrazione.
Tra i partner coinvolti, Future Space, Halley Sud-Est e Ancitel, la rete dei comuni italiani. Costo totale 9.489.200 euro.

Punta dritto al cuore della giustizia il progetto eJRM (responsabile scientifico la professoressa Enza Messina del dipartimento di Informatica sistemistica e comunicazione). Il progetto propone di ideare, realizzare e sperimentare modalità virtuali innovative di gestione delle relazioni tra il Cittadino e il “Sistema Giustizia”.
L’obiettivo è quindi lo sviluppo di una Piattaforma Informatica, specializzata in processi on-line, per la gestione delle attività connesse allo svolgimento di alcune tipologie di controversie giuridiche. Tra queste “self-litigation” ed “e-mediation”, che offrono al comune cittadino la possibilità di classificare (Case Discovery), formalizzare (Case Definition) e risolvere (Case Resolution) un contenzioso, eventualmente ricorrendo ad assistenti, reali o virtuali, che possono guidare le parti per il raggiungimento di un accordo soddisfacente.
Sei partner (Bv Tech, Elsag Datamat, Italdata, Siline Skylines, Università degli Studi di Salerno – Dip. DIIMA, Università della Calabria), 10.505.000 euro il costo totale.

Il tema delle cellule tumorali circolanti (CTC) ha assunto di recente grande rilevanza in relazione al processo di crescita tumorale e disseminazione metastatica. Numerosi studi clinici hanno infatti dimostrato che la presenza di CTC nel sangue si associa ad uno stadio di malattia più avanzato e ad una ridotta sopravvivenza dei pazienti oncologici.
Il progetto Nuove strategie nanotecnologiche per la messa a punto di farmaci e presidi diagnostici diretti verso cellule cancerose circolanti, del quale è responsabile scientifica la professoressa Marialuisa Lavitrano del dipartimento di Scienze chirurgiche, si propone, attraverso lo sviluppo di un dispositivo nanostrutturato che combini proprietà analitiche e preparative, di isolare CTC dal sangue di pazienti affetti da tumori epiteliali ed ematologici, di sviluppare protocolli per l’espansione ex-vivo di queste cellule e di effettuare una caratterizzazione molecolare completa al fine di definirne in maniera chiara i profili mutazionali, trascrizionali e proteomici. Ciò porterà da un lato allo sviluppo di kit diagnostici e dall’ altro all’identificazione di nuovi bersagli molecolari che potenzialmente potranno essere target di strumenti terapeutici innovativi per il trattamento mirato del cancro.
Undici i partner del progetto (Biogem, Areta International, CalMED, Ceinge biotecnologie Avanzate, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia, Istituto Superiore di Oncologia –ISO, Italsistemi, Stazione Zoologica Anthon Dohrn, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro) che ha un costo complessivo di 10.692.500 euro.

Il progetto SNIFF (Sensor Network Infrastructure For Factors) ha come obiettivo la progettazione, la realizzazione, la sperimentazione e la validazione di un sistema innovativo basato su una rete infrastrutturale costituita da nuovi sensori che permettano il superamento dei vincoli e dei limiti dei sistemi attuali e che siano installabili su postazioni sia fisse sia mobili (a bordo di mezzi terrestri e di Unmanned Aerial Vehicles). A partire dall’acquisizione dei valori medi dell’inquinamento diffuso in atmosfera, il nuovo sistema consentirà di individuare, misurare, quantificare, monitorare e rappresentare la pressione esercitata da singole sorgenti (centrali elettriche, porti, aeroporti, impianti industriali) presenti sul territorio. La ricerca comprenderà l’implementazione di un modello matematico per la misura certificata del carico ambientale emesso da ciascuna sorgente e di un modello per la previsione del livello di inquinamento nel breve, medio e lungo periodo.
SNIFF, coordinato dal professor Demetrio Pitea del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio, intende fornire alle amministrazioni locali un nuovo strumento per individuare chi, come, quando e quanto inquina, dando anche gli elementi utili per consentire una associazione economica conforme al principio europeo ‘chi inquina, paga’. Allo stesso tempo, il sistema fornirà gli strumenti per effettuare corrette verifiche a tutela sia di aziende sospettate di essere causa di inquinamento sia di aziende che desiderano avviare un ciclo di miglioramento delle proprie performance ambientali.
Dodici i partner del progetto (Vitrociset; CIRPS; CID Software Studio; CRATI; Università degli Studi di Catania; Università degli Studi di Milano Bicocca; Laboratorio Tevere; ITALDATA; IIA-CNR; AKREA; Università degli Studi di Roma Tor Vergata; GEO LAB) che ha un costo totale di 17.633.525 euro.

© Riproduzione Riservata
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