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ALBERT EINSTEIN, L’EQUAZIONE DEL TEMPO E LE COORDINATE ASTRONOMICHE

Redazione Controcampus 13 Marzo 2012
R. C.
14/05/2024

Una delle cose più importanti che l’osservatore astronomico deve fare nel corso delle sue osservazioni notturne consiste nell’indicare con estrema precisione l’esatta posizione dell’astro che sta studiando.

Il luogo del cielo in cui appare una cometa o il punto da cui sembra cadere un Bolide o provenire una stella cadente devono, infatti, essere indicati senza equivoci ed in un “codice” che metta d’accordo tutti gli astronomi ed astrofili.

Poiché poi la posizione apparente delle stelle nel cielo muta di ora in ora e di stagione in stagione, a causa dei complicati moti della Terra, è anche necessario che questo “codice” prescinda da tali movimenti e sia indipendente da essi fornendo dati invariabili nel tempo.

Per questo motivo è conveniente parlare della Terra come se fosse circondata da una “Sfera Celeste” il cui centro coincide con quello della Terra; i diversi oggetti nel cielo possono così essere posizionati ed individuati facilmente su questa sfera immaginaria e, mediante un sistema di coordinate astronomiche universale, possono essere individuati con precisione da tutti gli osservatori della Terra.

Se osserviamo il cielo in una notte senza nubi stando su un’ampia pianura o in riva al mare, infatti, esso ci appare come una grande cupola, o come la parte di una sfera al centro della quale si trova l’osservatore e nella quale si proiettano il Sole, la Luna, le stelle e tutti i corpi celesti. Questa cupola semisferica immaginaria viene chiamata “Volta Celeste”.

Se la Terra fosse trasparente la “Volta Celeste” apparirebbe come una sfera completa: la “Sfera Celeste”.

La direzione dell’asse terrestre proietta nella sfera celeste due punti: il Polo Nord Celeste e il Polo Sud Celeste. Il piano dell’Equatore Terrestre interseca la Sfera Celeste secondo un circolo massimo detto “Equatore Celeste”.

L’Orizzonte Celeste, invece, è quel piano sempre parallelo all’Orizzonte apparente (l’ Orizzonte apparente è quel piano tangente alla superficie della Terra nel punto di osservazione) che passa per il centro della Terra.

Tutti i corpi celesti sembrano muoversi sulla Sfera Celeste  da oriente ad occidente come se questa ruotasse attorno al suo Polo Celeste o, meglio, attorno al suo asse PNC – PSC ( Polo Nord Celeste – Polo Sud Celeste ) detto Asse del Mondo. Ma in verità è la Terra che, al centro della Sfera Celeste, ruota attorno al suo asse PN – PS (Polo Nord – Polo Sud) in senso antiorario, per un osservatore in piedi sul Polo Nord e, per la relatività del moto, lo stesso osservatore vede ruotare la sfera celeste in senso opposto.

Se osservassimo, infatti, con molta attenzione il moto del Sole durante il giorno o quello delle stelle durante la notte, vedremmo che questi astri si muovono sulla sfera celeste lungo cerchi che sembrano avere i loro centri disposti tutti sull’Asse del Mondo.

Quest’asse, che è sempre parallelo all’asse di rotazione terrestre, è inclinato rispetto all’orizzonte di un angolo che è pari a quello della latitudine del luogo.

Stelle e Costellazioni, dunque, sembrano muoversi nel cielo nel corso della notte e noi oggi sappiamo che il moto delle stelle nella Volta Celeste è dovuto al moto che la Terra compie attorno al proprio asse.

Il panorama stellare però non cambia solamente nelle ore notturne ma esiste anche un cambiamento dovuto al mutare delle stagioni.

In 365 giorni e un quarto, infatti, la Terra fa un giro completo intorno al Sole per cui il lato buio del nostro pianeta è proiettato in direzioni diverse del cielo.

Per fortuna, se anche le stelle sembrano muoversi lentamente nel cielo esse mantengono sempre la stessa posizione le une rispetto alle altre e, per questo motivo, le diverse costellazioni sono sempre riconoscibili.

Ecco perché le stelle vennero chiamate stelle fisse fin dai tempi antichi: si credeva allora che le stelle stessero tutte su un’enorme sfera di cristallo che ruotava lentamente intorno al nostro pianeta.

In conclusione, quindi, tutti gli astri ruotano, sia di giorno che di notte, attorno ad un asse immaginario, detto Asse del Mondo, che è inclinato, appunto, sull’orizzonte di un angolo pari a quello della latitudine del luogo.

La posizione di un astro nella Sfera Celeste, dunque, è determinabile dalle coordinate dell’astro (coordinate astronomiche) e dall’istante (unità di tempo) in cui viene effettuata l’osservazione.

Oltre alle coordinate geometriche astronomiche che indicano la direzione del cielo in cui si trova l’oggetto celeste, è necessaria, dunque, una terza coordinata, quella temporale, della quale è necessario definire l’unità di misura.

Sin dalla più remota antichità, il quotidiano moto degli astri, del Sole e della Luna ha rappresentato per l’uomo un mezzo pratico e sicuro per misurare il trascorrere del tempo.

Ed è praticamente scontato che l’unità di misura del tempo, che misura un determinato intervallo di tempo tra due o più eventi e che in fisica fornisce un sistema di riferimento (cioè un insieme di coordinate) in cui possono essere ordinati gli eventi, venga  scelta facendo riferimento ad un determinato moto ciclico che si ripete periodicamente.

Ed, infatti, sul periodico moto di rotazione del nostro pianeta e di quello di rivoluzione dello stesso intorno alla nostra stella (trascorrere delle stagioni), è basato tutto il sistema di funzionamento dei nostri orologi e l’intera struttura del nostro calendario.

Ma il valore del tempo e della sua unità di misura, tradotto in forma matematica, essendo strettamente legato alle numerose irregolarità del moto di rotazione terrestre, determina la necessità di legare l’unità di misura del tempo utilizzata alle varie longitudini terrestri. Da ciò ne consegue che il valore del tempo così determinato è un valore esclusivamente legato al luogo della Terra in cui avviene la misurazione.

Ora, poiché le esigenze della vita quotidiana impongono una definizione più generalizzata ed universale della nozione di tempo, il globo terrestre è stato suddiviso in 24 fusi di un ora ciascuna (i fusi orari) e all’interno di ciascuno di essi si assume uno stesso valore del tempo: il tempo legale.

Il tempo legale del meridiano di riferimento, il Meridiano di Greenwich, prende il nome di “Tempo Universale”, ovvero “TU”: esso è il tempo solare medio locale di Greenwich (che si trova in Inghilterra) e che è anch’esso affetto da tutte quelle fluttuazioni rotazionali a cui abbiamo accennato prima.

Per ovviare all’incertezza dovuta a queste fluttuazioni, dal 1960 è stato adottato, in luogo del TU di Greenwich, il “Tempo delle Effemeridi”, detto anche “TE”, che si basa sull’annuale moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole.

A differenza del precedente TU, il TE scorre in maniera uniforme presentando, rispetto al precedente, soltanto uno scarto di qualche secondo. Poiché, però, questo scarto viene pubblicato regolarmente all’inizio di ogni anno negli annuari astronomici, il problema è risolto.

Cosa ben diversa è la cosiddetta “Equazione del Tempo” che altro non è che la differenza tra il tempo solare vero, che non è uniforme perché il nostro Sole si muove con velocità variabile sull’eclittica e perché il suo moto in longitudine (chiamato “ascensione retta”) non si misura sull’eclittica bensì sull’Equatore Celeste, ed il tempo solare medio calcolato nel corso dell’anno.

Questa equazione presenta ogni anno due massimi in Maggio e Novembre e due minimi in Febbraio e Luglio. Ne consegue che il mezzogiorno medio coincide con il mezzogiorno vero soltanto quattro giorni l’anno: il 16 Aprile, il 14 Giugno, il 1° Settembre e il 24 Dicembre.

Lo studio del tempo rappresenta un settore di grande fascino e rilevanza scientifica. Uno dei più grandi misteri della scienza, infatti, è dato dalla “direzionalità del tempo” ovvero dalla distinzione tra passato e futuro.

E’ cosa  decisamente rilevante, infatti, che, benché il nostro sistema temporale definisca una “Freccia del Tempo”, nelle leggi della fisica conosciuta non ci sia nulla che faccia pensare che il tempo scorra effettivamente dal passato al futuro passando per il presente.

Né la meccanica celeste, né la moderna meccanica quantistica, infatti, distinguono, in fisica, tra
passato e futuro come vorrebbe la teoria della “Freccia del Tempo”, appunto.

Per spiegare meglio il concetto è sufficiente considerare che tanto Aristotele quanto Newton hanno creduto che si potesse misurare con precisione l’intervallo di tempo fra due eventi e che questo tempo sarebbe stato lo stesso per chiunque lo avesse misurato, purché avesse usato un buon orologio!

Il tempo era, quindi, completamente separato dallo spazio ed era anche da esso completamente indipendente.

Le idee sullo spazio e sul tempo, però, erano destinate a mutare radicalmente con Einstein.

In altri termini, la Teoria della Relatività mise fine all’idea del tempo assoluto.

Spazio e tempo cessarono di essere entità separate e diventarono un tutt’uno: parte di una stessa dimensione chiamata, appunto, “Dimensione spazio-tempo”.

“Le leggi secondo le quali i corpi solidi si dispongono nello spazio” scrive lo stesso Einstein nel suo libro Come io vedo il mondo – La Teoria della Relatività, 2002 Grandi Tascabili Economici Newton, a pag. 78, “non concordano esattamente con le leggi spaziali della geometria euclidea. E’ ciò che si vuol dire quando si parla della curvatura dello spazio… Il comportamento dei corpi e la marcia degli orologi dipendono piuttosto dai campi di gravitazione, i quali, a loro volta, sono prodotti dalla materia…”.

In sostanza, Einstein sostiene che la geometria dello spazio-tempo sia curva, anziché piatta come quella euclidea.

Egli ebbe la geniale intuizione che la massa dei corpi, insieme all’energia, “distorcono” lo spazio-tempo; anche se in modi ancora non del tutto chiari.

Da ciò consegue che corpi celesti come i pianeti, in realtà, si muoverebbero lungo traiettorie diritte e rettilinee, ma poiché tali traiettorie sono incurvate dal campo gravitazionale (cioè dalla massa ) del Sole che curva, appunto, lo spazio-tempo, essi sembrerebbero muoversi, invece, lungo traiettorie curve e circolari. Le orbite dei pianeti, infatti, sono ellittiche.

“La nuova teoria della gravitazione”, scrive ancora Einstein a pag. 78 e ss del suo libro, “ s’allontana notevolmente, per quanto riguarda i principi, dalla teoria di Newton; ma i suoi risultati pratici concordano così da vicino con quelli di questa teoria che è difficile trovare sperimentalmente prove di differenze sensibili”.

In conclusione, l’orologio è stato inventato per misurare con precisione il giorno solare, ma mentre nella vita quotidiana la scansione del tempo in passato, presente e futuro ha un significato ben preciso, in fisica il tempo è soltanto quell’unità che misura l’intervallo tra due eventi.

Riusciremo, un giorno, a svelare i misteri relativi alle incognite del tempo?

Questo io non lo so, ma so per certo che se un giorno fosse possibile viaggiare lungo la Freccia del Tempo, io sarei disposta a cedere tutti i miei averi pur di poter viaggiare nel tempo…

 

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto