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Tra difficoltà ed errori Ministeriali, superare il quiz del Tfa è possibile

Redazione Controcampus 12 Agosto 2012
R. C.
10/10/2024

Il primo step delle prove di ammissione al Tfa si è conclusa da poche settimane ma ancora tanta è l’ansia che attanaglia tutti coloro che sperano di rientrare negli ammessi al corso di formazione che porterebbe poi all’insegnamento sicuro.

In attesa che inizi la seconda prova d’ammissione (che si svolgerà in giorni diversi, a descrizione delle università, differentemente da quanto accaduto per la prima prova) ci siamo concessi una chiacchierata con Agostino, ventiseienne laureato in filosofia, che ha superato la prima prova del Tfa della classe di concorso A037.Un dialogo interessante che si è soffermato soprattutto sulle speranze e le difficoltà riscontrate dai ragazzi che ripongono in questo corso di formazione le ultime speranze di poter diventare insegnanti. Non sono state tralasciate, giustamente, anche alcune critiche rivolte al Ministero per la scarsa attenzione posta nella stesura dei quiz della prima prova e tanti dubbi sono stati sollevati sul sistema di selezione scelto da Profumo, per selezionare la futura classe d’insegnanti

1) Agostino, per quale classe di concorso hai provato l’accesso al Tfa e come mai hai scelto di tentarli a Modena anche se sei campano? Cosa ti ha spinto a non prendere in considerazione Salerno e Napoli?

Con una laurea specialistica in filosofia e 36 CFU ottenuti nelle varie discipline storiche, l’unica classe di concorso a cui ho la possibilità di accedere è la A037, quella appunto relativa all’insegnamento della storia e della filosofia nei licei. Perché ho scelto Modena? In tutta sincerità: per il semplice fatto che quella mi è sembrata l’Università dove il rapporto tra partecipanti al test preselettivo e posti disponibili fosse più vantaggioso che in altre. Basta pensare che nella sola Emilia, per la mia classe di concorso, il Ministero ha annunciato la disponibilità di ben 100 posti, a fronte dei quali i 25 indicati in Campania (tutti peraltro alla Federico II di Napoli, e nemmeno uno a Salerno) sono obiettivamente troppo pochi. E adesso, col senno di poi, posso dire di aver fatto un’ottima scelta.

2) Che metodologia di studio hai adottato per arrivare preparato alla prova?

In mancanza di indicazioni precise da parte del Ministero sugli argomenti che sarebbero stati affrontati nei test, mi sono trovato in qualche modo costretto a ripassare a grandi linee gli interi programmi di storia e filosofia studiati nei licei. In poche parole, tanto per darti un’idea della mole d’informazioni che ho dovuto assimilare in questi due o tre mesi, da Talete a Chomsky, dai Sumeri a Mario Monti.

3) Come giudichi il livello di difficoltà del test? Molti si sono lamentati dell’eccessiva difficoltà.

Per quanto riguarda la mia classe di concorso, devo dirti che, mettendo per ora da parte le pur legittime polemiche sull’ambiguità di alcune domande, ho trovato giusta la difficoltà del test che ho affrontato. Non elevatissima, ma nemmeno troppo scadente. Non le domande da un milione di dollari di Gerry Scotti, ma neanche quelle telefoniche di Carlo Conti. Accessibile, tutto sommato, a chiunque fosse giunto lì con un discreto grado di preparazione. Per quanto riguarda invece altre classi di concorso (mi riferisco in particolare alla A036 e alla A245-A246), ritengo davvero eccessivo il livello di difficoltà dei quiz redatti dal Ministero, tale da far persino sembrare fondate le ipotesi “complottistiche” sull’intenzione ministeriale di falcidiare quanti più candidati possibili. Ad ogni modo, sì, penso che le lamentele giunte da quelle classi di concorso siano più che giustificate: non è per niente normale che soltanto lo 0,3% dei partecipanti abbia superato il test di Filosofia, psicologia e scienze dell’educazione, e che in ben 8 università italiane non ci sia stato neanche un ammesso; così come non è ammissibile che nella classe di Francese abbiano superato il test solo una novantina di candidati su quasi 900 posti disponibili. Sulla rete gira un simpatico video, tratto dal film “La caduta”, in cui c’è Hitler incazzato nero che sbraita e urla ai suoi più stretti collaboratori: “Avevo chiesto una selezione, non una strage!”

4) Come valuti il metodo adottato dal Ministero per le selezioni di accesso al Tfa?

Ecco, è questo il punto. Secondo me è una pura assurdità, nonché un danno alla scuola pubblica e per esteso all’intera società italiana, pensare di poter selezionare i futuri insegnanti spiattellando, davanti agli aspiranti, 60 domande con 4 opzioni di risposta per ognuna di esse, tra le quali indovinare (perché in molti casi di questo si tratta) quella corretta. È un criterio di selezione in perfetto stile statunitense, che pretende di essere il più oggettivo e scientifico possibile, quando in realtà è soltanto il più rapido e spietato. È un sistema che premia il nozionismo e le abilità mnemoniche del candidato (nonché il suo fattore C…), senza tenere minimamente in considerazione le sue capacità critiche e la sua sensibilità umana (caratteristiche a dir poco fondamentali per ogni futuro docente). Per non parlare, poi, delle modalità disastrose con cui sono stati redatti molti dei test: domande copincollate dalle vecchie prove SSIS; domande formulate in maniera errata, con nessuna o con più di una risposta esatta; domande (specie quelle di lingua) contenenti gravissimi errori di ortografia; domande impossibili le cui risposte non compaiono nemmeno sui manuali. Il colmo si è raggiunto con una domanda relativa alla pronuncia di un termine inglese, nella quale figurava addirittura un errore di stampa perché il software utilizzato dal Ministero non riconosce i caratteri dell’alfabeto fonetico. Siamo davvero alle comiche.

6) Visto che ci sono state molte lamentale circa le domande con nessuna risposta esatta, come ti poni di fronte alla decisione del Ministero di abbuonarle dando mezzo punto a tutti?

Seguendo quotidianamente le vicende, l’idea che mi sono fatto è questa: tentando frettolosamente di correre ai ripari il MIUR, pressato dalla minaccia di ricorsi a valanga, si è inizialmente trovato costretto a dichiarare di considerare come valide per tutti le domande poste in maniera sbagliata, col rischio di peggiorare la già disastrosa situazione. Il Ministro Profumo è giunto persino a promettere, senza però dare le dovute garanzie, la ripetizione di alcuni test per ottobre. Solo a seguito di un incontro con i sindacati il Ministero si è infine deciso a nominare una commissione esterna al cui giudizio sottoporre le domande più ambigue, al fine di valutare secondo modalità più corrette e oggettive (almeno a detta del MIUR) i risultati dei test entro la fine di agosto.

7) Questo non va, in qualche modo, ad influire sul reale risultato dei test?

Sicuramente, ma ormai il danno è fatto. Non so quanto sia opportuno adesso ripetere tutti i test preselettivi. Se non altro per evitare di penalizzare coloro che, magari con merito, il test lo hanno già superato. Ora possiamo solo sperare che la commissione esterna nominata per l’occasione faccia un buon lavoro e reintegri chi lo merita. Ad ogni modo, resta il fatto che, alla luce di tutto quello che è successo, le dichiarazioni rilasciate dal Ministero per chiedere scusa a tutti i partecipanti, nei quali viene ammessa l’esistenza di “criticità” (sic!) nella preparazione dei quiz e di  “dati non fisiologici” nei risultati finali, con la promessa finale di fare il possibile per “restituire certezza e serenità” agli aspiranti docenti, suonano quasi come una presa in giro.

8) Come pensi che le università dovrebbero organizzarsi per la seconda prova? Sono state date indicazioni in merito e su come prepararsi?

Al momento, a quanto mi risulta, l’unica Università che ha dato indicazioni bibliografiche per la prova scritta, prevedendone lo svolgimento già per la fine di agosto, è la Ca’ Foscari di Venezia. Quasi tutte le altre si sono limitate a rinviare tutto per la seconda metà di settembre, senza offrire ai candidati alcuna indicazione precisa. Non ci resta che aspettare e, nell’attesa, continuare a sopportare la calura estiva calando la testa sudata sulle già sudate carte.

 

Noi non possiamo fare altre che augurare un in bocca al lupo a tutti i ragazzi e le ragazze che sosterranno la seconda prova del Tfa.

 

Fonte foto: www.grubby.it

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto