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Un ripensamento costato 20 milioni di euro: i sette enti di ricerca promossi o bocciati?

Redazione Controcampus 30 Agosto 2012
R. C.
16/10/2024

Tagliamo? Riduciamo? Si probabilmente si, poi no, e  ancora chissà.

Intanto ciò che si sa con certezza è che ben diciotto milioni di euro erano stati finalizzati per essere impiegati a sette strutture di ricerca. La decisione è stata presa dal nostro ministro Profumo. In apparenza nulla di stravagante, anzi un sussidio ammirevole, in cui si investe sul futuro e sulla cultura. Ma un problema, ovviamente, c’è: nella prima bozza della spending review avevano valutato di eliminare proprio questi sette enti. Un’ eliminazione, tuttavia, che è incredibilmente scomparsa nello scritto conclusivo. E non poteva non mancare il consistente finanziamento che è arrivato dopo un mese.

Scarse notizie. Tra le poche e confuse notizie c’è solo una certezza nota: sulla circostanza il governo Monti, non ha le idee chiare. Non dovrebbe stupirci tutto ciò perché sono stati effettuati vari cambi di rotta: in un primo momento la decisione era stata di tagliare gli enti perché ritenuti poco utili, successivamente si cambia idea e si decide, addirittura, di finanziarli con ben diciotto milioni. Un cambiamento repentino, improvviso che lascia un dubbio: perché?

Tuttavia i fatti sono proprio questi. I sette enti di ricerca che, considerando la prima bozza della spending review, dovevano addirittura essere eliminati, svanire o essere assorbiti in altre strutture. Nel testo conclusivo, in ogni caso, sono incredibilmente ricomparsi. E, a lontananza di un solo mese, come se non fosse sufficiente, sono stati erogati da un fondo ministeriale una cifra pari a diciotto milioni di euro. Una sovvenzione certamente considerevole se si considera anche il fatto che poco prima la decisione era stata completamente diversa: sopprimerle.

A tutti è noto il grande rigore che ha accompagnato il team di Monti, con il supercommissario Enrico Bondi, sul cammino della spending review. Si valutava che non ci sarebbero stati sprechi, che nessun eccesso sarebbe stato compiuto. Uno scontro fino all’ultimo centesimo, sembrava si dovesse seguire. Tutto, però, è andato in maniera diversa: gli effettivi privilegi sembrano non aver subito particolari cambiamenti, i grandi sprechi raggiunti hanno subito una variazione però solo in superficie e la soppressione delle province che, per ora, rimane solo sulla carta. Di tutt’altro discorso è il versante: sanità, lavoro pubblico e istruzione.

Sembra strano perché lo spirito tenace con cui si è cercato di affrontare qualsiasi spreco, ora sembra cambiato. Un cambio di rotta? Una  dimostrazione potrebbe essere proprio quello che si è verificato con le sette strutture di ricerca. Dopo un durissimo impegno attuato dal duo Bondi&Monti, di fatto, nella bozza del decreto legge sul controllo della somma avanzata il 4 luglio scorso si comunicava la “cessazione” per l’Istituto nazionale di ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, l’Istituto italiano di studi germanici e per l’Istituto nazionale di alta matematica. Diversa la situazione per gli altri tre in cui era stato stabilito un “accorpamento”: l’Istituto nazionale di astrofisica e il Museo storico della fisica inglobati in una struttura più complessa si tratta, infatti, delll’Istituto nazionale di fisica nucleare; mentre per l’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale era stato stabilito un loro incorporamento all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Una notizia che non ci stupirebbe più di tanto dopo i tanti che sono stati effettuati soprattutto all’istruzione e alla ricerca. Il problema sorge da un cambiamento così radicale, da un’imprevista quanto mai impensabile decisione in cui si è passato dal voler distruggere, o quanto inglobare, al voler finanziare strutture ritenute marginali. Sicuramente stiamo parlando di importanti centri di ricerca ma la domanda che sorge spontanea è: a cosa è dovuto questo cambiamento? Qual è il motivo che li ha spinti a tale cambio di rotta?

Le cancellazioni che si volevano realizzare, si è notato, che sono state completamente eliminate nel testo definitivo. Il periodo sembra coincidente nel tempo in cui il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo doveva prendere un importante decisione: sulla questione della erogazione di fondi a enti ed istituzioni di ricerca. Quindi si trovava di fronte ad un altro problema, un altro decreto legge. Si tratta della distribuzione di una certa somma del Fondo ordinario destinata a strutture di ricerca per l’anno 2011, premiate per aver presentato determinati progetti che avevano, però, il bisogno di essere supportate da un punto di vista economico. La scelta quindi di evitare la chiusura di questi centri coincide con l’impegno di dover stanziare un Fondo ordinario per la ricerca di circa 125 milioni di euro in totale e, soprattutto, decidere a chi finalizzare tali risorse.

Qui il fatto imprevedibile. Tra gli intestatari proprio i sette enti che neanche il mese prima erano stati soppressi dalla spending review. Queste le cifre. Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale: 2.469.800 euro. Stazione zoologica Anton Dohrn: 963.244 euro. Istituto nazionale di ricerca metrologica: 3.983.500 euro. Museo storico della fisica: 304.500 euro. Istituto italiano di studi germanici: 17.000 euro. In conclusione, Istituto nazionale di astrofisica: 10.600.000 euro. Totale: 18.618.044 euro. Approssimativamente venti milioni rivolti dal medesimo operativo che, solamente pochi giorni fa, aveva precisato la cancellazione di quei sette enti.

Un cambiamento singolare, in conclusione, soprattutto perché nel decreto di Profumo – mandato alcuni giorni fa alle Camere per il “parere parlamentare” di rito – era stato detto con sicurezza, con certezza che tali possibilità sono indirizzate per l’erogazione di determinate proposte e piani di lavoro, anche se collegati, devono essere valutati e quindi premiati le strutture di ricerca che hanno presentato il progetto. Un’altra domanda sorge spontanea come si fa a finanziare enti in cui era stato previsto una soppressione e per di più premiarli in questo modo?

Un cambiamento, un ripensamento che è costato ben più di 20 milioni di euro.

Immagine tratta dal sito: http://www.fanpage.it

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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