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Ecologia e sostenibilità, classifica delle università ecologiche. La migliore è l’ Università di Durham

Antonietta Amato 23 Dicembre 2012
A. A.
19/04/2024

Ecologia, risparmio energetico e energie rinnovabili sono parole che sempre più spesso sono all'interno dei discorsi di politici e intellettuali.

Non sempre, purtroppo, le parole corrispondono ai fatti, ma non è questo il caso della Durham University.

Università pubblica del Regno Unito, l’University of Durham è stata fondata nel 1832, è tra i migliori centri di studio e ricerca del Paese, ha fatto parte fino al 2012 del “Gruppo 1994” che raccoglie i centri di ricerca d’eccellenza di piccola dimensione, ed entrando nel Russell Group a partire dall’agosto dello stesso anno. Nel 2012 è si è piazzata al 95º posto nel QS World University Rankings, diciassettesima tra quelle del Regno Unito.

L’università britannica ha inaugurato il suo nuovo ”quartier generale”, che ha sede in un edificio che riunisce le principali innovazioni tecnologiche del nostro secolo. La struttura non solo è capace di ridurre al minimo gli sprechi energetici dell’edificio, ma è capace di generare più energia di quella che è realmente necessaria alla struttura stessa.

Il costo di questo ecologicissimo edificio è di circa 50 milioni di sterline e i lavori sono durati cinque anni. L’arduo compito di creare la struttura più green al mondo è stato affidato agli architetti della PH Partnership. Dopo pochissimo dalla sua apertura, il Palatine Centre, ha guadagnato la certificazione BREEAM ”excellent” a testimonianza dell’iper-tecnologicità della struttura e del suo enorme rispetto dell’ambiente e ridottissimo impatto ambientale, per non dire praticamente nullo.Pannelli solari termici (dispositivi atti alla conversione delle radiazioni solari in energia termica ), pannelli fotovoltaici (dispositivi optoelettronici, composti da celle fotovoltaiche, in grado di convertire l’energia solare),  pompa di calore geotermica (utilizza il terreno o l’acqua che si trova nel terreno come fonte o come dispersore di calore) generano energie positive per la struttura. La raccolta delle acque piovane e il sistema di filtraggio di queste, permette la reintroduzione nella rete idrica di tutta la pioggia raccolta. Si evita il surriscaldamento degli ambienti grazie all’impianto di ventilazione naturale (metodo di controllo del clima che si basa sul movimento naturale dell’aria per mantenere l’aria fresca si muove attraverso un edificio e di controllare i livelli di temperatura e umidità), di enorme aiuto nei periodi estivi e per evitare l’uso eccessivo dei climatizzatori.

La tecnica usata per isolare le coperture dell’edificio è quella del sedum roof. Attraverso uno strato di sedum (piante sempreverdi con capacità di resistenza climatica ottime), che copre parte dei tetti, c’è un aumento dell’isolamento termico della struttura e si riduce la quantità delle acque piovane che si disperdono nelle fognature. Si riduce, inoltre, il pericolo di allagamento dei sistemi fognari o delle grondaie. La sedum è un tipo di pianta che non ha bisogno di un’ eccessiva manutenzione e può assicurare prestazione massime per l’assorbimento delle acque piovane.

Enormi vetrate nell’atrio e nei corridoi permettono un risparmio dell’utilizzo della luce artificiale generando un vero e proprio ”corridoio di luce”. La scelta dei materiale utilizzati per la costruzione è stata finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo ecologico che gli architetti si erano posti.

L’univerità di Durham è inoltre in grado di offrire ai propri studenti dei veri e propri menù ecologici all’interno delle mense. Solo prodotti ittici certificati e a chilometro zero sono presenti nelle mense dell’università inglese. Questa scelta legata ai cibi ha permesso all’università di Duhram di essere la prima istituzione accademica certificata MSC (Marine Stewarship Council) secondo lo standard di Catena di Custodia.

Molte sono comunque le università nel mondo ad avere numerose tecnologie e sistemi che gli permettono di avere un impatto ambientale ridottissimo e di rispettare l’ambiente. L’Universitas Indonesia ha stilato una classifica degli atenei più ”green” nel mondo. Cinque i criteri indagati: presenza di zone verdi, rifiuti, energia e cambiamento climatico, acqua e trasporti.

Secondo la classifica il campus più ecologico è l’University of Nottingham in Inghilterra, seguita da Northeastern University negli USA, sul gradino più basso del podio c’è University of Connecticut, sempre negli Stati Uniti. L’ateneo italiano che si ”piazza” meglio nella classifica è il Politecnico di Milano al 75esimo posto, la peggiore in territorio italiano è il Politecnico di Torino che si aggiudica il 166esimo posto.

© Riproduzione Riservata
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Antonietta Amato Studentessa alla facoltà di Economia, è entrata nel mondo del giornalismo giovanissima. Ha partecipato in qualità di direttrice ad un progetto che prevedeva la diffusione locale di un giornale prodotto completamente da ragazzi, i cui proventi sono stati devoluti interamente all’Unicef . Animata anche dalla passione per la scrittura, si è diplomata con una buona media al liceo classico, si è iscritta alla facoltà di economia e gestisce un’attività commerciale, ma continua a coltivare il sogno di poter lavorare un giorno in un’azienda che faccia dell’informazione apartitica la sua capacità distintiva. Il suo compito a Controcampus prevede la risoluzione di tutte le questioni relative alla organizzazione amministrativa, gestione utenze presso la testata: sarà ben disponibile a dare ai nostri collaboratori tutte le relative informazioni. Leggi tutto