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Prospettive diplomati: identikit di oltre 48mila diplomati 2013

Redazione Controcampus 7 Dicembre 2013
R. C.
25/04/2024

Orientamento e prospettive diplomati, AlmaDiploma presenta l’identikit di oltre 48mila diplomati 2013.

In occasione dell’XI convegno nazionale Orientamento e prospettive per i diplomati (Ministero dell’Istruzione – Roma –  6 dicembre 2013) AlmaDiploma e AlmaLaurea presentano i risultati del nuovo Profilo dei diplomati che hanno superato l’Esame di Stato a luglio 2013.

Quello che un Paese avanzato non può permettersi è lo spreco di risorse umane. In particolare dei giovani, che rappresentano il futuro: un bene prezioso che stiamo perdendo all’anagrafe e verso il quale la perdurante disattenzione e sottovalutazione da parte del mondo adulto finirà per diventare un vero punto critico. Orientare, dunque, i ragazzi a scelte consapevoli dopo il diploma di scuola secondaria superiore non può più essere solo un doveroso impegno da parte delle istituzioni scolastiche. E’ una necessità, un’urgenza per il Paese. Si tenga presente che ancora oggi 82 immatricolati su cento provengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienza di studi universitari e 17 immatricolati su cento abbandonano nel corso del primo anno di università. E viene confermato anche che, se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, 55 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso, ma 44 su cento cambierebbero l’indirizzo di studio e/o la scuola. Infine, soltanto il 30% dei giovani di 19 anni si iscrivono all’Università: quante risorse potenziali sprecate.

Orientamento e prospettive diplomati, AlmaDiploma presenta l’identikit di oltre 48mila diplomati 2013

Il Rapporto 2013 realizzato da AlmaDiploma, l’associazione di scuole nata sul modello del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, e che indaga caratteristiche di studio, giudizi e prospettive di oltre 48mila diplomati, è uno strumento prezioso, tempestivo, affidabile, messo a disposizione di chi ha il compito di “deliberare” per far funzionare meglio la propria scuola e l’intero sistema formativo, e di chi ha il diritto di poter scegliere il proprio futuro: dai dirigenti scolastici agli insegnanti, dunque, dalle famiglie agli stessi studenti, e più in generale dal mondo della scuola a quello dell’impresa, pubblica e privata, sino ai policy makers..

Sempre nella direzione dell’orientamento AlmaDiploma ha realizzato e diffuso un percorso ad hoc: AlmaOrièntati, che offre non solo informazioni sul post-diploma, ma dà ai giovani diplomandi la possibilità di confrontarsi con le proprie potenzialità e i propri limiti, di scoprire le materie di studio più consone in relazione all’offerta formativa universitaria. Partendo infatti dalle materie di studio più gradite e utilizzando la banca dati dell’offerta formativa del Ministero dell’Università, viene stilata una graduatoria dei corsi di laurea offerti da tutte le università italiane. Un modello sempre più condiviso dalle stesse istituzioni scolastiche della Puglia, del Lazio, della Liguria. E’ recente l’accordo firmato a Milano dall’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Valentina Aprea e dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Francesco de Sanctis affinchè il progetto di orientamento “AlmaOrièntati-AlmaDiploma” venga sviluppato nel triennio 2013-2016 nelle classi quinte di istituti scolastici superiori della Lombardia. E’ previsto anche l’utilizzo della banca dati AlmaDiploma – che ad oggi rende disponibili complessivamente 243mila curricula di neodiplomati e diplomati con decennale esperienza – e della documentazione annualmente prodotta per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, permettere alle scuole di valutare la propria efficacia interna ed esterna, consentire alle università di conoscere in anticipo le caratteristiche e le aspirazioni dei diplomandi.

Profilo diplomati 2013

Il Profilo dei Diplomati 2013 rappresenta una risposta sul piano della conoscenza a ciò che appare ancora largamente incompiuto nel sistema scolastico italiano: la necessità di una diffusa e condivisa cultura della valutazione e la capacità di passare a un orientamento mirato alle caratteristiche specifiche degli studenti ai quali viene rivolto, attento cioè alla persona. Un orientamento degli studenti per il quale lo stesso ministero all’Istruzione ha previsto un investimento di 6,6 milioni per il 2013-2014, anche nell’ottica del Programma europeo ‘Garanzia per i giovani’. Una scelta coraggiosa, una inversione di tendenza. Nel perseguire questi obiettivi l’associazione AlmaDiploma, con il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, mette a disposizione la propria esperienza e il proprio modello, già ampiamente sperimentato, per collaborare con altre iniziative pubbliche a livello nazionale, ma anche sovranazionale

Il profilo dei diplomati 2013: L’indagine, come si è detto, ha coinvolto 48.272 diplomati a luglio 2013 di 347 Istituti scolastici aderenti ad AlmaDiploma, in particolare di Lazio, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria.

Il contesto familiare di provenienza: La presenza di diplomati con genitori in possesso di titoli di studio elevati è massima fra i diplomati classici e scientifici, si riduce fra i tecnici ed è minima fra i professionali. Analogamente gli indirizzi liceali classici e scientifici si caratterizzano per una forte presenza di studenti di estrazione borghese e una sottorappresentazione dei figli della classe operaia. La relazione fra il contesto familiare dei ragazzi e la scelta del diploma secondario superiore trova dunque conferma nell’indagine.

L’ambiente familiare influenza il percorso scolastico degli studenti ben prima del loro ingresso nella scuola secondaria superiore.

Fra i diplomati nel 2013, il 38 per cento dei ragazzi con almeno un genitore laureato aveva concluso la scuola media inferiore con il giudizio di ottimo; questa percentuale si riduce al 24 per cento fra i figli di genitori con al più il diploma di maturità e al 15 per cento fra i figli di genitori con grado di istruzione inferiore.

La riuscita negli studi superiori: Il voto medio di diploma è di 76,2 su 100 (è di 79,1 su cento nei licei, 74,2 negli indirizzi tecnici e 72,7 nei professionali).

Chi ottiene i risultati massimi – 100 e 100 e lode – è il 6%. I bravi (da 91 a 99 su cento) rappresentano l’8%. Il 47% ottiene un voto medio (da 71 a 90 su cento). Chi passa con il minimo (60-70 su cento) è il 38%.

È necessario tenere presente che i licei, gli indirizzi tecnici e gli indirizzi professionali – come sottolineato in precedenza – sono frequentati da studenti che si differenziano in modo sostanziale per condizioni all’accesso (background familiare, genere, risultati scolastici precedenti). A parità di queste condizioni all’ingresso, infatti, il confronto fra le tre tipologie di indirizzi in termini di riuscita scolastica porterebbe a risultati assai diversi: gli studenti dei percorsi professionali avrebbero sia voti di diploma più elevati sia percorsi scolastici più regolari. E’ evidente che la differenza tra materie teoriche e discipline applicate porta alla possibilità di diverse valutazioni. Non si può dunque affermare che le migliori prestazioni scolastiche conseguite nei licei dipendano dal metro di valutazione adottato in questi percorsi di studio.

Voto di diploma. Le opinioni degli studenti sulla scuola.

Nel complesso, i diplomati si dichiarano piuttosto soddisfatti della propria esperienza scolastica. Per quanto riguarda la percezione dell’esperienza scolastica complessiva, 31 studenti su 100 sono decisamente soddisfatti e 53 su 100 lo sono moderatamente: dunque i diplomati che hanno espresso valutazioni positive sono complessivamente l’84%.

Le opinioni sono risultate in generale favorevoli anche nei confronti degli insegnanti, apprezzati in particolare per la loro preparazione e per la loro disponibilità al dialogo.  L’80% dei diplomati è soddisfatto della competenza dei docenti, il 74% della chiarezza espositiva e il 65% della loro capacità di valutazione (con però solo l’11% decisamente soddisfatto). Il 74% dei diplomati è soddisfatto della disponibilità al dialogo, con un quarto degli studenti che non hanno dubbi sull’apertura all’ascolto dei professori.

Meno apprezzati sono risultati in generale i laboratori (adeguati per 54 studenti su cento), le aule (ritenute soddisfacenti dal 51 per cento degli studenti) e gli impianti e le attrezzature sportive (48). Ma le opinioni più critiche (rispetto all’esperienza di studi complessiva e agli insegnanti) risultano per i vari aspetti dell’organizzazione scolastica. Fra questi, in ordine decrescente di apprezzamento, segnaliamo le attività di recupero per chi ha debiti formativi (giudicate positivamente dal 64 per cento dei diplomati), l’operato dei rappresentanti degli studenti (59 per cento), il sostegno all’orientamento per le scelte post-diploma universitarie o lavorative (58 per cento), l’utilizzo di pc e nuove tecnologie e la pianificazione dell’orario scolastico (56 per cento), la comunicazione, gli approfondimenti culturali e gli incontri con le aziende e le attività pratiche durante l’orario scolastico (laboratori, stage) con il 54 per cento e, infine, l’adeguatezza degli spazi comuni (soddisfacente nel 50 per cento dei casi). Hanno usufruito dei servizi di biblioteca del proprio Istituto 45 diplomati su cento, mentre altri 8 dichiarano l’assenza di tale struttura; la soddisfazione dei fruitori è complessivamente elevata.

Le opinioni dei diplomati. L’organizzazione scolastica.

Si iscriverebbero allo stesso corso e alla stessa scuola? Il 44% se potesse tornare indietro cambierebbe. Un elemento che sembra contrastare con la soddisfazione generalmente espressa dagli studenti è la proporzione dei diplomati “pentiti” della scelta. Se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, 55 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso, ma 44 su cento cambierebbero l’indirizzo di studio e/o la scuola: 11 su cento ripeterebbero il corso ma in un’altra scuola, 7 sceglierebbero un diverso indirizzo/corso della propria scuola e 26 cambierebbero sia scuola sia indirizzo.

Si iscriverebbero nuovamente allo stesso corso? È interessante esaminare le ragioni espresse dai diplomati che cambierebbero: il 39 per cento di essi lo farebbe principalmente per studiare altre materie, il 25 per cento per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro, il 15 per compiere studi più adatti in vista dei successivi studi universitari e il 21 per cento per altre ragioni. Qualunque sia la motivazione per cui cambierebbero, più del 70 per cento di essi si dichiarano comunque soddisfatti del corso di studi appena concluso. Nell’indicare come si comporterebbero se potessero tornare ai tempi della loro iscrizione, i diplomati tengono dunque in grande considerazione le proprie attuali prospettive formative e professionali; probabilmente, tengono conto più di queste che della loro esperienza scolastica in senso stretto.

Perché cambierebbero (scuola  o indirizzo)?  La voce “altre ragioni” comprende le seguenti motivazioni:

  •  “vorrebbero fare studi meno impegnativi”
  • “vorrebbero avere rapporti migliori con gli insegnanti”
  • “vorrebbero avere rapporti migliori con i compagni di studio”
  • “altro”

Fuori dall’aula: stage ed esperienze all’estero… l 48% dei diplomati ha svolto uno stage previsto dai programmi scolastici. Lo svolgimento di queste attività formative, sia per diffusione sia per durata, risente ovviamente del fatto che negli indirizzi professionali tali attività formative sono praticamente obbligatorie. In ogni caso, gli stage sono rari (il 15% degli studenti) solo nei programmi didattici del liceo classico. Nella grande maggioranza dei casi gli studenti che hanno svolto questa attività formativa hanno dichiarato che i compiti sono stati assegnati in modo chiaro (92%), che lo stage è stato organizzato efficacemente (91%), è risultato utile per la formazione (88%) e l’attività di tutoraggio è stata soddisfacente (87%). Nostro auspicio è che gli stage diventino un’attività formativa universalmente prevista dai programmi scolastici della scuola secondaria superiore in senso generale.

Il 31% dei diplomati 2013 hanno compiuto un’esperienza di studio all’estero (tali esperienze invece sono fondamentali negli indirizzi linguistici). Per le esperienze di studio all’estero organizzate dalla scuola, che nella maggior parte dei casi hanno durata al più settimanale, i Paesi di destinazione più frequenti risultano il Regno Unito (46 per cento delle esperienze), la Francia (15 per cento), la Spagna (11) e l’Irlanda (9).

…lavoro, sport e social network. Il lavoro nel corso degli studi – che naturalmente ha carattere quasi esclusivamente stagionale o saltuario – ha coinvolto il 61% dei diplomati. Il 62% dei diplomati pratica un’attività sportiva. Le esperienze di volontariato coinvolgono il 16% dei diplomati. Tra le attività extrascolastiche ha acquisito uno spazio sempre più importante l’utilizzo di Facebook o di altri siti web di reti sociali, divenuto un’abitudine quotidiana per il 70% degli studenti; altri 23 diplomati su cento si collegano comunque almeno una volta alla settimana.

Conoscenze linguistiche e informatiche. La lingua inglese si conferma come la lingua straniera più diffusa tra i ragazzi. Infatti, 50 diplomati su cento dichiarano di avere una conoscenza “almeno buona” dell’inglese scritto. Questa quota varia in funzione del percorso di studio: per i liceali è pari al 60 per cento, per i tecnici il 48, per i professionali il 35. La conoscenza scritta del francese, dello spagnolo e del tedesco è decisamente più contenuta: i diplomati con conoscenza “almeno buona” sono rispettivamente il 14, l’11 e il 3 per cento

Tra le conoscenze informatiche, la navigazione in internet è di gran lunga la più diffusa: è “almeno buona” per 87 diplomati su cento e coinvolge nella stessa misura i diplomati di tutti i percorsi di studio. Con un certo distacco seguono, in ordine decrescente di conoscenza, word processor (elaborazione di testi), multimedia (elaborazioni di suoni, immagini, video), fogli elettronici, sistemi operativi, reti di trasmissioni dati, linguaggi di programmazione, realizzazione di siti web, data base, progettazione assistita. I diplomati tecnici si distinguono in generale per una maggiore conoscenza di tutti gli strumenti informatici elencati, ad eccezione di quello multimediale (a vantaggio dei diplomati professionali). Tra i diplomati 2013, 9 studenti su cento hanno conseguito la patente informatica europea (ECDL).

Prospettive future: studio o lavoro? Gli incerti sono il 16%

Alla vigilia della conclusione degli studi secondari superiori 50 diplomati su cento intendono solo studiare, 8 intendono coniugare studio e lavoro, 22 intendono solo lavorare e 16 sono incerti sul loro futuro. La quota dei diplomati incerti sul proprio futuro prossimo è particolarmente elevata (25 per cento) tra i tecnici, seguiti dai professionali (20 per cento) e dai liceali (assai distanziati: solo 8 su 100).

Dal punto di vista delle prospettive post-diploma le caratterizzazioni dei percorsi di studio sono molto evidenti. Tutti e tre i diplomi liceali preludono chiaramente allo studio universitario (o AFAM): l’85 per cento dei diplomati 2013 nei licei classici, il 79 per cento dei diplomati scientifici e il 70 dei linguistici intendono solo studiare. Anche fra gli studenti del liceo pedagogico-sociale la propensione è elevata (61 per cento). Negli indirizzi tecnici il 29 per cento dei diplomati vorrebbe solo studiare, il 33 solo lavorare e l’8 studiare e lavorare. Nei percorsi professionali 14 su 100 intendono solo studiare, 52 solo lavorare e 7 studiare e lavorare.

Con poche eccezioni, dunque, scegliendo un percorso di studio liceale si è presa a 14 anni una decisione che di fatto porta all’università. Per gli indirizzi tecnici e in particolar modo per i professionali, invece, l’accesso all’università non è generalizzato e la probabilità di iscriversi dipende da più fattori; in questi indirizzi, infatti, il genere (a favore delle femmine), il contesto socioeconomico familiare, il voto di diploma e la regolarità nel percorso scolastico influenzano in modo rilevante la probabilità di proseguire gli studi.

Chi sceglie l’università… I liceali sono di gran lunga più presenti fra i diplomati intenzionati a studiare, dei quali rappresentano infatti il 67 per cento, che fra chi sceglie il lavoro, dei quali sono solo il 6 per cento. Analogamente non sorprende che fra gli intenzionati a studiare prevalgano le femmine (60 per cento) e fra chi intende lavorare i maschi (61 per cento). I giovani che intendono solamente studiare, nel corso della scuola secondaria hanno dedicato più tempo degli altri allo studio a casa e hanno svolto più esperienze di studio all’estero. Alla fine del percorso si mostrano più soddisfatti, rispetto agli altri, della propria esperienza scolastica. D’altro canto conoscono meno il mondo del lavoro, avendo svolto meno esperienze lavorative e meno stage rispetto agli studenti che intendono solo lavorare.

Complessivamente i diplomati che intendono iscriversi all’università sono spinti soprattutto da tre motivazioni: poter svolgere – grazie alla laurea – l’attività professionale di proprio interesse (che è risultato l’aspetto più importante di tutti), approfondire i propri interessi culturali e avere in futuro un lavoro ben retribuito. La stragrande maggioranza (quasi il 90 per cento) dei diplomati intenzionati ad immatricolarsi, infatti, ritiene decisamente importante almeno una di queste tre ragioni.

…chi vuole lavorare e sogna il posto fisso. Per quanto riguarda le aspettative legate al futuro professionale, i neodiplomati attribuiscono particolare importanza (percentuale di “decisamente rilevante”) a quattro aspetti: la stabilità/sicurezza del posto di lavoro, l’acquisizione di professionalità, le possibilità di guadagno e la carriera. I diplomati intenzionati subito a lavorare esprimono un forte interesse per l’area aziendale commerciale/vendite, per l’area organizzazione, pianificazione e per l’area marketing, comunicazione, pubbliche relazioni. Nelle aspettative dei giovani che intendono subito lavorare la stabilità del lavoro è ritenuta, nel complesso, l’aspetto più rilevante fra quelli presi in considerazione, così come il contratto a tempo indeterminato è la forma contrattuale assolutamente preferita. Preoccupante è lo scarso interesse per una professione coerente con gli studi e con i propri interessi culturali manifestato da questi ragazzi.

Le scelte dei diplomati. Motivazioni per l’accesso all’università (diplomati che intendono iscriversi a un corso di laurea)

Aspetti rilevanti nel lavoro cercato. Gradimento delle forme contrattuali (diplomati che intendono “solo lavorare” oppure “studiare e lavorare”*)

Come si vedono i diplomati 2013? Il Rapporto sui diplomati 2013 prende in considerazione gli studenti che hanno partecipato a due rilevazioni: AlmaDiploma e il percorso di orientamento AlmaOrièntati. Un’analisi che fa emergere i punti di forza dei diplomati – sono 28.689 quelli coinvolti – e le loro preferenze circa le materie di studio universitarie e le caratteristiche della futura attività lavorativa ipotizzabile.

Nel complesso i giovani appaiono molto attratti dal viaggio: all’82 per cento di questi “piacerebbe girare il mondo”. La ricerca del viaggio, che può rappresentare una fonte di crescita personale e professionale, li porta anche ad essere maggiormente propensi a fare “esperienze diverse” (78 per cento) e a comprendere maggiormente “le regole degli ambienti in cui si trovano” (81 per cento). Gli studenti risultano però poco propensi a “concentrarsi sullo studio senza farsi distrarre da altro” o a “studiare con regolarità anche le materie non gradite” (rispettivamente il 19 e il 25 per cento). Il 73 per cento dei diplomati “sa con certezza cosa non vorrebbe più studiare”, ma solo il 52 per cento “ha scoperto quali materie di studio gradisce veramente”. Per quanto riguarda il valore attribuito alla formazione, in gran parte concordano pienamente sul fatto che “è necessario continuare a formarsi per tutta la vita” (77 per cento) e che “una formazione elevata aumenta le opportunità occupazionali” (65 per cento), ma sulla possibilità che il “reddito cresca al crescere del titolo di studio” gli scettici sono più numerosi dei concordi.

Come si vedono i diplomati. Tengono ad avere successo nello studio? Le materie più gradite risultano scienze biologiche, psicologia, arte e spettacolo, informatica, geologia e matematica. All’opposto, in fondo alla graduatoria, troviamo agraria, veterinaria, ingegneria industriale e statistica.

Materie universitarie preferite (diplomati che intendono iscriversi all’università) Il confronto fra percorso universitario scelto e percorso universitario preferito offre spunti di riflessione particolarmente interessanti. Limitando l’analisi, per semplicità, ai diplomati che dichiarano di sapere già a quale corso si immatricoleranno, si ricava che nella gran parte dei casi chi intende iscriversi a un corso dei gruppi giuridico, psicologico, scientifico, architettura e linguistico ha scelto proprio il settore di studio preferito in termini di contenuto formativo. Questo non si verifica per chi propende per medicina e odontoiatria e, in particolare, per ingegneria ed educazione fisica; tuttavia chi sceglie queste aree di studio, anche quando non le preferisce, tende comunque a gradirle. Ben diverso il caso del gruppo politico-sociale e del gruppo insegnamento, ai quali intendono iscriversi quote rilevanti di studenti che gradiscono poco o molto poco le materie del corso di laurea.

Per quale ragione è piuttosto frequente che i giovani scelgano percorsi universitari non in linea con le loro preferenze in termini di materie di studio? Si tratta di scelte consapevoli, effettuate in previsione del proprio futuro professionale? Oppure la scelta è dovuta a una carenza di informazioni circa l’effettivo contenuto del corso di laurea? In quest’ultimo caso è evidente che gli strumenti di orientamento alle scelte post-diploma possono giocare un ruolo decisivo ed essere determinanti nel prevenire abbandoni degli studi, delusioni e insuccessi all’interno del nostro sistema universitario. Nel percorso di AlmaOrièntati gli studenti sono chiamati a posizionarsi rispetto a 14 caratteristiche del lavoro ideale che desiderano svolgere nel futuro; in base alle risposte fornite gli stessi studenti vengono classificati in 10 gruppi, rappresentati da simbolici “animaletti”. I diplomati 2013 si concentrano prevalentemente in quattro gruppi: Formica ambiziosa (25 per cento), Leone rampante (16), Cane da guardia (15) e Lupo d’appartamento (14). Meno diffusa è risultata la categoria Tartaruga da giardino (11 per cento) e ancora meno il Delfino mediterraneo, l’Ornitorinco, il Cavallo di Zorro, l’Aquilotto alpino e il Gatto sornione, che raccolgono tra il 2 e il 6 per cento dei casi.

Gli studenti del gruppo Formica ambiziosa cercano nel lavoro soprattutto la stabilità, la coerenza con gli studi e la possibilità di acquisire professionalità, mentre sono poco interessati all’autonomia e alla flessibilità dell’orario di lavoro. Il Leone rampante è attratto dal guadagno, dalle possibilità di carriera e dal prestigio che il lavoro può offrire, mentre non attribuisce grande importanza alla possibilità di disporre di tempo libero e alla flessibilità dell’orario di lavoro. Il Cane da guardia cerca stabilità, buoni rapporti con i colleghi e un buon ambiente di lavoro, mentre è tendenzialmente poco interessato alla possibilità di svolgere un lavoro utile per la società e alla corrispondenza tra l’attività lavorativa e i propri interessi culturali. Il Lupo d’appartamento cerca invece guadagno, possibilità di carriera e autonomia sul lavoro; di contro, è relativamente poco interessato alla coerenza con gli studi universitari e alla stabilità del lavoro.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto