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Sangue di San Gennaro, quando non si è sciolto: misteri e presagi

Redazione Controcampus 22 Dicembre 2020
R. C.
13/12/2024

Cosa è successo quando non si è sciolto il Sangue di San Gennaro: quando è successo e cosa significa, storia, misteri e presagi secondo il sociologo Giorgio Baietti.

Il fenomeno della liquefazione delle reliquie del santo patrono di Napoli rappresenta un evento che fa parte della tradizione partenopea. Il sangue di San Gennaro quando non si è sciolto si sono verificate sciagure notevoli: quali terremoti, fatti bellici o ancora il colera. Insomma il mancato scioglimento del sangue del protettore partenopeo è rientrato nel tempo in un contesto di misteri e presagi. Ricorrenze di accadimenti spiacevoli in concomitanza con l’evento di matrice napoletana. La sacralità del fenomeno in questione spesso ha trovato l’ostracismo della scienza che ne ha messo in discussione la veridicità di fondo. Ma per i devoti del sangue di San Gennaro le date da segnare sono tre: primo sabato di maggio, il 19 settembre ed il 16 dicembre.

Ma cerchiamo dunque di capire cosa significa la mancata liquefazione, richiamando anche i ricorsi storici di quando non si è sciolto. Lo facciamo insieme al sociologo e scrittore Giorgio Baietti.

Un esperto in materia che ci aiuterà ad approfondire l’argomento legato alla tradizione napoletana. Un’analisi che attraversa la storia, i misteri e presagi che interessano da vicino il suddetto fenomeno religioso. Inoltre capiremo come la scienza spiega tale miracolo e quanto c’entra con esso. Infine capiremo il perchè si celebra a settembre e dicembre in una doppia manifestazione che ha alla base un motivo ben preciso.

Sangue di San Gennaro, quando non si è sciolto, cosa significa: storia, misteri, presagi e miracoli

La storia, i misteri, presagi e miracoli quanto rientrano nella sua spiegazione. Un evento che fa parte della tradizione religiosa partenopea e che rappresenta un segnale beneaugurante per la popolazione napoletana. Ma il sangue di San Gennaro si è sempre sciolto? E’ fatto di cronaca recente ma è capitato anche in passato che esso non si sia liquefatto. Ciò ha comportato il verificarsi di eventi negativi quali guerre, malattie o terremoti visti come dirette conseguenze. A ciò poi si è aggiunto il dibattito tra religione e scienza sulla veridicità del fenomeno. Le parole a riguardo del sociologo e scrittore Giorgio Baietti:

“Ho letto proprio di recente di sciagure quali l’invasione della Polonia del 39’, il colera a Napoli ed il terremoto dell’80’ come eventi accaduti in concomitanza con la mancata liquefazione del sangue di San Gennaro. Ovviamente qui entriamo nel campo delle superstizioni ma diciamo che tali teorie vanno a suffragare chi appunto è molto legato a questo aspetto. Per ciò che mi compete, invece, posso dire di aver sviluppato uno studio che si ricollega per certi versi al fenomeno in questione e che riguarda la figura di un sacerdote, Don Grignaschi” – spiega Giorgio Baietti –

“Risaliamo nella fattispecie alla metà dell’Ottocento – continua – precisamente il 1849, anno in cui tale sacerdote fu sottoposto a salasso. La curiosità è che il sangue di quest’ultimo è rimasto sempre fluido. Tant’è che un membro del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) aveva voluto analizzare questo sangue, e dai risultati è emerso che era umano. Si tratta quindi di un aneddoto storico curioso e particolare che richiama quello della mancata liquefazione del sangue del santo napoletano”.

La liquefazione del sangue a settembre e quella di dicembre

Spostiamo ora il focus sulla doppia ricorrenza della manifestazione religiosa, la liquefazione del sangue a settembre e a dicembre. Una duplice celebrazione dell’evento religioso che ha alla base un legame forte con la tradizione partenopea. Specie di recente con il Coronavirus, l’occasione è stata propizia per un buon auspicio di cui si fa simbolo lo scioglimento. Abbiamo visto infatti cosa significa quando il sangue di San Gennaro non si scioglie: un evento presagio di sciagure. Seguiamo la spiegazione che ci fornisce in merito del sociologo Baietti:

“È talmente forte la tradizione del Natale napoletano che probabilmente quella di dicembre è una manifestazione dell’evento in questione più carica di aspettative. Quella di settembre, se vogliamo, è più “laica”. Quindi forse c’è questo aspetto legato alla tradizione natalizia partenopea per spiegare la doppia ricorrenza di quest’avvenimento sacrale. Un evento che tengo a sottolineare come non abbia niente a che vedere con la scienza. Ci troviamo in questo caso difronte ad un fenomeno da interpretare come puramente ed unicamente religioso”.

Perchè il sangue di San Gennaro non si scioglie: scienza e religione

Cerchiamo di comprendere ora perchè il sangue di San Gennaro non si scioglie secondo scienza e religione. Un punto di vista divergente, quello delle due sfere sociali, uno più pragmatico e l’altro più etereo. Del resto ogni qual volta si è verificato un caso analogo a quello in oggetto, c’è sempre stata una scissione di vedute tra fede e dogma scientifico. Anche in questo caso è così, con il coinvolgimento di enti che studiano il paranormale in contrapposizione alla chiesa. Ma approfondiamo il tutto attraverso le parole di Giorgio Baietti:

“Dal punto di vista mio, avendo una grande ammirazione per Napoli ed i napoletani, non me la sento assolutamente di avallare la versione del CICAP che sostiene che questo sia un liquido utilizzato ad hoc. Ciò significherebbe insultare la tradizione partenopea e la storicità e sacralità del fenomeno.  Io sono un credente, anche se non praticante, e confido nel fatto che la scienza in questo caso non può nulla se non fermarsi dinanzi alla religiosità dell’evento. Spero e mi auguro che la mancata liquefazione non sia preludio di sciagure come accaduto in passato e sottolineato in qualche articolo che ho letto”.  

Il presagio del sangue di San Gennaro che non si scioglie e il Coronavirus

In ultimo puntiamo l’attenzione sul presagio rappresentato dal sangue di San Gennaro che non si scioglie e il richiamo al Coronavirus. La pandemia, infatti, secondo alcuni può essere letta anche come un effetto la cui causa e da rintracciarsi nel mancato evento religioso. Proprio come accaduto nella storia, vi è una coincidenza piùttosto particolare. Elemento che il sociologo Baietti tende però ad accantonare:

“Non ci sono riscontri storici collegabili a questo specifico evento. Io leggo spesso in tale ottica i libri di Maurizio De Giovanni, dove ci sono alcuni riferimenti alle tradizioni partenopee. Ma più di questo non saprei dire, se non ribadire che la scienza non ha a che fare in alcun modo con il fenomeno religioso napoletano. Purtroppo il CICAP tende molto spesso ad inserire la scienza in aspetti inspiegabili. Ma la verità è che siamo circondati da un’energia che in alcuni casi non trova giustificazione o motivazione tangibile, scientifica. Lo stesso Einstein, per dire, aveva grossi dubbi sull’universo finito, per esempio. Quindi non c’è nessuno che si può arrogare il diritto di dire cosa è credenza popolare o cosa non lo è”.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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