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Voce ai “lavoratori atipici”

19 Giugno 2006
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28/03/2024

“Generazione da mille euro”: così è stata soprannominata da un giornalista della Repubblica la generazione di chi è in fase d “Generazione da mille euro”: così è stata soprannominata da un giornalista della Repubblica la generazione di chi è in fase di terminare o ha terminato gli studi universitari, e deve muovere i primi, incerti passi nel mondo del lavoro.

Sia i diretti interessati che gli studiosi delle dinamiche sociali ed economiche sono infatti concordi a definire la condizione dei neo – lavoratori precaria.
Ora che essa sembra consolidata, si impone l’esigenza di uno studio empirico, che strutturi un’indagine variegata e capillare; è questo il progetto dell’Istituto economico ricerche sociali, in collaborazione con Nidil – Cgil: un questionario giunto alla terza pubblicazione e aperto il 16 giugno, della durata di un mese, che coinvolge soggetti vincolati da varie tipologie contrattuali: stagisti, collaboratori, “partite Iva” e dipendenti convenzionali, i quali testimonieranno la propria esperienza di quella che viene chiamata “precarierità percepita”. Le domande del questionario mirano a documentare diversi aspetti dell’ambiente lavorativo dei soggetti, come il grado di soddisfazione per l’impiego svolto, se esso derivi da una scelta intenzionale o determinata, quale importanza assume la ricerca di una maggiore stabilità, che tipo di relazioni i precari instaurano con coloro che hanno un posto fisso, la remunerazione e la capacità di procedere in base al proprio grado di preparazione preacquisita.
I più ottimisti sostituiscono il termine precarietà con flessibilità, ma l’obiettivo di questo studio è di capire, più precisamente e grazie ad un monitoraggio costante nel tempo, quando la flessibilità diventa inequivocabilmente precarietà. Così il direttore Ires Giovanna Altieri promette: “Il nostro è un impegno costante perché abbiamo l’ambizione di capire sempre meglio questo mondo e come sta cambiano nel corso del tempo.”

© Riproduzione Riservata
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