Riuscire a trovare un lavoro di questi tempi è una vera e propria impresa. L’economia va a rotoli, le tasse aumentano di giorno in giorno e chi ha già un occupazione cerca di tenersela stretta. Un tempo il titolo di studio costituiva una garanzia, si studiava avendo la sicurezza che si sarebbe riuscito a trovare un impiego nel proprio campo di competenza, oggi non è più cosi e il diploma o la laurea viene sempre più spesso paragonato ad “ un pezzo di carta”.
I DATI– Stando ai dati AlmaLaurea, il mercato fatica ad assorbire i laureati: tra il 2007 e il 2010, la percentuale di chi riesce a trovare lavoro dopo il conseguimento della triennale è calato del 9%ì. Il discorso non cambia se viene preso in esame l’indice dei lavoratori post specialistica che risulta essere calato invece dell’8%
GLI SPECIALISTI– Stando al parere di Massimo Bandinelli, business & life coach, Marco Cammeli, professore dell’Università di Bologna e direttore di Almalaurea e Roberto Zecchino, direttore risorse umane e organizzazione Bosch Italia, intervistati sull’argomento dal giornale Walk on Job, fondamentale per la ricerca del lavoro è la realizzazione di tre semplici fasi : Lavoro su noi stessi, acquisizione di competenze richieste dal mercato e un curriculum semplice.
STEP 1– “Idee chiare e grande apertura mentale “ ecco la risposta di Massimo Bandinelli alla domanda :Quale propensione mentale è necessario avere nella ricerca di lavoro? . Stando infatti all’intervista pubblicata dal giornale, lo specialista consiglierebbe prima di tutto di costruirsi una vision personale ponendo alcune semplici domande a noi stessi : Come mi vedo tra due anni? A che pro ho studiato? Quali sono le mie competenze? A chi posso interessare? Quesiti che secondo le parole del life coach costituirebbero la base ideale dello stato mentale adatto per presentarsi ad un colloquio.
STEP 2– Tanto studio, esperienze all’estero e sul campo, i consigli di Marco Cammelli. Stando sempre ai dati citati dal professore durante” l’intervista a tre”, pubblicata dal suddetto giornale :
“ Le statistiche dimostrano che chi ha fatto un tirocinio ha il 14% di condizione occupazionale in più di chi non l’ha fatto. Dovrebbe diventare obbligatorio in tutti i corsi di laurea” Continua poi dicendo “ L’esperienza all’estero è considerata da tutte le aziende uno step importantissimo e di crescita eccezionale .Quando scegliete un corso, controllate le percentuali che attestano la possibilità di fare l’Erasmus”.
Fiducia in se stessi e vasta esperienza sul campo oltre che sui libri. Ecco i primi consigli per poter sopravvivere durante il cammino nella landa desolata della ricerca del lavoro. Le parole del terzo specialista chiamato a rispondere sulla compilazione di un perfetto curriculum vitae, stravolgono le attuali credenze popolari. Non sarebbe infatti un C.V. chilometrico a fare la differenza.
STEP 3– Roberto Zecchino, direttore delle risorse umane di Bosch Italia, riporta durante l’intervista i punti fondamentali da rispettare per la preparazione di un curriculum che faccia la differenza:
– Evitare il formato Europeo.
– Per un neolaureato massimo una pagina con informazioni sulle proprie competenze e le proprie inclinazioni.
– Foto professionale.
– Lettera di presentazione breve.
– Conoscenza di base sull’azienda
– Valorizzare eventuali periodi all’estero e esperienze extracurriculari come stage o anche volontariato.
– Assolutamente non gonfiare in proprio curriculum con competenze che non si hanno.
Per superare alla grande il tanto temuto colloquio, riuscire a “venderci al meglio”, bisogna essere prima di tutto coscienti e sicuri delle proprie capacità. Oltretutto quello degli specialisti è un discorso che non fa una piega. Chi acquisterebbe mai un prodotto di cui il venditore non è sicuro? La risposta è : “ Nessuno”.