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L’avv. Giulia Bongiorno perseguitata dallo stalker della Hunziker

Redazione Controcampus 11 Aprile 2012
R. C.
13/12/2024

Lo stalker in un caso su tre è recidivo e denuncia/condanna non fermano la sua ossessione! Talvolta il soggetto diventa più feroce! Diversi quotidiani e settimanali riportano le dichiarazioni dell’avv.

Bongiorno relative alla persecuzione subita dalla stessa da parte dello stalker che in passato ha molestato Michelle Hunziker. La vittima dichiara: «Con quest’uomo combattiamo da un bel po’, è stato pure già processato. Cerco di arginarlo, non gli do retta, al telefono faccio rispondere dai miei collaboratori. Però, ecco, è abbastanza insistente».

La notizia non ci stupisce. Spesso lo stalker «estende» la sua persecuzione alle persone vicine alla vittima, con la finalità di arrecare ulteriore danno psicologico alla stessa, farla sentire sotto pressione e auto-alimentare la sua speranza di ottenere una reazione diretta da parte della persona molestata. Lo stalker, in un caso su tre, dopo la denuncia/condanna continua a perseguitare la vittima, spesso con una ferocia maggiore al periodo precedente; non di rado questa condotta sfocia in atti gravi, tra cui l’omicidio della perseguitata. Questo ha diminuito drasticamente la fiducia delle vittime nell’autorità e le denunce per stalking.

I dati di una ricerca dell’Osservatorio Nazionale Stalking confermano che la propensione a denunciare è bassa: solo il 65% degli intervistati (campione di 600 persone dai 18 ai 70 anni) denuncerebbe un caso di stalking, mentre tra coloro che optano per una non denuncia, il 70% indica come motivazione la mancanza di sicurezza nel periodo successivo e il 30% ha persino paura di non essere creduto dalle forze dell’ordine.
Il 95% chiede che sia istituito per i presunti autori (stalker) un percorso di risocializzazione dato che nel solo nel 60% dei casi le misure cautelari fermano la recidiva dei presunti autori (uno su tre dopo la denuncia continua a perseguitare la vittima).

ECCO UNO DEI MOTIVI PER I QUALI LE VITTIME NON DENUNCIANO: POCA FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI E SCARSA TUTELA DOPO LA DENUNCIA.
In generale, le motivazioni che le vittime adducono per la mancata denuncia sono sostanzialmente di quattro tipi:
 la sfiducia verso le autorità (nessuna garanzia di sicurezza o protezione dopo la denuncia)
 la paura di peggiorare la situazione persecutoria
 la difficoltà a far fronte alle spese legali in quanto il patrocinio gratuito non è previsto per tutti e la vittima che decide di denunciare deve affrontare da sola ingenti spese.
 il fatto di voler aiutare il presunto autore senza farlo condannare, dato nel 90% circa è un conoscente o un familiare, e dato che spesso la denuncia non ferma lo stalker.

Questo dato è importante ed è sufficiente a far emergere alcuni interrogativi, incentrati principalmente sull’inefficacia della coercizione, da sola, per far fronte ad una condotta criminosa che affonda le proprie radici in un disagio psicologico dello stalker, soggetto che spesso presenta gravi difficoltà ad elaborare l’abbandono della persona amata a causa di traumi abbandonici vissuti o percepiti nell’infanzia.
La denuncia fonda la sua efficacia sulla capacità cognitiva del persecutore di analizzare la situazione e prendere autonomamente consapevolezza dei suoi atti, ma è chiaro che lo stalker stesso, in buona parte dei casi, ha già perduto la capacità di mantenere un buon livello di contatto con la realtà quando si trova nell’ossessione di ritrovare una vicinanza con la vittima.
Se la legge prevedesse la possibilità per lo stalker di prendere parte ad un percorso di risocializzazione, l’altissima recidiva del reato potrebbe diminuire drasticamente.

Dal 2007, l’Osservatorio Nazionale Stalking, associazione di volontariato che opera su Roma e in diversi centri sul territorio nazionale, ha istituito il Centro Presunti Autori, il cui obiettivo è quello di segnalare a tutte le persone che si trovano a mettere in pratica agiti persecutori la possibilità di uscire dalla condizione di persecutore grazie ad una presa di coscienza del problema e ad un supporto psicologico specializzato coordinato da esperti.

Il percorso è gratuito, e 130 stalker sono già stati risocializzati lasciando intravedere alle proprie vittime lo spiraglio di una speranza: quella di vivere una vita normale. Il protocollo ha prodotto una serie di dati incoraggianti: il 40% degli stalker ha raggiunto un completo contenimento degli atti persecutori, mentre nel 25% dei casi si è verificata una significativa diminuzione dell’attività vessatoria, della recidiva, e la prevenzione degli agiti più gravi. Cosa aspettiamo a cambiare questa legge per tutelare maggiormente le vittime? Senza prevenzione – e la prevenzione parte dall’azione diretta sullo stalker, soggetto che deve essere fermato in tempo e con gli strumenti adeguati – lo stalking rimarrà “un allarme sociale” irrisolto. Il nostro appello è rivolto al ministro Elsa Fornero.

Di seguito, il dibattito “nuova legge” in Gran Bretagna, la giungla dei Social Network e il fenomeno del cyber-stalking, i più gravi casi di cronaca dello scorso anno, un ritratto psicologico dello stalker e la presentazione del libro “Rifiuto Tossico – stalker e trattamento: prigione o terapia?” a cura del presidente dell’Osservatorio Nazionale Stalking, Massimo Lattanzi.
Contatti: Numero nazionale stalking: 0644246573 Mail: [email protected] Web: www.centropresuntiautori.it – www.stalking.it – www.osservatoriosicurezza.it – www.mediacrime.it
Twitter: stalkingitaly – Skype: stalking.it – Canale su YouTUBE: TubeAIPC

IL DIBATTITO “NUOVA LEGGE” E’ APERTO ANCHE IN GRAN BRETAGNA

Da diverso tempo, in Inghilterra, è fortemente sentita la necessità di introdurre una nuova legge sullo stalking. Casi eclatanti come quello avvenuto ai danni di Claire Waxman, perseguitata da Elliot Fogel, produttore di Sky Sport News ed ex compagno di scuola della signora, hanno alimentato molti dubbi sul fatto che una legge che valuti con leggerezza l’attenzione verso gli eventuali disagi psicologici del presunto autore possa ottenere il risultato di diminuire l’attività vessatoria caratteristica del reato di stalking. Dopo pochi mesi di prigione, infatti, gran parte degli stalker continua a molestare la vittima con maggiore crudeltà e uno spirito di vendetta che non di rado porta all’omicidio della stessa. La parola d’ordine riportata da quasi tutte le testate inglesi è prvenzione. Laura Richards, membro dell’associazione “Protection Against Stalking” sostiene che la nuova legge dovrebbe essere indirizzata in particolare alla prevenzione dell’omicidio e rivolge un pensiero anche al dramma delle vittime: “spesso” – dichiara la Richards – “le vittime soffrono in silenzio l’abuso dello stalker, e quando trovano la forza di denunciare, soffrono per le falle della giustizia; è giunta l’ora di dare ascolto ai loro appelli”. Secondo Harry Fletcher la percentuale degli stalker destinati agli arresti domiciliari e al carcere è così esigua da non permettere loro di usufruire sufficientemente del trattamento di riabilitazione che dovrebbero ricevere per un lasso più lungo tempo, motivo per il quale è necessario che il trattamento venga fatto seguire al presunto autore anche dopo la scarcerazione. Tra le tante voci emerge quella di Alison Hewitt, medico vittima di una forma molto violenta di stalking da parte del suo ex-fidanzato; la dottoressa, in un’intervista, dichiara: “lo stalking distrugge una vita ed è necessario prenderlo molto seriamente; se questo non succederà, quest’incubo riguarderà qualcun altro domani, e potrebbe toccare proprio a voi”.

LE MILLE FACCE DELLA PERSECUZIONE: LA GIUNGLA DEI “SOCIAL”

E’ risaputo che il crimine si adatti alle situazioni sociali più rapidamente della giustizia, e l’aleatoria politica in tema di privacy di alcuni social network favorisce inconsapevolmente la proliferazione di un altro orrendo crimine: lo stalking per mezzo della rete internet, denominato anche cyber-stalking. In Inghilterra ben tre quarti delle vittime sono perseguitate via internet. Dalla sua nascita ad oggi, il popolare Facebook, ha collezionato una lunga serie di “presenze” nelle vicende di stalking, compresi casi finiti in tragedia, come l’omicidio di Putignano (Ba), in cui una ragazza di 22 anni, Antonella Riontino, ha perso la vita in seguito ad una feroce persecuzione agita dal fidanzatino 18enne anche e soprattutto a mezzo Facebook, nel quale possedeva più profili, anche con pseudonimi, per terrorizzare la ragazza con minacce notturne.

Non è raro leggere di ex partner pieni di risentimento che creano profili con le generalità della vittima per diffamarla, diffondere fotografie scattate nell’intimità o confondere gli amici della stessa al fine di ottenere informazioni riservate.
Facebook ha notificato da pochi giorni l’intenzione di creare una sorta di “account verificato per i vip” che intendessero iscriversi al social fugando i dubbi sull’autenticità del profilo (è sufficiente notare il caso di Gabriel Garko: cercando oggi il suo nome e cognome sul popolare social network, si vedranno apparire decine e decine di profili con le sue generalità…). Perché non estendere questo diritto anche agli altri utenti del social, garantendo l’autenticità dei profili prima che qualche utente malintenzionato possa appropriarsi dell’identità di un’altra persona?

E se gli amministratori del sito dovessero considerare una mole di lavoro eccessiva questa forma di tutela per gli utenti, perché non chiedere una verifica del profilo (con richiesta di documento via mail/fax) a seguito di diverse segnalazioni d’abuso da parte degli altri utenti del social (o di una lamentela da parte del soggetto a cui l’identità è stata “rubata”)? Spesso prima che una persona si renda conto di essere stata “clonata” sul social network (è bene ricordare che non tutti hanno un profilo e – per chi non dovesse averne uno – tutelarsi è ancora più difficile) passa molto tempo, e i danni psicologici e morali che si contano dopo atti criminali che passano per il furto d’identità potrebbero essere devastanti.
Prevenire, piuttosto che “curare il crimine”, sarebbe anche in questo caso un grande passo avanti per rendere i social network un reale centro d’aggregazione e di comunicazione e non una grande rogna per chi vuole tutelare la propria identità! E se questa politica venisse abbracciata da tutte le piattaforme di blogging, il problema del cyber-stalking si potrebbe considerare in gran parte risolto!

GIUGNO 2012: IL MESE DELLA SENSIBILIZZAZIONE

A giugno partirà la nuova campagna dell’Osservatorio Nazionale Stalking. L’obiettivo di questo tour nazionale è quello di sensibilizzare cittadinanza, forze dell’ordine, psicologi sul delicato tema dello stalking e della violenza psicologica, partendo da una prospettiva capovolta: lavorare sull’autore per affrontare adeguatamente questo allarme sociale.
Per tutte le istituzioni che volessero ospitarci e partecipare a questa iniziativa, c’è la possibilità di contattarci al numero nazionale 0644246573 e all’indirizzo e-mail: [email protected] entro il 15 aprile 2012.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto