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Ricorso test medicina 2014 illegittimo: come fare ricorso per Bonetti

Redazione Controcampus 25 Luglio 2014
R. C.
19/04/2024

Dal Ricorso al Tar alla Riforma d’Oltralpe: la metamorfosi kafkiana del Test di Medicina.

Dal Ricorso al Tar alla Riforma d’Oltralpe: la metamorfosi kafkiana del Test di Medicina. Ecco come fare ricorso al test medicina illegittimo per l’avv. MIchele Bonetti

“Ritengo non insensato un provvedimento di sanatoria per i nostri ragazzi, accompagnato da una riforma provvisoria, modellata sul sistema francese e che funga da volano per l’accesso libero”.

Violazione dell’anonimato e manomissione dei plichi.

Il Tar Lazio ammette oltre 2000 aspiranti camici bianchi, sferrando un duro colpo all’atavico principio del “The King can do no wrong”. Per il Miur e per gli Atenei coinvolti, infatti, si tratta di uno smacco deleterio, inatteso, surreale e, per certi versi, epocale.

Test medicina 2014 illegittimo, Tar Roma accoglie il ricorso

Il Tribunale Amministrativo Regionale di Roma accoglie il ricorso ed ammette “provvisoriamente” 2mila studenti in seguito ai sospetti di irregolarità. Le vernissage del contenzioso amministrativo affonda le proprie radici in una serie di presunte inottemperanze manifestatesi, in alcune sedi universitarie (Bari, Tor Vergata, Napoli, Salerno ecc.), durante i test di accesso primaverili. Gli Artefici del maxi ricorso collettivo sono gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, ormai assurti, a furor di popolo, al rango di paladini della lotta al numero chiuso.

Stando all’essenza delle ordinanze cautelari, alla base delle riammissioni in sovrannumero a titolo di risarcimento in forma specifica del danno patito dagli studenti, vi sarebbe l’accertamento di alcuni vizi procedurali (mancanza di garanzia dell’anonimato, violazione della segretezza concorsuale e manomissione dei plichi) che, tutto sommato, non dovrebbe comportare l’annullamento dell’intero test.

A poco più di novanta giorni dall’epilogo dell’odiata procedura selettiva, il Tar del Lazio ha così accolto il ricorso (o meglio l’istanza cautelare) presentato da alcuni aspiranti camici bianchi esclusi dalla selezione dell’8 aprile scorso. Gli Atenei coinvolti, dunque, dovranno far posto a circa 2000 studenti ammessi in sovrannumero all’esito della prima fase di un processo kafkiano ed epocale. I giudici, infatti, hanno emesso delle ordinanze cautelari, disponendo l’immatricolazione “con riserva” e in sovrannumero delle parti ricorrenti al fin di garantirne la tempestiva frequenza delle lezioni ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria presso gli atenei implicati. I 2mila aspiranti medici, quindi, potranno frequentare regolarmente i corsi in attesa della seconda ed ultima udienza, fissata per il prossimo 7 Maggio.

Studenti bocciati al test medicina di aprile 2014

Esultano gli studenti bocciati ad aprile. Al di là della provvisorietà delle ordinanze cautelari, in molti sostengono che, a breve, altri studenti potrebbero salire sul carro dei vincitori. Intanto, travolti dall’onda emotiva e dal sublime profumo d’alloro, gli esponenti dell’Udu, Unione nazionale degli Universitari, consci dell’ennesima debacle del numero chiuso, invocano un cambiamento di rotta, l’avvento dell’annunciata riforma.

Nel frattempo, il Ministero dell’Istruzione potrebbe, a sua volta, impugnare le ordinanze cautelari innanzi al Consiglio di Stato, in difesa dei propri interessi.

Ciò malgrado, la torma dei riammessi potrebbe persino rimpinguarsi.

Infatti, sebbene i termini relativi alla presentazione del ricorso al Tar siano ormai scaduti, gli studenti bocciati ai Test di aprile potrebbero esperire le vie del Ricorso Straordinario al Capo dello Stato, rimedio giustiziale alternativo all’impugnazione giurisdizionale.

Il Trionfo dell’Udu. Dopo aver appreso l’incredibile risultato, gli esponenti dell’Unione nazionale degli Universitari, consci dell’ennesima debacle del numero chiuso, hanno immediatamente invocato un cambiamento di rotta, l’avvento dell’annunciata riforma. Per l’Udu, infatti, “si è chiusa un’epoca, caratterizzata dal numero chiuso, ed è necessario aprire una nuova fase dell’università italiana”.

Stop Numero Chiuso, abolizione test medicina, modello alla Francese

Dal ricorso test medicina 2014 al Tar alla Riforma d’Oltralpe. Sebbene diverse correnti di pensiero studentesche, in queste ore, stiano immaginando che le recenti pronunce giudiziarie possano dar vita a scenari e prospettive a dir poco rosei, la definitiva abiura al numero chiuso continua a rappresentare un’incognita di non poco conto.

Di recente, il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, pur ribadendo le sue idee riformiste e la necessità di una rivisitazione del meccanismo selettivo, ha fatto capire, a scanso d’equivoci, che difficilmente assisteremo all’eradicazione del numero chiuso.

Ma cosa succederà? Le ipotesi di riforma sono due: prendere a modello il sistema francese o adattare lo stesso al contesto italiano. Il leitmotiv, invece, è unitario: lasciare libera l’iscrizione al primo anno per poi avere una dura selezione per l’accesso al secondo. In tal modo, secondo Giannini “s’iscriverebbero soltanto gli studenti motivati”.

Il Modello d’oltralpe e lo Sbarramento: Se la riforma andasse in porto, e l’abiura ai test d’ingresso relativi ai dipartimenti di medicina 2014 fosse dunque confermata, si verificherebbe, in realtà, uno scenario non del tutto rasserenante. Il modello francese, infatti, è strutturato su due concorsi, uno relativo al primo semestre, e l’altro al secondo, corredati da quiz a risposta multipla inerenti a temi specifici studiati durante l’anno, e corretti con l’ausilio di appositi sistemi informatici.

Il primo anno accademico è incentrato sul principio della libertà di accesso, ed è diviso in due semestri. Al termine del primo, comune a tutti i vari indirizzi, gli studenti devono sostenere una prima prova destinata a vagliare le competenze acquisite. Quelli che non riescono a raggiungere il punteggio minimo possono essere indirizzati verso altre facoltà. Il secondo semestre è, invece, caratterizzato da un percorso di gran lunga più specifico, destinato a terminare con un vero e proprio esame di sbarramento, una prova irta d’insidie che deciderà le sorti degli aspiranti camici bianchi.

Chao ab ordo: e se l’abolizione dei test d’ingresso generasse il caos? Al di là delle perplessità relative alla struttura del modello d’oltralpe, desta scalpore e, in un certo senso, sconcerto, anche un altro aspetto della riforma: le iscrizioni di massa e i relativi disagi strutturali. Sembra, infatti, che non tutti i Rettori abbiano accolto di buon grado l’ambizioso annuncio trasteverino. C’è chi pensa che gli atenei, ed in particolare i dipartimenti di medicina, non sarebbero in grado di reggere l’onda d’urto di circa 70mila studenti.

Ricorso test medicina illegittimo: il punto dell’Avv. Bonetti

Al fin di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi in merito alle irregolarità afferenti ai test primaverili di medicina ed, in particolare, all’accoglimento del ricorso collettivo, Controcampus ha deciso d’intervistare l’Avv. Michele Bonetti, da anni al fianco dell’Udu.

Avv. Bonetti, Lei è uno dei principali artefici del maxi ricorso test medicina illegittimo, come giudica la decisione del Tar?

“Onestamente la decisione del Tar Lazio non mi sorprende e le spiego il perché. Ho avuto l’onore di vivere in prima persona l’evolversi dell’orientamento giurisprudenziale sul punto. Mi riferisco principalmente alla violazione dell’anonimato, per la quale, come avvocato dell’UDU, mi batto da anni, sin dal 2007. Nel 2007, infatti, con il caso di Tor Vergata, noto ai più anche grazie all’attenzione mediatica riservata sul caso da parte della tv nazionale fu accertata l’alterazione dei compiti di determinati candidati e da qui i nostri ricorrenti entrarono in sovrannumero. Poi nel 2008, scoppiò il caso dell’anonimato a Messina, seguito con il mio collega Santi Delia, con cui si dimostrò l’abbinamento tra il nome e il codice e quindi la possibilità di identificare i candidati all’ingresso delle aule. Da Tor Vergata e Messina, partì dunque la nostra campagna in difesa del principio dell’anonimato, sul quale si è pronunciato su un nostro caso e una volta per tutte anche il Consiglio di Stato che con un’adunanza plenaria ha blindato la questione, rilevando l’illegittimità del test. Poi vincemmo al Tar Campobasso, al Tar Cagliari, al Tar Palermo e lo stesso Tar Lazio, differentemente da quanto riportato in modo errato altrove, già prima del 17 luglio si è pronunciato in via definitiva con importanti sentenze emesse proprio sui nostri ricorsi”.

Potrebbe spiegare ai nostri lettori cosa significa riconoscere l’immatricolazione con riserva e in sovrannumero ai ricorrenti?

“L’immatricolazione con riserva è l’immatricolazione alla quale si procede in forza di un provvedimento ottenuto in fase cautelare, che non è definitivo, contrariamente alla sentenza passata in giudicato. Questi procedimenti per l’ammissione sovrannumeraria si chiudono normalmente in fase cautelare, in cui si chiede l’immatricolazione per l’anno accademico in corso, quello da cui si è rimasti fuori per le numerose irregolarità e violazioni subite in sede concorsuale”.

E’ vero che, dopo la seconda udienza, le ambizioni dei riammessi con riserva potrebbero affievolirsi dinanzi ad un’eventuale e definitiva pronuncia negativa? E’ vero che l’intero Test potrebbe essere annullato?

“A seguito dell’immatricolazione con riserva, lo studente ammesso in forza del provvedimento cautelare è di fatto uno studente come tutti gli altri: frequenta i corsi, sostiene gli esami e quindi consolida la propria posizione di studente. Consideri che statisticamente i miei ricorrenti una volta entrati sono i primi del corso. In tal senso, la sentenza definitiva tendenzialmente dovrebbe confermare tale situazione di fatto. Tuttavia, i coraggiosi provvedimenti del Tar Lazio sono ancora provvedimenti provvisori e sono appellabili da parte del MIUR e da parte delle Università. Il problema quindi non è tanto la fase successiva di merito che porterà alla sentenza definitiva, quanto resistere all’eventuale appello. Per questa ragione siamo partiti dai gruppi più fondati, quelli che chiamo ricorsi “pilota”, come ad esempio quello su Bari dell’aula 3, in cui l’assenza del plico e dei tre questionari, unita all’identificabilità del codice “segreto”. I gruppi più fondati cercheranno di resistere nell’interesse di tutti e del collettivo nazionale.

Per ora il Tar si è pronunciato sul sovrannumero e non su un eventuale annullamento delle prove concorsuali, ovvero lo studente e la sua ammissione non incide sulle posizioni di coloro che si sono collocati in posizione utile e nel numero programmato; sulla scia del Consiglio di stato e delle teorie dell’Udu il Tar ha riconosciuto per la posizione di questi studenti un risarcimento in forma specifica ai ricorrenti, consistente nell’ammissione al corso di laurea. Questa è l’ultima posizione espressa dal Tar ma non è escluso che, se metteranno fuori i nostri ricorrenti, si cambi linea d’azione.

L’UDU e il sottoscritto combattano giorno per giorno per un’università pubblica, libera, gratuita e aperta a tutti. Ormai sono passati quasi 4 mesi dall’8 aprile e il Governo di fatto tace. Noi andiamo avanti con i ricorsi, finché non ci sarà una riforma e una sanatoria. Nessuno può fermarci”.

Avv. Bonetti, secondo Lei, alla luce delle recenti pronunce, sarebbe verosimile ipotizzare che, ad oggi, chiunque presentasse ricorso al test medicina avrebbe delle ottime chance di vittoria?

“Quello che posso dirle, come esperto del diritto allo studio, è che in punto di diritto questi test sono illegittimi e che non ci sentiremo vittoriosi sino a quando non verranno completamente aboliti dal nostro sistema universitario”.

Crede che il Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica possa rappresentare una valida soluzione?

“Per chi non ha fatto ricorso vi è ancora la possibilità di impugnare gli atti con un ricorso straordinario esperibile nei 120 giorni successivi alla pubblicazione della graduatoria. Tuttavia invito tutti alla chiarezza: si tratta infatti di un percorso molto lungo che normalmente si conclude in circa 18 mesi. Già in passato abbiamo vinto questa tipologia di ricorso, per cui tra l’altro non è previsto alcun appello. In ogni caso escludo categoricamente la possibilità di fare ricorso straordinario da parte di tutti coloro che hanno già aderito ad un ricorso collettivo con me o con altri colleghi”.

Pensa che il Ministro Giannini non farà l’appello e farà la riforma?

“Come Lei giustamente ha centrato, l’UDU in questi giorni sta cercando di attivarsi politicamente per risolvere la questione per tutti gli studenti. I nostri provvedimenti devono rappresentare lo spunto per risolvere la problematica dei nostri ricorrenti da un lato, e di tutti gli studenti italiani per il futuro dall’altro.
A titolo personale ritengo non insensato un provvedimento di sanatoria per i nostri ragazzi, accompagnato da una riforma provvisoria, modellata sul sistema francese e che funga da volano per l’accesso libero. A mio avviso, sin da ora, gli Atenei più virtuosi, che accoglieranno gli studenti sovrannumerari e non solo, dovrebbero essere premiati in modo non proporzionale nel meccanismo dei finanziamenti pubblici all’università. Insomma l’Ateneo che maggiormente “apre la porta” agli studenti, riceve maggiori fondi ma solo se contemporaneamente rispetti i parametri di eccellenza. Si può aprire la strada ad un nuovo concetto di merito, solo se unito all’ampliamento degli ingressi e alla diffusione della cultura, mantenendo i migliori standard qualitativi per gli atenei”.

Antonio Migliorino

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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto