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Colomba Pasquale: origini, storia e significato del dolce di Pasqua

Redazione Controcampus 17 Aprile 2019
R. C.
07/05/2024

Quando e come nasce la prima colomba Pasquale: quali sono le origini, la vera storia e significato del dolce di Pasqua famoso, dalla ricetta originale, alle varianti più popolari.

Nella tradizione gastronomica italiana, durante le festività pasquali ci sono piatti tipici e tradizionali che vengono solitamente serviti durante il pranzo di Pasqua. Lo sono ad esempio​ ​il capretto e l’agnello arrosto, le uova sode ed il dolce colomba pasquale. Ci sono varie leggende sull’origine della Colomba Pasquale.

Secondo alcuni, la prima apparizione di questo dolce di Pasqua risalirebbe all’invasione di Pavia da parte di re Alboino nel VI secolo. Era il giorno di Pasqua e quando il sovrano longobardo entrò in città, il suo cavallo si fermò all’improvviso. Un uomo con un pane a forma di colomba uscì dalla folla. Lo diede al cavallo, che lo mangiò e se ne andò.

Colpito da questo episodio e come segno di rispetto, il re avrebbe liberato le giovani donne che aveva imprigionato come bottino di guerra.

Un’altra leggenda dice che Agilulfo, un altro re longobardo che voleva invadere le terre del sud, voleva incontrare il monaco irlandese Colombano di cui aveva sentito parlare. Il re serviva colombe (o più probabilmente piccioni) allo spiedo, ma poiché era venerdì santo il monaco, per rispettare l’obbligo di non mangiare carne, rifiutò di mangiarli e diede loro di nuovo la vita. Vedendo le colombe volare nel cielo il re si convertì e decise di servire solo colombe di pane sulla tavola di Pasqua.

Si tratta di semplici leggende o di fatti storici realmente accaduti? Risalire all’origine di questo dessert di Pasqua non è semplice, anche perché sono numerose le storie che si tramandano sui diversi simboli della Pasqua.

Colomba Pasquale: origini e storia del dolce pasquale, quali sono le ricette in Italia

Il re longobardo Alboino, dopo aver conquistato Pavia, chiese ai nobili di portargli in dono il giorno di Pasqua oro, pietre preziose e 12 ragazze di sedici anni. Per l’occasione il cuoco di corte creò un dolce soffice, leggero e profumato, “a forma di colomba per ricordare i decori del duomo di Pavia”, secondo Iginio Massari, celebre pasticcere stellato.

Sul sito Expo ha raccontato nel dettaglio la storia della colomba pasquale. “Al primo morso Alboino esclamò ‘che bontà! Da oggi in poi bisogna portare rispetto alle colombe‘”. E quando, poco dopo, iniziarono a sfilare davanti al re le giovani che avrebbero dovuto essere il suo premio, “alla domanda del sovrano, ‘come ti chiami?’, la prima ragazza rispose ‘Colomba’”, si legge sul sito. Fece lo stesso la seconda, e così via. Alla fine, “per non rimangiarsi la parola data, le fanciulle furono liberate. Da allora la colomba è simbolo di pace e concordia”.

Se sono molti i dubbi sulla storia della colomba di Pasqua, altrettante numerose sono le varianti della ricetta originale. Questo dolce è diverso dal panettone, altrettanto famoso e simbolo, invece, della festa del Natale. La ricetta originale della colomba prevede che questo dessert contenga solo pezzetti di arancia candita e non uva passa e cedro, come invece il panettone. L’impasto è più ricco di burro ed è ricoperto di una glassa preparata con albume, zucchero e mandorle. L’aggiunta di alcune mandorle amare dà equilibrio al prodotto.

Varianti del dolce pasquale: dalla ricetta classica a quella farcita

La caratteristica della colomba è rappresentata dal contrasto tra la morbidezza dell’impasto e la glassa croccante. Ci sono diverse varianti alla ricetta classica. C’è quella farcita con una crema a base di uova e panna, come la crema diplomatica, e viene servita con la panna montata. Ci sono poi le colombe farcite con crema al cioccolato, crema pasticciera o con gocce di cioccolato. Solitamente quesa specialità sono decorate con cioccolato, e sono molto decorative per il tavolo della festa.

Un consiglio su come servire questo dolce di Pasqua? Prima di presentarlo a tavola, è necessario liberare la colomba dello stampo di carta in cui è solitamente cotta. Va poi servito con un buon moscato o con un vino bianco di uva passa.

Significato della colomba di Pasqua: perché della forma e ricetta

Nel Libro della Genesi (8: 6-12), viene riportata la seguente storia: “6 E in capo a quaranta giorni, Noè apri la finestra che avea fatta nell’arca, 7 e mandò fuori il corvo, il quale uscì, andando e tornando, finché le acque furono asciugate sulla terra. 8 Poi mandò fuori la colomba, per vedere se le acque fossero diminuite sulla superficie della terra.

9 Ma la colomba non trovò dove posar la pianta del suo piede, e tornò a lui nell’arca, perché c’eran delle acque sulla superficie di tutta la terra; ed egli stese la mano, la prese, e la portò con sé dentro l’arca. 10 E aspettò altri sette giorni, poi mandò di nuovo la colomba fuori dell’arca. 11 E la colomba tornò a lui, verso sera; ed ecco, essa aveva nel becco una foglia fresca d’ulivo; onde Noè capì che le acque erano scemate sopra la terra. 12 E aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa non tornò più a lui.”

Da quel momento in poi, la colomba è il simbolo della riconciliazione tra Geova ed il suo popolo e col tempo divenne il simbolo della pace. E durante il periodo pasquale questa connotazione salvifica viene ancora più accentuata proprio in relazione al sacrificio di Cristo morto sulla croce per salvare l’uomo.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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