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Sciopero scuola del 14 febbraio 2020: chi sciopera e perché

Daniela Saraco 11 Febbraio 2020
D. S.
08/10/2024

Ultime notizie sullo sciopero scuola del 14 febbraio 2020 di docenti e personale ATA: dal perché  agli orari e modalità del blocco dei professori, collaboratori, assistenti educativi e operatori mense che scioperano.

Continuano gli aggiornamenti e news sullo sciopero  generale dei docenti, del personale amministrativo e personale ATA del 14 febbraio 2020. Il mese di Febbraio è interessato da diverse proteste già annunciate in vari settori di pubblico interesse. Con lo sciopero generale del comparto scuola, è a rischio il servizio per l’intero orario scuola e c’è grande preoccupazione per molti.  

Dopo la pubblicazione del decreto Salvaprecari Bis, le polemiche nel mondo della scuola continuano a crescere. Nonostante la nuova ministra Azzolina aveva preannunciato di emanare il bando per nuovi concorsi, gli operatori scolastici continuano le loro proteste.

In un periodo storico come il nostro, di crisi, disagi e disoccupazione, molte categorie si sentono maltrattate dallo Stato e, tra le possibili forme, quella più utilizzata per manifestare il proprio disagio è la protesta.

Ma quali sono i motivi dello sciopero del 14 febbraio 2020? Il comparto scuola protesta per la stabilizzazione di tutti i precari, richiede l’adeguamento degli stipendi per tutti i docenti, la stabilizzazione dei DSGA facenti funzione e del personale ATA, l’internalizzazione degli educatori.  Dunque, lo sciopero del 14 febbraio 2020 prevede la partecipazione di tutti quelli che lottano per le molte contraddizioni ancora presenti. Non ultima l’intenzione di  congelare i concorsi annunciati  così da stabilizzare i precari sul piano lavorativo.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri con nota del 13 gennaio 2020, ha proclamato lo sciopero nazionale del Comparto Istruzione e Ricerca, per tutto il personale scuola per l’intera giornata di venerdì 14 febbraio 2020. Ecco chi sciopera, perché e dove sono organizzate le manifestazioni di protesta.

Motivi dello sciopero scuola del 14 febbraio 2020: chi aderisce e perché sciopera

Moltissimi i lavorati del comparto scuola che aderiscono allo sciopero della scuola 14 Febbraio. La manifestazione è stata indetta per protestare contro il decreto scuola e le procedure concorsuali. Protestano, inoltre, contro il taglio degli Organici di Docenti e Ata delle scuole e per un aumento degli organici. Tenendo presente che  non è ridotto il  numero di alunni per classe, le risorse sembrano davvero poche.

Le cooperative degli operatori servizi mensa e assistenti educativi sono in prima linea per unirsi agli insegnanti  e al personale ATA. Protestano perché  in alcuni territori cominciano a lavorare ad ottobre così che i comuni possano risparmiare soldi.  Inoltre molti comuni non hanno adeguato le tariffe secondo gli aumenti contrattuali dell’ultimo rinnovo del C.C.N.L. Altri richiedono una timbratura digitale come forma di controllo. Per la prima volta possono scioperare insieme i dipendenti pubblici, i dipendenti delle Cooperative sociali o di servizi, pulizie, vigilanza e tutti quelli che lavorano nella scuola. 

Chi sciopera il 14 febbraio 2020 e dove si svolgono le manifestazioni

Lo stop generale del 14 febbraio 2020 è stato proclamato da:

  • CUB SUR
  • ADL-COBAS
  • USI-Educazione
  • SGB-Sindacato Generale di Base

Partecipano allo sciopero il  personale docente, ATA, educatori, dirigenti, sia a tempo indeterminato che determinato nonché personale con contratto atipico. Inolte c’è la partecipazione dei precari, educatori e operatori.

Hanno aderito, pertanto,  anche:

  • Il sindacato SIAL COBAS;
  • il Coordinamento Nazionale Precari della Scuola.

In tutta Italia sono organizzati vari punti di protesta, come:

  • Milano ore 10:00 , Corteo largo Cairoli 
  • Bologna,  presso l’Ufficio Scolastico Regionale, come primo importante momento di ripresa della mobilitazione necessaria del mondo della scuola.
  • Cagliari, ore 10:00 in piazza Galilei
  • Sassari,  ore 10:00 nel corso G.M.

Le lezioni, dunque, potrebbero essere a rischio e possibili disagi nel corso della giornata per via dei cortei attesi nelle città principali.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto