>
  • Miraglia
  • Coniglio
  • Ferrante
  • De Leo
  • Napolitani
  • Catizone
  • Antonucci
  • di Geso
  • Rinaldi
  • Bonanni
  • Cocchi
  • Santaniello
  • Quarta
  • De Luca
  • Alemanno
  • Cacciatore
  • Quaglia
  • Baietti
  • Crepet
  • Barnaba
  • Tassone
  • Leone
  • Gelisio
  • Califano
  • Buzzatti
  • Bonetti
  • Boschetti
  • Algeri
  • Casciello
  • de Durante
  • Rossetto
  • Carfagna
  • Chelini
  • Meoli
  • Mazzone
  • Andreotti
  • Scorza
  • Romano
  • Liguori
  • Grassotti
  • Romano
  • Dalia
  • Pasquino
  • Falco
  • Paleari
  • Gnudi
  • Valorzi
  • Bruzzone
  • Ward

Sintomatici Covid: contagiosità, incubazione e quanto tempo dura

Martina Sapio 30 Novembre 2020
M. S.
19/04/2024

Chi sono i sintomatici Covid: significato, contagiosità, incubazione, quanto tempo dura la malattia, quali sono i sintomi, cure, trattamenti  e regole per contatti.

I soggetti colpiti dall’infezione SARS-CoV-2 sono classificati in base a diversi parametri, e sapere cosa vuol dire sintomatici, significato di questa manifestazione dell’infezione, aiuta a capire quale terapia Covid seguire, ad esempio.

Dei sintomatici e asintomatici differenza relativa a contagiosità, terapia da seguire o durata della quarantena, sono solamente alcuni degli aspetti da indagare. Gli individui con sintomatologia contraggono il virus Coronavirus, esattamente come gli asintomatici e i paucisintomatici.

E però, differentemente da questi, sviluppano malesseri che vanno da fastidi di media intensità a vere e proprie complicanze gravi. Proprio per questo è necessario informarsi sulla malattia in sé, per quanto tempo resta in incubazione, quanto si è contagiosi e quanto dura. Non sono pochi i casi in cui si è positivi dopo 21 giorni dalla manifestazione dei malesseri del virus. Ma non solo: bisogna sapere anche quali sono le cure somministrate alle persone che appartengono a questa condizione, e le regole previste per il contatto con gli altri.

Questa tipologia di soggetti, sono certamente quelli che gli esperti e l’opinione pubblica guardano con più interesse, e per vari motivi. Il primo, più evidente, è che sono tendenzialmente quei soggetti che occupano i reparti ospedalieri. Questo ovviamente non significa che in tutti i casi l’infezione si aggrava a tal punto da richiedere l’ospedalizzazione. Ma in ogni caso è un punto che non può essere ignorato. Al di là di questo viene poi in rilievo l’opinione, non del tutto vera ma molto diffusa, che le persone con sintomi sono più contagiose degli asintomatici e di chi presenta malesseri lievi.

Fatta questa premessa sull’importanza di conoscere a fondo la condizione di questi soggetti, vediamo ora meglio i vari aspetti di questa condizione.

Contagiosità sintomatici Covid 19: incubazione e carica virale, cosa fare in caso di contagio

I sintomatici Covid, non sono le più contagiose, ma prima bisogna prima sapere cos’è la carica virale e cosa c’entra con la contagiosità di questi soggetti. Parallelamente, vediamo anche il periodo d’incubazione e come comportarsi.

La carica virale è, in parole povere, quante particelle di virus circolano nel corpo. Una carica virale alta significa che l’infezione è recente o in pieno corso, e diminuisce mentre ci si avvicina alla guarigione. Ma la carica virale, come detto, è importante anche per un altra questione. Quest’ultima, infatti, è di solito direttamente proporzionale alla contagiosità.

In un soggetto sintomatico la carica virale è particolarmente elevata. Di conseguenza, i positivi con sintomi sono più contagiosi di altri soggetti. Va però aggiunto che questa maggiore capacità di diffusione del virus non dipende solo dall’infezione in quanto tale. C’è da considerare che alcuni malesseri, come la tosse e il raffreddore, sono ottimi vettori del virus e contribuiscono ad aumentare il rischio di diffonderlo attraverso i cosiddetti droplets.

Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che il sintomatico resta contagioso in maniera più intensa solo per cinque giorni a partire dall’inizio dell’infezione. Trascorso questo intervallo, infatti, il rischio di contagio si abbassa e si livella con le altre categorie.

I sintomatici Coronavirus sviluppano anticorpi in una percentuale ben precisa. Numerosi studi hanno dimostrato che solo il 12% dei pazienti perde gli anticorpi dopo due mesi (contro il 40% degli asintomatici); è una stima importante perché significa che le difese vengono prodotte in quantità maggiore nell’organismo di un positivo con sintomi.

Per quanto riguarda l’incubazione del virus, il periodo di tempo è uguale per tutte le persone positive. Il tempo medio di incubazione, ovvero l’intervallo dal contagio alla manifestazione dei sintomi, è di cinque o sei giorni.

Quali sono le regole e cosa bisogna fare se si è positivi sintomatici Covid? Le persone positive e che manifestano l’infezione da Coronavirus, devono rispettare le regole della quarantena. Non allontanarsi dal proprio domicilio, evitare il contatto con le altre persone ed utilizzare i dispositivi di protezione personali.

Quanto dura il contagio Coronavirus positivi con sintomi

Questi soggetti, costituiscono la categoria di soggetti che più frequentemente si ammala davvero. E il decorso della malattia per i sintomatici Covid può essere anche lungo, e spesso si è ancora positivi dopo 21 giorni dal primo tampone.

A differenza di chi non presenta sintomi e di chi li presenta in maniera molto lieve, infatti, un caso lieve di Covid-19 sembra durare circa due settimane. La malattia grave (cioè in genere con lo sviluppo della polmonite) dura da tre a sei settimane circa.

Nella peggiore delle ipotesi potrebbe rendersi necessaria l’ospedalizzazione a causa della polmonite interstiziale o di un peggioramento dei sintomi. In questi casi l’aggravamento dei sintomi si presenta dopo circa una settimana dall’inizio, e può continuare a peggiorare per un’altra settimana. Tuttavia, i pazienti vengono generalmente dimessi dall’ospedale dopo due settimane di cure adeguate.

Anche per i sintomatici Covid quanto dura l’infezione da virus è stato mediamente stabilito. Il tempo medio della malattia è fissato a dieci giorni. Dopo questo tempo passato in quarantena, tuttavia, sono necessari tre giorni continuativi senza sintomi per accedere ad un tampone. Se questo risulta negativo, si considera l’individuo guarito dall’infezione, nel senso che la carica virale ancora circolante nell’organismo non è più a livelli di pericolosità.

Vediamo ora quali sono i trattamenti previsti per questi soggetti e le regole da osservare in caso di manifestazione dei sintomi.

Trattamento del virus nei sintomatici e contatti con altre persone

Per i sintomatici Covid la terapia da seguire non è unica. Sono previste cure sia domiciliari che in sede ospedaliera. Analizziamo meglio questi aspetti, ma tenendo sempre conto che trattandosi di una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino. I farmaci costituiscono la c.d. terapia di supporto e servono soltanto a diminuire o alleviare i sintomi.

In questa situazione di emergenza, alcuni farmaci già noti ed utilizzati per il trattamento di altre malattie possono essere usati in pazienti con Covid-19, ma tale trattamento può avvenire solo su prescrizione medica. Si parla di paracetamolo per i sintomi febbrili e l’antibioticoterapia per prevenire eventuali infezioni batteriche.

Cortisone ed eparina non sono autosomministrabili, ma serve l’indicazione specifica del medico perché in realtà sono utili sono in alcune situazioni e non per tutti i soggetti. Allo stesso modo l’ossigeno-terapia, da effettuare non soltanto con il consenso del medico, ma anche con il suo monitoraggio. Utile è anche la misurazione del saturimetro, che misura il livello di ossigenazione nel sangue; quest’ultimo strumento va usato tenendo conto che non tutti partono però dalle stesse condizioni di base.

Per quanto riguarda le regole previste, sono quelle già spiegate sopra. Bisogna osservare la quarantena, sono i soggetti che più rischiano di diffondere la malattia. Non lasciare il proprio domicilio, indossare i dispositivi di protezione personali, tenersi a distanza dalle altre persone.

Per questa categoria è prevista una quarantena obbligatoria di dieci giorni, poi dopo tre giorni senza sintomi il tampone. Se negativi, si può uscire. Ma ci sono casi di positivi c.d. a lungo termine. Se  dopo questo periodo si è privi di sintomi ma si continua a risultare positivi, la quarantena può essere prolungata a ventuno giorni. Dopo questo periodo, se i sintomi non si presentano da almeno una settimana, si potrà interrompere l’isolamento.

© Riproduzione Riservata
© Riproduzione Riservata
Martina Sapio Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, scrivo per la sezione Attualità e vedo nel giornalismo il modo migliore di mettere in pratica le mie conoscenze. Ho sempre amato scrivere così come ho sempre amato informarmi sul mondo che mi circonda, sul suo modo di cambiare e di evolversi. Per questo ho deciso di iniziare ad esplorare questo mondo. Capire da quali meccanismi è mossa la nostra società. Mi interesso in particolar modo di politica e di tematiche economiche, sia di carattere nazionale che internazionale, di come queste costanti influenzino tutti noi. Nello scrivere cerco di essere quanto più diretta e chiara possibile: un lavoro di ricerca e di rifinitura che ha come obiettivo la sola, vera informazione. Leggi tutto