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La famiglia: il modello iperprotettivo

Redazione Controcampus 27 Marzo 2012
R. C.
27/03/2024

Nello scorso articolo ci siamo soffermati sul modello democratico-permissivo della famiglia, mentre con questo, continuando nell’analisi assai interessante proposta da Giorgio Nardone, vedremo meglio un ulteriore modello, dei cinque presentati dall’autore, ossia quello iperprotettivo.

Nello scorso articolo ci siamo soffermati sul modello democratico-permissivo della famiglia, mentre con questo, continuando nell’analisi assai interessante proposta da Giorgio Nardone, vedremo meglio un ulteriore modello, dei cinque presentati dall’autore, ossia quello iperprotettivo.

Innanzi tutto, l’autore conferma un’opinione che anche noi ci eravamo costruiti circa questo modello e il periodo storico attuale italiano, ossia che esso rappresenti, in effetti, il modello prevalente della nostra cultura odierna.

Si tratta, in effetti, di una famiglia “sempre più piccola, chiusa e protettiva, nella quale gli adulti si sostituiscono continuamente ai giovani, rendono la loro vita più facile, cercano di eliminare tutte le difficoltà, fino a intervenire direttamente facendo le cose al loro posto” (Nardone G., Giannotti E., Rocchi R., 2010, Modelli di famiglia, TEA Edizioni, Milano, pg. 45).

Lo stile comunicativo presente in questo tipo di famiglie è davvero specifico ed assai riconoscibile, perché è qualificabile, nella sua dimensione generale, come ridondante e con le seguenti caratteristiche: “le parole e i gesti dei genitori enfatizzano la dolcezza, l’accoglienza, il calore, la protezione, l’amore (Nardone G., Giannotti E., Rocchi R., idem:46), all’interno di una relazione genitori-figli basata su un vero e proprio “pronto soccorso”, cioè con un immediato intervento genitoriale di fronte alla minima difficoltà del figlio.

Gli argomenti principali della comunicazione tra adulti e figli sono quelli legati alla preoccupazione per la salute fisica, l’aspetto estetico, il tipo di alimentazione, gli insuccessi/successi scolastici, le abilità sportive e la socializzazione, affrontati nella relazione attraverso domande sul “come”, “quando” e “dove”, con lo scopo di anticipare qualsiasi frustrazione o difficoltà.

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I figli, dal canto loro, nel tentativo di autonomia, se mantengono in privato alcune loro considerazioni oppure azioni, subiscono rimproveri subliminali, ossia diventano vittime di atteggiamenti non verbali squalificanti, come silenzi, “musi lunghi”, innescando inevitabilmente un profondo senso di colpa verso il genitori.

Le regole esistenziali famigliari sono le seguenti: “a), la madre è ancora la «responsabile designata culturalmente» (costantemente preoccupata di non essere una madre «sufficientemente buona») dell’educazione e dei comportamenti del figlio a essa conseguenti; b), il padre spesso è come la madre, per cui entrambi sono perfettamente d’accordo sulla missione di genitori, e dimenticano di essere prima di tutto una coppia. Oppure il padre non è più il detentore delle regole, ma un osservatore esterno inascoltato, spesso squalificato dalla moglie per il suo scarso interventismo; c), fare tutto il possibile perché il figlio sia all’altezza degli «status symbol» prevalenti (essere vestiti alla moda, fare attività extrascolastiche, avere il motorino, naturalmente il telefonino: essere non solo come gli altri, ma avere di più); d), i genitori sono raramente capaci di intervenire con correttivi autorevoli. In altri termini non sono capaci di punire; e), (…), ogni regola può cambiare quando risulta troppo punitiva o frustrante per il figlio; f), la richiesta principale rivolta al figlio è quella di accettare i privilegi che la situazione offre con l’unico vicolo di non fare resistenza; g), chi si oppone, non perde alcun privilegio né l’amore dei genitori, rischia soltanto di farli soffrire” (Nardone G., Giannotti E., Rocchi R., ibidem:47).

Da questo insieme di regole, che sono veri e proprie ingredienti dello stile di vitafamigliare presente in questo modello, emergono conseguenze importanti a livello comunicazionale e semantico, e in particolare le seguenti regole, esplicite oppure implicite: a), i figli comprendono subito che non vanno mai incontro a conseguenze gravi ed irrevocabili, se non rispettano alcuni desiderata genitoriali; b), i genitori quanto i nonni sono nella facoltà e volontà di intervenire al posto dei figli/nipoti quando ad essi si pongono problemi; c), tutto ciò che è gratificazione, come premi e regali, è ovvio e scontato, e può essere dilazionato nel tempo anche e non prevede impegno o sforzi, perché le cose si ottengono per diritto, proprio in nome del fatto che io esisto e sono straordinario.

Le ulteriori conseguenze esistenziali che questo modello famigliare propone, siano essere avvertite subito che dopo un certo periododi tempo, quando purtroppo può diventare più complesso intervenire specialisticamente saranno: a), i singoli individui della famiglia non possiedono una vera e propria loro identità, perché tutto appare sempre confuso, a vantaggio dell’uno oppure dell’altro; b), tanto i successi quanto gli insuccessi sono situazioni qualificanti il genitore in primis, e non il figlio; c), in questa situazione, il figlio diventa un simbolo di integrazione sociale positiva oppure negativa, qualificando ulteriormente il ruolo dei genitori in questo gioco, ed escludendo il figlio da sogni autonomi.

Dire al proprio figlio: “Vedi, amore mio, io faccio tutto questo proprio perché ti amo”, può nascondere, in effetti, in questo tipo di famiglia, un ulteriore e più sostanziale messaggio: io faccio tutto questo, caro figlio, perché temo che tu da solo non sia in grado di farlo, avendo la sensazioni che tu sia un incapace.

E il figlio diventa incapace, perché tale dubbio semantico si trasforma in profezia… con il rischio che si autoadempia durante l’adolescenza. Troviamo allora figli arresi, che hanno lasciato datempo la loro vita nelle mani dei propri genitori, verso i quali provano un debito di riconoscenza che li tiene in gabbia, dimostrando al mondo tutta la loro inettitudine.

Alessandro Bertirotti

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto