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Hollande e “l’affaire” Peugeot, intanto operai manifestano

Redazione Controcampus 30 Agosto 2012
R. C.
05/10/2024

Migliaia di operai continuano a manifestare davanti ai cancelli di Aulnay, nella speranza che il presidente Hollande.

Nella difficile congiuntura economica mondiale in cui si trovano i mercati, l’industria automobilistica non fa eccezione, e la storica casa costruttrice francese ricorre ai licenziamenti.

La forza lavoro dell’industria automobilistica francese, una delle più antiche insieme a quella italiana, conta circa 400 mila persone, che non significa soltanto 400 mila famiglie ma vuol dire anche un significativo numero di punti percentuali sul PIL nazionale.

Se si considera, poi, che da tempo i famosi marchi Peugeot e Citroën compongono una unica realtà economica fusa sotto il gruppo PSA (Peugeot-Citroën Societé Anonyme), si inizia a parlare di a parlare di fatturati annuali nell’ordine di decine di miliardi di euro e di una realtà che oltre i confini francesi è divenuta l’ottavo gruppo automobilistico mondiale (la sorella-concorrente Renault si colloca al quinto posto essendosi fusa con la giapponese Nissan).

Di fronte a numeri così grandi, è inevitabile che anche gli effetti negativi della crisi finanziaria globale si ripercuotano in modo proporzionale sui risultati di gruppi così mastodontici: questo, poi, a maggior ragione in un mercato, quello automobilistico, dove già da alcuni anni il segno meno è diventato la regola ed il segno più l’eccezione.

Ed infatti, in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre 2012, il gruppo PSA ha annunciato il taglio di circa 8000 posti di lavoro, prevedendo di chiudere uno dei siti produttivi storici dell’azienda (quello di Aulnay-sous-Bois, comune alla periferia di Parigi noto per le rivolte delle banlieues del 2005) e ridimensionando l’organico dello stabilimento di Rennes, che scenderà da 5500 a circa 3800 dipendenti.

Il CEO del gruppo, Philippe Varin, ha dichiarato che l’entità e la durata della crisi si sono rivelate tali da rendere inevitabile una soluzione di questo tipo. Dall’altra parte c’è chi non ha mancato di sottolineare che pochi mesi fa, sostenendo la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, lo stesso Varin aveva assicurato che malgrado le difficoltà, fabbriche come quella di Aulnay non sarebbero state toccate.

Ad oggi la realtà è diversa: PSA stima una perdita netta complessiva di 800 milioni di euro nel 2012, dopo la contrazione di vendite pari a quasi il 50% registrata nel 2011. Ai più attenti, probabilmente, qualche sospetto era già venuto, quando a gennaio di quest’anno, nell’imminenza dell’inizio della stagione sportiva automobilistica, fece abbastanza scalpore l’annuncio del ritiro di Peugeot dal Campionato mondiale Endurance (il campionato all’interno del quale si disputa la 24 ore di Le Mans, considerata la competizione più importante al mondo per ogni costruttore); nella nota ufficiale si leggeva che Peugeot, dopo la felice partecipazione del 2011 (secondo posto assoluto alla 24 ore), non avrebbe proseguito nello sviluppo del nuovo modello ibrido da corsa (la Peugeot 908 HDI Hybrid4), intendendo concentrare i propri sforzi economici sui nuovi modelli di produzione in uscita nel corso dell’anno.

Dato il prestigio acquisito da PSA nelle competizioni sportive e considerata l’importanza mediatica del campionato Endurance, nel quale, più che in ogni altra serie, le case costruttrici sperimentano soluzioni all’avanguardia da riproporre, poi, nelle auto destinate alla produzione di massa, a pochi sfuggì che dietro la mossa del costruttore francese si nascondessero seri problemi di natura finanziaria.

E gli stessi problemi hanno addirittura portato PSA da un lato, a mettere in vendita la propria prestigiosissima sede di Avenue de La Grande Armée nel cuore parigino, per una cifra di poco superiore ai 245 milioni di euro, dall’altro a stringere una partnership con General Motors per condividere piattaforme produttive al di fuori della nazione.

Uno stillicidio di contromisure non proprio favorevole all’immagine del mercato industriale francese, tanto da far infuriare il neo ministro al Rilancio Produttivo Arnaud Montebourg, il quale dopo aver convocato il management di PSA ha chiesto chiarimenti sul piano di risanamento presentato dal costruttore, in particolare chiedendo come fosse possibile che in questo quadro di crisi, il maggiore azionista del gruppo (la famiglia Peugeot, rappresentata dal nipote del fondatore Thierry), abbia visto entrare nelle proprie casse 78 milioni di euro di dividendi nel solo 2011.

Proprio Montebourg, per il quale l’annunciato piano di licenziamenti di Peugeot non è sicuramente stato un buon biglietto da visita da mostrare ai sostenitori del nuovo governo socialista di Francois Hollande, è finito al centro di un duro attacco di Le Monde Dyplomatique, che attraverso la penna di Fréderic Lordon lo ha accusato di aver fatto finta di non vedere fin da subito il «calvario annunciato» di PSA come di altre aziende francesi, con il risultato di ritrovarsi in un punto di non ritorno accompagnato allo choc sociale della perdita del lavoro.

La risposta del governo francese è stata, va detto, piuttosto determinata e celere: alla fine di luglio il primo ministro Ayrault, dopo aver definito «inaccettabile» la chiusura della fabbrica di Aulnay, ha reso noto che in favore dell’acquisto di veicoli ibridi saranno immediatamente stanziati 150 milioni di euro, con lo scopo di far ripartire la filiera produttiva automobilistica e contenere gli effetti drastici di quello che da tempo è un calo lento e generalizzato delle vendite. Agli incentivi sulle immatricolazioni si aggiungeranno, a partire dalla prossima finanziaria, 350 milioni di euro per la ricerca nella produzione di veicoli ecologici di ultima generazione e altri 450 milioni di euro di finanziamenti destinati al riammodernamento dei siti produttivi per consentire ai produttori di ammortizzare le spese nell’adattare gli stabilimenti alle nuove tecnologie.

Dal canto suo, Philippe Varin si è subito affrettato a commentare come «eccellenti» le scelte del governo, ma la questione dei licenziamenti è ancora al vaglio del governo. Nel frattempo, migliaia di operai continuano a manifestare davanti ai cancelli di Aulnay, nella speranza che il presidente Hollande, che si è detto dalla parte dei lavoratori e che proprio nel giorno del suo insediamento scelse come auto presidenziale una fiammante ibrida di casa Citroën, possa approdare a scelte “eccellenti” anche per tutti loro.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto