L’iniziativa consentirà di individuare nuovi indicatori di vulnerabilità a scala sia nazionale che locale, questi ultimi in grado di supportare la scelta delle migliori tecniche di mitigazione della vulnerabilità attraverso l’adozione di servizi ecosistemici.
Si è tenuta a Modena in coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Acqua la conferenza di medio termine del Progetto CC-WARE (Mitigating Vulnerability of Water Resources under Climate Change).
Si tratta di un progetto europeo che coinvolge 11 paesi appartenenti al sud est europeo – South East Europe (Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia, Italia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Croazia e Moldavia), che mira ad individuare nuovi indicatori di vulnerabilità quali-quantitativa della risorsa idrica in grado di tenere conto tanto dei cambiamenti climatici che delle trasformazioni socio-economiche attese fino al 2050. Organizzata dall’Agenzia Regionale per la Protezione e l’Ambiente dell’Emilia Romagna – ARPA, partner italiano del progetto, e dall’Unimore, che le offre collaborazione sul piano scientifico insieme all’Università di Bologna, l’appuntamento si è proposto di rappresentare anche un contributo alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle problematiche connesse alle gestione delle risorse idriche e, in particolare, di quelle idropotabili.
Durante il convegno, è stato evidenziato non solo lo stato dell’arte per quanto riguarda le conoscenze circa l’entità dei cambiamenti climatici attesi negli anni fino al 2050 e le potenziali conseguenze che tali cambiamenti potranno avere, a scala europea, sulle risorse idriche, e segnatamente su quelle idropotabili, ma anche di presentare una prima mappatura della vulnerabilità delle risorse idriche al cambiamento climatico, evidenziando le aree più critiche dove ci si può attendere che il cambiamento climatico possa mettere a repentaglio la disponibilità di risorse idropotabili.
ARPA-ER e l’Unimore hanno avuto modo di illustrare l’approccio seguito dalla due istituzioni nello studio e nel monitoraggio delle acque sotterranee nell’area Appenninica della Regione Emilia Romagna. <Tale approccio innovativo – ha spiegato la dott.ssa Donatella Ferri di ARPA Emilia Romagna, responsabile del Centro Tematico Regionale Sistemi Idrici e del progetto CC-WARE per ARPA-ER – è finalizzato ad evidenziare lo stato quali-quantitativo di tale risorsa ed a stimare in che misura i cambiamenti climatici potranno avere conseguenze su di essa. In qualità di ente strumentale, l’ARPA potrà fornire adeguato supporto alla Regione Emilia Romagna per l’attuazione di politiche di pianificazione attualmente in corso in relazione alla revisione dei piani di gestione dei distretti idrografici, che sono lo strumento di tutela delle risorse idriche previsto dalla direttiva quadro sulle acque>.
Molti dei contributi presentati hanno consentito di porre l’accento sul fatto che diversi tipi di ecosistemi e corrette pratiche di gestione agro-forestale possono consentire di mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulle risorse idriche: i potenziali benefici di ciò possono essere stimati a scala di sud-est Europa attraverso l’applicazione di indicatori e, più in dettaglio, in specifici casi di studio fino ad essere assunte all’interno dei piani di protezione e gestione acque, come avvenuto per la Regione Emilia Romagna.
I principali obiettivi del progetto sono:
- definire una strategia transnazionale integrata per la mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche rispetto il cambiamento climatico, individuando le azioni chiave da porre in essere nell’implementazione di piani d’azione nazionali e/o regionali per preservare la risorsa idrica al fine di soddisfare gli obiettivi dei regolamenti e strategie dell’Unione Europea (Strategia Europa 2020, Strategia per la regione del Danubio, Direttiva Quadro sulle Acque e Water Blueprint, Libro Bianco sull’adattamento ai cambiamenti climatici)
- evidenziare in che modo azioni di corretta gestione delle risorse idriche e di tutela e sviluppo di servizi ecosistemici (ESS), in particolare quelle che hanno la capacità di mitigare gli effetti del cambiamento climatico in aree nelle quali viene prelevata acqua destinata al consumo umano, possano mitigare tale vulnerabilità
- trasferire le conoscenze acquisite e sviluppate ed i risultati conseguiti a livello regionale e locale, in modo da rafforzare la capacità istituzionale e le risorse umane a livello nazionale, regionale e locale
- costituire un quadro di riferimento, a livello nazionale, della legislazione e delle strutture istituzionali regionali/nazionali, per attuare la strategia sviluppata a livello transnazionale e garantire un impatto a lungo termine del progetto CC- WARE
- promuovere, in tutti i paesi del SEE (in particolare nei paesi in preadesione) l’implementazione di attività nazionali per la mitigazione della vulnerabilità delle risorse destinate al consumo umano, sulla base di una strategia transnazionale sviluppata congiuntamente
- garantire, attraverso consultazioni, workshop e pubblicazioni, la più ampia diffusione dei risultati del progetto tra i portatori di interesse ed i politici (principalmente dei paesi in preadesione), in particolare riguardo la strategia per l’implementazione di piani d’azione nazionali.
Il progetto è iniziato con l’incontro (Kick-off meeting) svoltosi a Lubiana il 14-15 febbraio 2013 e avrà termine nel novembre 2014. All’interno del progetto, che vede il Ministero austriaco delle politiche agricole e forestali nel ruolo di leader, Arpa Emilia-Romagna svolge il ruolo di partner in rappresentanza delle regioni italiane adriatiche che appartengono all’area SEE. Complessivamente sono coinvolti 11 paesi: Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia, Italia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Croazia e Moldavia.
Le attività progettuali sono organizzate in 5 Work Packages, la terza delle quali si è tenuta, appunto all’Unimore.
<Le tendenze del cambiamento climatico in atto, elaborate nell’ambito del precedente progetto europeo CC-WaterS (Cc waters), – spiega il dott. Hubert Siegel della Austrian Federal Ministry of Agriculture, ente che è Lead Partner del progetto CC-WARE – hanno evidenziato per le regioni del SEE, una correlazione tra l’aumento della temperatura media annua e la diminuzione media delle precipitazioni, ma ad oggi non è stata fatta, su larga scala, alcuna valutazione riguardo le ricadute che tali tendenze potranno avere sulla qualità e quantità delle risorse idriche. Nell’ambito del progetto CC-WARE, oltre i cambiamenti climatici, sono anche considerati i mutamenti socio-economici, che possono essere evidenziati anche dalle modifiche dell’uso del suolo e che determinano pressioni spesso consistenti sulle risorse idriche e avere gravi ripercussioni sulla qualità e quantità della risorsa idrica sotterranea, in particolare sull’uso idropotabile di quest’ultima. Pertanto la valutazione della vulnerabilità delle risorse idriche, che fino ad oggi è stata affrontata in condizioni stazionarie (vulnerabilità intrinseca dei corpi idrici oppure specifica in relazione a diversi inquinanti), con CC-WARE terrà conto dell’effetto prodotto nel tempo sia dai cambiamenti climatici che dai mutamenti socio-economici, considerando tra quelle possibili, le migliori azioni di mitigazione degli effetti negativi sugli aspetti quantitativi e qualitativi della risorsa idrica, ponendo particolare enfasi su quelle connesse allo sviluppo di servizi ecosistemici>.
Le attività di Arpa Emilia-Romagna nel progetto CC-WARE sono svolte in collaborazione con l’Unimore (Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche), attraverso il gruppo del prof. Alessandro Corsini dell’Unimore, e l’Università degli Studi di Bologna (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali) attraverso il gruppo della prof.ssa Lisa Borgatti.
<La valutazione – aggiunge il prof. Alessandro Corsini del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Unimore e responsabile supporto tecnico-scientifico ad ARPA Emilia Romagna – verrà fatta impostando nuovi indicatori di vulnerabilità a scala sia nazionale che locale, ed attuando misure di monitoraggio quali-quantitativo di alcuni importanti corpi idrici montani della Regione Emilia Romagna, al fine di supportare la scelta delle migliori tecniche di mitigazione della vulnerabilità attraverso, eventualmente, l’adozione di servizi ecosistemici. I principali servizi ecosistemici analizzati nel corso del progetto per ottenere un quadro rilevante per la gestione della protezione delle fonti di acqua potabile, sono quelli connessi al razionale sviluppo di silvicoltura, agricoltura e tutela delle zone umide, in relazione alla loro capacità di favorire la fornitura di acqua potabile in quantità adeguata in diverse regioni climatiche. L’attività a scala locale riguarda segnatamente il monitoraggio e lo studio di 3 sorgenti in complessi idrogeologici fratturati, e relative acque sotterranee, collocate nella zona montana di Modena e Reggio Emilia (nei comuni di Palagano, Toano, Carpineti)>.