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Ricorso test medicina 2019 per irregolarità: scadenze e motivazioni

Daniela Saraco 16 Settembre 2019
D. S.
29/03/2024

Ecco come presentare un ricorso test medicina 2019 per irregolarità della prova d'accesso: come fare, date, scadenza e quali motivazioni addurre alla domanda.

I consigli dell’avvocato Michele Galvanico iscritto al consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata (NA).

Il Test Medicina 2019 si è concluso da pochi giorni. Oltre l’attesa per i risultati, molti studenti sono presi dall’ansia dei ricorsi. Difatti, sembra ci siano  già segnalazioni di irregolarità nel corso della prova d’accesso.

Ma come fare ? Entro quanto tempo? A quale organo presentare la documentazione? Cerchiamo di fare chiarezza sull’iter da seguire per presentare ricorso al Test di Medicina 2019. Chi decide di fare ricorso al Test Medicina 2019 deve avere delle motivazioni ben  precise che attestino, quindi, delle irregolarità nello svolgimento della prova.

Difatti, la cosa essenziale per presentare ricorso è dimostrare qualsiasi situazione anomala o non coerente rispetto al regolamento dello stesso test, tipo un plico aperto o manomesso, un cellulare che squilla, errori nella consegna dei codici ai candidati.

Oltre sessantamila  gli studenti che  hanno partecipato al test d’ingresso nella speranza di diventare future matricole.  Per assicurarsi un posto in graduatoria, talvolta, si prova la strada  del  ricorso al Tar. Esistono diversi motivi validi per fare ricorso dopo il test di Medicina qualora non si fosse ottenuto il posto tanto sperato. Tuttavia, bisogna rispettare procedure precise e scadenze inderogabili. Ecco tutte le informazioni necessarie per fare ricorso al test di Medicina 2019.

Come fare ricorso al test medicina 2019 per irregolarità: come funziona e motivazioni

Per presentare ricorso, pertanto,  occorre documentare le  irregolarità che si sono verificate nel corso della prova. Elenchiamo una serie di situazioni anomali da tenere in considerazione per un eventuale ricorso:

  • plichi manomessi
  • mancata verifica dell’identità dello studente al momento della consegna del test
  • presenza di smartphone o di qualsiasi strumento tecnologico
  • persone che suggeriscono o candidati che parlano tra loro
  • consentire la partecipazione al concorso di un candidato ritardatario
  • ritardi nella somministrazione e nell’inizio del test

Ma quale organo si occupa dei ricorsi? E come presentare la documentazione necessaria? Il Tar è l’organo incaricato a queste sentenze  che può intervenire  per la modifica, la revoca o l’annullamento degli atti amministrativi. Ogni candidato può ricorrere al tar  una sola volta secondo tre diversi tipi di ricorso, ovvero :

  • collettivo nazionale,  ha un costo di 10 euro per le spese legali e tende a dimostrare le ingiustizie relative al numero chiuso prendendo in considerazione le eventuali irregolarità avvenute durante lo svolgimento del test;
  • collettivo locale, curato dalle associazioni studentesche locali che prendono in causa le modalità di svolgimento del test di uno specifico ateneo e le eventuali irregolarità;
  • ricorso individuale, tende a dimostrare una irregolarità individuale di un candidato. Le spese in questo caso sono più alte.

Date e scadenze per presentare i ricorsi ai test d’accesso

Il ricorso normale va presentato entro e non oltre  60 giorni dalla data in cui viene resa pubblica la graduatoria di Medicina . Più lunghi sono i tempi a disposizione per presentare il ricorso  straordinario , soltanto in rari casi, ovvero entro e non oltre i  120 giorni. All’atto pratico per fare ricorso bisogna quindi avere sufficiente materiale per presentarsi in tribunale.

L’avvocato Michele Galvanico consiglia: “E’ molto importante rispettare i termini per la presentazione del ricorso, ovvero entro sessanta giorni dalla pubblicazione della graduatoria. Il procedimento innanzi ai Tribunali Amministrativi ha un costo abbastanza elevato. Occorre, infatti, versare un contributo unificato dell’importo di 650,00 euro. Purtroppo i tempi della giustizia non sono dettati dagli Avvocati, pertanto, le tempistiche non dipendono dal professionista incaricato. In ogni caso, per il procedimento amministrativo è prevista una fase cautelare che si espleta in tempi relativamente brevi. In genere un esito favorevole della fase cautelare presuppone un buon andamento del ricorso, quindi spesso si ha una proiezione delle possibilità di vittoria nel giro di pochi mesi. L’esito del ricorso, però, varia da caso a caso, soprattutto in relazione alla doglianza che viene mossa con il ricorso introduttivo.”

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto