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Sciopero personale ATA 11 dicembre 2019 indetto da Feder.A.T.A.

Daniela Saraco 2 Dicembre 2019
D. S.
28/03/2024

Il perché dello sciopero personale ATA  11 dicembre 2019: orari e modalità degli scioperi della scuola che mettono a rischio le lezioni degli studenti.

Feder. A.T.A., la Federazione del personale Amministrativo Tecnico e Ausiliario, ha proclamato lo sciopero nazionale del personale Ata della scuola per il giorno 11 dicembre 2019. Nel mese di dicembre, quindi,  una nuova agitazione, causata dallo sciopero indetto da Feder Ata, che coinvolge il mondo della scuola. Inizialmente fissato per mercoledì 27 novembre, è stato spostato a mercoledì 11 dicembre. Blocco generale per gli operatori scolastici del  comparto del personale tecnico, amministrativo e ausiliario.Tra i punti principali della protesta ci sono sicuramente le assunzioni dei dipendenti delle cooperative in qualità di collaboratore scolastico, saltando di fatto le graduatorie formate negli anni di prima, seconda e terza fascia.

La scuola non riesce a trovare equilibrio. Nel mese scorso si sono susseguite  molte proteste, soprattutto dopo l’approvazione del salva precari bis. Oltre ai docenti che manifestano per i propri diritti, stavolta, a scendere in campo, c’è la componente ATA. Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, chiamato appunto personale ATA, , è composto da persone  che lavorano nella scuola italiana.

La selezione del personale avviene tramite concorso pubblico per titoli e/o titoli ed esami, a seconda della qualifica per la quale si concorre, emanato del MiUR. La figura professionale è definita in tale modo nel CCNL Scuola 1998-2001.

I compiti del personale ATA  sono costituiti da incarichi specifici che, nei limiti delle disponibilità e nell’ambito dei profili professionali, comportano lo svolgimento di compiti di particolare responsabilità, rischio o disagio, necessari per la realizzazione del piano dell’offerta formativa. Per cosa scioperano, dunque, i collaboratori? E perchè? Scopriamolo nel dettaglio.

Motivi dello sciopero del personale ATA 11 dicembre 2019 > scarica circolare MIUR

La Feder. A.T.A. chiede, anzitutto, che nelle assunzioni  la precedenza sia  per  coloro che si trovano in 1ª, 2ª e 3ª fascia. Tra le altre richieste c’è  la pretesa di immissione in ruolo per tutti i profili di assistenti amministrativi FF DSGA; inoltre, richiedono che venga istituito un assistente tecnico per ciascuna scuola italiana.

Il personale A.T.A. protesta anche verso l’inadempienza dell’Articolo n° 36, circa il diritto ad una retribuzione economica in proporzione a qualità e quantità del lavoro da egli svolto.  C’’è, poi, la richiesta  riguardante l’immissione in ruolo su tutti quei posti disponibili e vacanti in organico di diritto.

In merito ai contratti su posti vacanti già sottoscritti, vogliono  la posticipazione fino al 31 agosto, mentre attualmente il termine è fissato al 30 giugno. C’è, inoltre,  la questione degli assistenti amministrativi e tecnici, per i quali viene chiesto lo spostamento all’interno dell’area C, così da svuotare l’area B, mentre per i collaboratori scolastici si richiede lo spostamento all’interno dell’area AS.  Infine, richiedono  una distinzione di ruoli tra DS e DSGA in maniera ben definita. Queste le motivazioni principali  dello sciopero.

Servizi minimi essenziali garantiti durante gli scioperi personale ATA

La Legge 146/90 prevede che in caso di sciopero nei servizi pubblici essenziali, tra cui la scuola, il Dirigente formi un gruppo minimo di lavoratori che non sciopera per garantire le prestazioni indispensabili, detti anche servizi minimi.

Nella scuola si formano contingenti solo per il personale ATA o gli educatori di convitti o educandati e solo in determinate circostanze. Ma quali sono i servizi minimi da garantire? Sono, appunto, i servizi essenziali per il regolare svolgimento delle lezioni, quali:

  • vigilanza per i servizi igienici e durante il servizio mensa;
  • accensione dell’impianto di riscaldamento;
  • raccolta e smaltimento rifiuti;
  • apertura e  chiusura dei locali scolastici;
  • un collaboratore scolastico tecnico per il funzionamento della segreteria scolastica.
© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto