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Scuole chiuse in Italia per Coronavirus: date chiusure, quali e dove

Daniela Saraco 25 Febbraio 2020
D. S.
16/05/2024

Ultimi aggiornamenti per le scuole chiuse in Italia per Coronavirus: quali sono le date di chiusura degli istituti scolastici e dove e prevista la sospensione e blocco delle lezioni nelle zone rosse.

News delle attività didattiche in Italia, le precisazioni del Presidente Conte, le ultime indicazioni sul coronavirus e fake news.

Le ultime indicazioni del gruppo di lavoro del Governo sul coronavirus, costantemente attivo,  riguardano le gite bloccate fino al 15 marzo, i certificati medici  per chi è assente più di 5 giorni, le azioni di prevenzione e la massima allerta per tutti coloro che sono stati, negli ultimi 14 giorni, in una delle zone rosse. Stamattina si è tenuta una riunione tra le istituzioni e i direttori delle Asl per valutare l’eventuale chiusura di tutte le scuole d’Italia, di ogni ordine e grado, in modo da ridurre al minimo i contagi da Coronavirus.

La decisione di chiudere le scuole è in discussione, infatti, proprio oggi durante il vertice tra il Governo e le Regioni, finalizzato a trovare una soluzione comune per tutti gli enti locali sul territorio nazionale, considerando l’espandersi del contagio.

In merito alle scuole non c’è nessuna decisione di chiusura su tutto il territorio italiano. Dunque, le scuole restano aperte. Alcune chiusure sono state decise a livello comunale. Si tratta, pertanto, di scelte autonome prese dai sindaci. Le uniche scuole chiuse sono quelle nelle zone  rosse, ovvero nelle città dove ci sono elevati contagi da coronavirus.

Ma quali scuole restano aperte? Quali chiuse? E per quanto tempo? Vediamo nel dettaglio come è gestita la chiusura delle scuola per coronavirus in Italia.

Scuole chiuse in Italia per Coronavirus e attività di prevenzione: quali, e dove in Italia

L’emergenza legata al nuovo coronavirus ha portato le autorità ad adottare una serie di misure per contenere il contagio. Alcune di esse riguardano le scuole. Ecco le Regioni in cui le scuole restano chiuse:

  • Piemonte,
  • Lombardia,
  • Liguria,
  • Veneto,
  • Emilia Romagna,
  • Trentino-Alto Adige,
  • Friuli Venezia Giulia.

Le scuole rimarranno chiuse fino al primo marzo. Entro il fine settimana il Governo decide se prolungare o riaprire.  Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, almeno fino a mercoledì prossimo saranno chiuse in via precauzionale le scuole di ogni ordine e grado come anche le scuole dell’infanzia e gli asili nido. Stessa decisione è stata presa dal sindaco di Buccino, comune in provincia di Salerno, dove ci sono persone provenienti da Lodi e Piacenza. Alcune scuole restano chiuse anche in Campania. Per l’emergenza Coronavirus sono sospese lezioni e sedute di laurea all’Università. Oltre che negli atenei Lombardi, Veneti, Piemontesi e Romagnoli, anche l’università di  Genova ha  deciso cautelativamente di sospendere per una settimana ogni attività didattica .

Al momento non sono state decise chiusure in altre Regioni. Di conseguenza, attenzione alle notizie false, le così dette fake news, che stanno girando in maniera incontrollata sulla rete e sui social riguardo al coronavirus. Attenersi, dunque, solo alle informazioni provenienti da fonti certe come il Governo o il Miur.

Aggiornamenti sullo  stop alle attività didattiche e fake news su Covid 19

Il governatore delle Marche e quello della Calabria hanno chiesto di chiudere le scuole, nonostante non ci siano casi accertati di contagi al Coronavirus. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha comunicato di  seguire le indicazioni a livello nazionale. A Roma , invece, circola una notizia che riguarda la chiusura delle scuole, ma al momento risulta falsa. Difatti non è arrivato alcun comunicato ufficiale per lo stop delle attività romane.

Di conseguenza, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un comunicato di un’ora fa, smentisce le notizie che stanno circolando su una presunta chiusura, da parte del Presidente Conte, di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Le decisioni prese dal Governo vengono, infatti, comunicate solo attraverso i canali ufficiali.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto