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Chiusura scuole e università per Coronavirus dal 5 al 15 marzo

Daniela Saraco 4 Marzo 2020
D. S.
29/03/2024

Arriva il decreto del consiglio dei ministri che stabilisce la chiusura di scuole e università per Coronavirus dal 5 al 15 marzo in Tutta Italia.

Chiusa la scuola e l’università da domani per emergenza Covid-19: comunicazione del premier Conte, l’ok del Miur e del Ministro della Sanità.

Ecco perché il Governo propone la chiusura degli istituti scolastici dal 5 al 15 marzo.

Scuole chiuse per Covid 19, aumentano i casi di contagio e le misure di prevenzione si fanno più serrate. L’ultimo bollettino comunica i casi in Italia: 2.263 positivi , 79 morti, 160 le persone guarite. Mentre nei focolai lombardi la vita ritorna pian piano alla normalità con misure di prevenzione specifiche, l’epidemia colpisce nuove zone italiane. Ed ora si fa sempre più incalzante l’ipotesi delle scuole chiuse per Coronavirus in Campania, Lombardia, Veneto, Toscana e in tutte le regioni d’Italia.

I Governatori delle Regioni assumono decisioni singolarmente. L’autonomia regionale è, difatti,  sancita dalla Costituzione.

Il governo sta svolgendo un incontro tecnico a Palazzo Chigi con l’istituto di Sanità Superiore per decidere la chiusura delle scuole e università fino a metà marzo. Il premier Conte , sulla chiusura di scuole e università, si è affidato al parere della commissione scientifica che già ieri aveva consigliato la chiusura per un mese degli eventi sportivi in tutto il Paese. Il Ministro della Salute di Roberto Speranza, è favorevole alla chiusura. L’annuncio ufficiale sarà probabilmente comunicato dal presidente del Consiglio in serata.

Ma il Miur cosa ne pensa? Il Ministro Azzolina conferma? Il Ministro dell’istruzione comunica: “Abbiamo chiesto un approfondimento al comitato tecnico-scientifico. Nel frattempo continuano le lezioni a distanza per gli studenti delle scuole rosse”. Azzolina dichiara ancora:” Lunedì mi sono collegata con una scuola di Melzo, l’altro giorno con una di Vo’. Ho conosciuto realtà splendide, ho visto che sta venendo mori l’orgoglio di docenti e famiglie. La chiusura della scuola è anche una questione emotiva. Ha a che fare con la socialità, con la normalità della vita quotidiana. Bisogna far sì che gli insegnanti non lascino soli i loro studenti, soprattutto i più piccoli.

Il Governo, dunque, vuole chiudere scuole e università. Ma perchè? Ecco i dettagli.

Chiusura scuole e università per Coronavirus dal 5 al 15 marzo: emergenza Corvid-19

L’emergenza del coronavirus porta le autorità ad adottare una serie di misure per contenere il contagio. Alcune di esse riguardano scuole e  atenei. Gli ultimi casi di contagio nella regione Campania ha colpito tre docenti. E’ di ieri la notizia del professore risultato positivo al Coronavirus, in quarantena dalla settimana scorsa. L’inizio dei corsi del secondo semestre sono posticipati di una settimana per la facoltà di architettura della Federico II. Due casi di coronavirus sono stati confermati nell’istituto comprensivo Don Bosco-D’Assisi di Torre del Greco. E un terzo caso sospetto emerso in serata. Il sindaco Giovanni Palomba ha imposto la chiusura delle scuole fino al venerdì 7 marzo per contrastare la diffusione del coronavirus sul territorio cittadino.

Inoltre ha chiuso tutte le strutture pubbliche e private nonché ha sospeso la frequenza delle attività  di formazione superiore e ogni attività che coinvolga le altre strutture come le palestre.

Una donna, inoltre, è stata trovata positiva al coronavirus al Campus Bio-medico di Roma. La donna è stata trasferita allo Spallanzani nella serata del 3 marzo. La donna presentava sintomi come febbre e polmonite già da lunedì 2 marzo, e nel giro di un’ora era stata messa in isolamento e sottoposta al tampone.

Nuovo decreto legge sulle scuole chiuse per Coronavirus

Il governo, dunque, avrebbe deciso per la chiusura di tutte le scuole per arginare l’emergenza coronavirus. Lo stop delle attività di scuole e atenei dovrebbe durare almeno fino a metà marzo. Il provvedimento arriverebbe con un nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.  Sarebbe il terzo finora. Lo stop alle attività scolastiche su tutto il territorio nazionale, e non solo nelle zone rosse e arancioni, potrebbe già arrivare per stasera o al massimo per lunedì prossimo.

Di conseguenza, con la chiusura degli istituti, è preferibile seguire le misure di prevenzione in  tutti i luoghi pubblici. La cittadinanza deve comunque attenersi a quanto riportato nel nuovo decreto.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto