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Andate in bici

Redazione Controcampus 20 Giugno 2005
R. C.
24/04/2024

Negli ultimi anni è andato via via aumentando il numero di cicloamatori: si contano, anche se pian piano, sempre più fan della bicicletta, sia nelle sNegli ultimi anni è andato via via aumentando il numero di cicloamatori: si contano, anche se pian piano, sempre più fan della bicicletta, sia nelle sovraffollate città sia nelle salutari stradine di campagna.

Il mezzo di trasporto in questione è utilizzato sia per recarsi al lavoro sia per trascorrere un po’ del poco tempo a disposizione all’aria aperta, soprattutto nelle ideali giornate primaverili e autunnali.
La bici non inquina, si districa facilmente nel traffico, permette di tenersi in forma e di circolare anche nelle giornate in cui è predisposto dall’amministrazione comunale il blocco della circolazione…

Affinchè, però, le passeggiate siano sempre sicure è bene tenere a mente che anche chi circola in bici, così come automobilisti e pedoni, deve rispettare il codice della strada.
Quando si conduce una bicicletta deve farsi molta attenzione: sono migliaia ogni anno gli incidenti che vedono coinvolti ciclisti e centinaia tra questi i morti. Spesso sono i bambini a subire danni anche perché, troppo spesso, non sono a conoscenza nemmeno delle basilari norme di circolazione. Nel corso del 2002 sono stati oltre 10.000 i sinistri che hanno interessato i velocipedi. Risultato? Oltre 300 morti e 10.000 feriti circa. Quindi, prima di lasciare che i piccoli si avventurino da soli per le strade è bene che sappiano come comportarsi.

Ora, un breve ripasso delle norme principali…. Siete sicuri di conoscerle tutte? Prima, però, scopriamo cosa sono le biciclette, denominate dal C.d.S. “velocipedi”. Viene in aiuto l’articolo 50 che definisce velocipede un “veicolo con due o più ruote funzionante a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico, la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando raggiunge i 25 chilometri orari o prima se il ciclista smette di pedalare”. In merito alle dimensioni le biciclette, per essere considerate tali, non possono superare 1,30 metri di larghezza, 3 metri di lunghezza e 2,20 metri di altezza.
Procedendo nella lettura del C.d.S. ci si imbatte nell’articolo 68 che definisce le “caratteristiche costruttive e funzionali e dispositivi di equipaggiamento dei velocipedi”. Caratteristica essenziale cui un velocipede non può prescindere è il pneumatico: in particolare non è possibile, per i possessori di vecchie bici magari del secolo scorso, circolare con ruote in legno. Quindi, chi possedesse tali mezzi, per poter liberamente circolare su percorsi non di proprietà privata, dovrà necessariamente provvedere alla sostituzione delle ruote. Per la frenatura il velocipede deve essere dotato di un impianto indipendente per ciascun asse che agisca in maniera pronta ed efficace. Ogni bicicletta dovrà, inoltre, essere munita di un campanello per le segnalazioni acustiche che si deve “percepire ad almeno 30 metri di distanza”. Quanto alle segnalazioni visive, i velocipedi dovranno essere dotati anteriormente di luci bianche o gialle, posteriormente di luci rosse e di catadiottri rossi. Ai pedali devono essere applicati catadiottri gialli ed analoghi dispositivi devono essere applicati sui lati della bicicletta. In merito all’utilizzo di tali dispositivi, c’è l’obbligo di utilizzarli da mezz’ora dopo il tramonto e durante tutto il periodo dell’oscurità, e durante il giorno se le condizioni atmosferiche lo richiedono. In caso di assenza di tali dispositivi, si dovrà condurre il veicolo a mano. Giova precisare che tali dispositivi sono obbligatori e non consigliati, quindi “chiunque circola con un velocipede senza pneumatici o nel quale alcuno dei dispositivi di frenatura o di segnalazione acustica o visiva manchi o non sia conforme alle disposizioni stabilite è soggetto a sanzione amministrativa”.
E’ vietato, inoltre, il trasporto di persone sulla bicicletta, a meno che non si sia maggiorenni ed il trasportato non abbia ancora raggiunto gli 8 anni e sia alloggiato nell’apposito seggiolino omologato. Il seggiolino deve essere rigido e deve essere munito di schienale, braccioli e sistema di ritenuta. Nel caso in cui il bambino abbia almeno 4 anni e il seggiolino sia posto posteriormente rispetto al conducente, il seggiolino può essere sprovvisto di braccioli. Il sistema di ritenuta, in particolare, deve essere realizzato con bretelle o cinture di contenimento; deve, inoltre, essere presente nella parte inferiore del seggiolino una struttura di protezione per i piedi del bambino che ne impedisca eventuali piccoli incidenti. Sul seggiolino debbono essere stampati l’anno di produzione ed il nome della ditta produttrice o, nel caso sia prodotto al di fuori dell’Unione Europea, della società importatrice. Sul tandem o quadriciclo, se omologato, è possibile trasportare tanti passeggeri quanti sono i posti provvisti di sellino, per un massimo di quattro compreso il conducente.
Non si possono condurre o trainare animali, cosa che, invece, avviene frequentemente all’interno dei centri abitati, durante la marcia: questo è consentito solo nel caso il nostro “amico” venga sistemato in apposita struttura, assicurata al veicolo, che non sia di ostacolo alla visuale.
In assenza di divieti per particolari categorie di velocipedi, si deve circolare col proprio velocipede sulle piste ciclabili, ove presenti.
E’ superfluo ricordare di rispettare la segnaletica stradale: il fatto di essere alla giuda di una bicicletta non ci autorizza ad ignorare un segnale di divieto d’accesso o di stop. In particolare, i ciclisti (art. 143 C.d.S. e successivi) devono circolare il più possibile vicino al margine destro della carreggiata, anche quando la strada è libera: questo non vale nel caso si debba effettuare una svolta a sinistra. Si devono, inoltre, evitare scarti improvvisi o movimenti a zig-zag. In caso di svolta, essendo sprovvisti di indicatori di direzione, si deve segnalare con un braccio la direzione che si vuole prendere. Giova precisare che non è possibile circolare con i velocipedi su autostrade e su strade extraurbane principali.
I ciclisti (art. 182 C.d.S.) devono, generalmente, procedere in fila indiana e comunque mai affiancati in numero superiore a due. In particolare, fuori dai centri abitati, l’affiancamento è vietato: unica eccezione si osserva nel caso uno dei due velocipedi sia condotto da persona avente meno di 10 anni.
Alla guida del veicolo si deve sempre poter disporre liberamente di braccia e mani e si deve sempre tenere il manubrio con almeno una mano. Si deve, inoltre, avere sempre libera visuale sia frontale sia laterale.
E’ vietato trainare o farsi trainare da altri veicoli. In caso di pericolo o di intralcio per i pedoni, il velocipede dovrà essere spinto a mano: tale eventualità si presenta, ad esempio quando si circola nelle strade sede di mercati o manifestazioni o quant’altro raccolga un numero elevato di persone.
Buona norma è guidare con prudenza. Bisogna ricordarsi che ci si trova su strada e il pericolo è sempre dietro l’angolo! In bici è bene tener da conto quanto appena detto, in caso contrario si rischia non solo una spiacevole contravvenzione ma, soprattutto, l’incolumità propria e degli altri.
Anche per i ciclisti sono previsti sistemi di protezione: caschi più piccoli di quelli utilizzati dai motociclisti. Il loro utilizzo è obbligatorio soltanto per chi disputa competizioni sportive: non è, però, cattiva abitudine infilarlo anche per affrontare la più tranquilla delle passeggiate. Indossatelo! Non aspettiamo che intervenga una legge a salvare centinaia di vite!
Mettiamo il casco di testa nostra!
In collaborazione con www.autosix.com

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto