Marco Coraggio e Carlo Dall’incontro con una milanese doc (Elena Antognazza, penultima ospite di questa rubrica) a quello con due salernitani veraci. Marco Coraggio e Carlo Quadrino, il primo direttore artistico e il secondo responsabile della comunicazione del progetto Genomart, istituito nel 2001: un portale Web dedicato all’arte digitale ma con aperture a tutte le forme dell’arte contemporanea. Gli è piaciuto Premio Web Italia e ne è nata una collaborazione: dapprima come selezionatori e giurati e, nel prossimo anno, nella realizzazione della prima edizione di un evento nuovo (del quale per adesso non sveliamo nulla). Unico difetto: si dilungano un pochino nelle risposte… (quando la smettono di farsi fotografie!)
GenomART “Opificio multimediatico per la ricerca nel campo della genetica dell’ Arte digitale”. Si intuisce un ambizioso progetto: non solo ospitare l’arte, bensì crearla. E’ così?
E’ proprio così. GenomART nasce fondamentalmente come laboratorio artistico spontaneo di ricerca estetica che attinge nelle tematiche della genesi e della tecnologia unendole strettamente al mondo dell’arte. Eravamo, per così dire, solo artisti digitali. L’idea di sviluppare un portale Web come contenitore d’arte digitale ci è venuta in seguito attraverso lo sviluppo di contatti con artisti.
La nostra ambizione è riuscire a creare un modo originale di vedere le nuove tecnologie e i linguaggi che le esprimono con delle caratteristiche essenzialmente nostre e non più importate dall’Oriente, dal resto dell’Europa o dagli Stati Uniti.
Sul vostro portale date spazio ad artisti emergenti (nella GAP-Galleria d’Arte Permanente), con una forte caratterizzazione territoriale. Ormai siete un punto di riferimento per chi fa arte nel Salento.
In un mondo globalizzato, per giunta utilizzando Internet, sembra strana questa caratterizzazione territoriale. Ma ogni azione va tarata sempre guardando il luogo in cui vivi ed operi proiettandolo poi in contesti più ampi. Componente centrale di questa scelta è l’idea di fare rete, elemento fondamentale per capire come, in Campania, nel corso di questi anni di sperimentazione è andato formandosi un vasto raggruppamento di “amanti del digitale” , persone che condividono obiettivi ed estetiche. Obiettivi che sono sia politici che culturali e artistici. Raggruppamento che però non sembra ancora aver trovato, a differenza di quanto avviene ad un livello nazionale ed europeo, una dimensione “a sistema” tale da renderlo un vero e proprio network artistico innovativo e politico indipendente. Da due anni abbiamo iniziato il primo censimento degli artisti digitali campani riscontrando notevole successo tra gli operatori del settore, soprattutto tra gli artisti.
Ciò che ancora manca a livello regionale è la propensione ad una forma di informazione critica forte, diffusa attraverso progetti indipendenti, collettivi ed innovativi. Allo stesso tempo, tutto questo rende le produzioni artistiche ancora troppo legate alla singola iniziativa, non inserita in alcun movimento di pensiero artistico o circuito virtuoso di ricerca e imprenditorialità, e sottoposte ad influenze esterne nella modalità di proporre le proprie idee e azioni. In molti casi ciò è dipeso dalla mancanza di spazi attrezzati e/o di canali ufficiali di promozione e dimostrazione dove poter esercitare azioni di sperimentazioni collettive ed aggregative oltre che dare visibilità ad artisti non sempre in grado di autofinanziarsi – anche se registriamo, finalmente, in Campania l’apertura di nuovi spazi museali dedicati all’arte contemporanea.
Che cos’è “il fronte dell’onda”?
E’ un termine ormai comune per definire quella fascia più avanzata di persone che in tutti i campi gode della magia della scoperta. Poiché tutto (anche quello che sarà) già esiste ed è in nuce, la scoperta di ciò che già c’è e che all’inizio è solo per pochi, non essendo ancora visibile ai più, è per noi motivo di fortissima attrazione.
Nel nostro settore di riferimento, squisitamente dedicato alle Arti visive contemporanee, chiamiamo “fronte dell’onda” quel segmento di addetti che oggi utilizzano in maniera prevalente la tecnologia informatica come strumento di ricerca, controllo e realizzazione dei propri lavori. Per questo diamo enfasi all’Arte Digitale, ma non disdegniamo assolutamente tutta l’Arte Contemporanea “collaudata”.
Si potrebbe dire dire che anche voi siete alla ricerca dello stile italiano nel web?
All’inizio, quando l’obbiettivo era di realizzare un sito personale per rendere visibile la nostra produzione artistica, forse si. Oggi dispensiamo anche e soprattutto informazioni e cerchiamo di mantenere uno schema quanto più semplice possibile al fine di rendere facilmente fruibile al navigatore la ricerca di notizie. Se dovessimo parlare di uno stile italiano, l’elemento caratterizzante che ci piacerebbe mettere maggiormente in evidenza è “equilibrio”.
Un esempio che ci piace citare è quello dell’architetto Yoshio Taniguchi, curatore dell’ultima ristrutturazione del MoMa di New York, che ha affermato in fase preliminare quanto segue: “se avete molti soldi vi realizzerò una bellissima architettura, se ne avete di più l’annullerò!”. Ebbene sono stati stanziati 858 milioni di dollari per il Museum of Modern Art e lui, Yoshio, ha mantenuto la promessa: ha annullato l’Architettura! In realtà ha “equilibrato” il contenitore ed il contenuto, la forma e la funzione. Il museo c’è ma non lo senti. La fruizione delle opere che ospita è totale e lo sguardo non viene distolto da altro. Eppure il museo c’è. Il web è uguale!
Comunque per quanto ci riguarda, abbiamo stabilito un contatto stabile con una associazione, costituita da funzionari del parlamento europeo a Bruxelles, ove a breve saremo invitati a presentare l’azienda e discutere della prospettiva di internazionalizzazione di GenomART. Ciò ci riempie d’orgoglio.
Uno dei compiti di Genomart è organizzare mostre. Finora avete organizzato 15 personali e due collettive. On line, off line o cercate un connubio tra questi due spazi?
Il connubio è già esistente. Chi è in mostra con noi fisicamente, presso lo ZeN o presso la sede di AirSal di Salerno, lo è anche e sempre virtualmente. Non è detto il contrario. Sul portale esponiamo molti artisti il cui rapporto si esplica solo virtualmente. La donazione di una loro opera, come unico compenso effettivo, rimane l’unico piacevole contatto materiale tra noi e loro, anche se entrano nei nostri database e non li dimentichiamo. Tra le regole fondamentali per GenomART c’è la creazione di network.
Marco e Carlo: come vi dividete gli impegni della vostra attività?Un noto artista meridionale recentemente ha lanciato uno slogan di vita “meno siamo meglio stiamo”. Per certi versi ci troviamo d’accordo. In due le scelte avvengono più rapidamente. Oggi la velocità con cui rispondi condiziona un accordo. Anche la distribuzione dei compiti risulta facile: il direttore artistico di GenomART è Marco. Cura le relazioni con gli artisti e galleristi oltre che gestire il portale Web (l’ho ha praticamente progettato). Chi si interessa delle relazioni esterne e della comunicazione (anche sulla Rete) è Carlo. Il risvolto della medaglia? Che oggi grazie ai successi ottenuti ed ai progetti cantierati in due stiamo per esplodere…forse presto GenomART potrebbe avere qualche nuovo collaboratore.
La Tela infinita: un murale, un sogno, il desiderio di connettere insieme dando una forma grafica all’idea stessa di internet?
Vero. La Tela Infinita è un nostro sogno che dura sin dal 15 settembre 2002.
La definiamo il primo “BlogArt” del Web. La prima volta che la condivisione di intenti tra gli internauti è visuale oltre che testuale. Puoi continuare a disegnare e scrivere proseguendo l’opera del tuo predecessore, contribuendo a dare vita a questo racconto del Web unico nel suo genere. Continuiamo infatti a promuoverla poiché desta sempre interesse. Inoltre è praticamente pronta (ed a breve on line) una nuovissima versione ingegnerizzata ed in gran parte automatizzata dall’Università di Salerno, nostro partner, facilmente accessibile a tutti e su qualsiasi piattaforma.
Adele Marra