>
  • Romano
  • Romano
  • Falco
  • Liguori
  • Gnudi
  • Quarta
  • Algeri
  • Bruzzone
  • Leone
  • Quaglia
  • Valorzi
  • Catizone
  • Andreotti
  • Chelini
  • Casciello
  • De Leo
  • Pasquino
  • Cacciatore
  • Crepet
  • Bonanni
  • Califano
  • Mazzone
  • Santaniello
  • Miraglia
  • Bonetti
  • di Geso
  • Buzzatti
  • Meoli
  • Tassone
  • Cocchi
  • Dalia
  • Napolitani
  • Coniglio
  • Boschetti
  • Rinaldi
  • Carfagna
  • Paleari
  • Rossetto
  • Ward
  • Ferrante
  • Scorza
  • Antonucci
  • Alemanno
  • De Luca
  • Gelisio
  • Baietti
  • Grassotti
  • Barnaba
  • de Durante

EGOmania

Redazione Controcampus 31 Dicembre 2005
R. C.
20/04/2024

Una collettiva d’arte contemporanea e non una compagnia d’attori, una galleria e non un teatro, ma William Shakespeare sembra tornare in scena tante vUna collettiva d’arte contemporanea e non una compagnia d’attori, una galleria e non un teatro, ma William Shakespeare sembra tornare in scena tante volte quante sono le opere in mostra.

Ciascuna parrebbe infatti enunciare: Essere o non essere ? Questo è il problema. 
E chi siamo ? Quindici artisti internazionali propongono una lettura trasversale del tema dell’io – soggetto, oggetto, rifugio, trappola, inizio e fine, mania e tragedia, vita e morte. Ecco il grande teatro del sé, che si richiama al mondo filosofico e letterario, ai temi universali indagati dagli studiosi e dai letterati, di cui compaiono in mostra citazioni come squarci sul loro pensiero. Ma la rassegna vuole essere anche una presentazione del nostro io quotidiano, quasi un omaggio alle paure, alle debolezze e agli eccessi che ciascuno di noi, ognuno a suo modo, sperimenta ogni giorno. Un mondo magico e disincantato insieme, così vicino a una cultura contemporanea in cui spiccano l’ego e con esso l’individualismo, la competizione, il senso di vittoria o di sconfitta che a questo sono legati. Curata da Milovan Farronato in collaborazione con Angela Vettese, la mostra EGOmania è prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Allestita a Palazzo Santa Margherita e alla Palazzina dei Giardini a partire dal prossimo 29 gennaio, è un viaggio nel sé e una scommessa che mette in gioco anche lo spettatore – ognuno è chiamato a chiedersi: Chi sono ? e ciascuno è libero di dare, o di darsi, la sua personale risposta. Il percorso si articola per diversi linguaggi – pittura, scultura, disegno, fotografia, installazioni e video proiezioni e utilizza diversi strumenti, come acqua che spruzza, sassi lavorati dalla mano dell’uomo, alberi scavati e scortecciati, pesci dal manto dorato, luce, colori, carta. Elementi naturali e artificiali, in gran parte trasformati ad hoc e in loco dagli artisti, chiamati a sperimentare, e a sperimentarsi, direttamente in sede di mostra.

Marc Camille Chaimowicz ripropone un allestimento presentato a Londra negli anni Settanta in cui la persona si espande e si deposita in un poema epico fatto di gesti e oggetti quotidiani; lo sfondo è argenteo e ricrea un mondo diverso in cui tutto assume una valenza ipersensibile ma anche distaccata dalla realtà.

Roberto Cuoghi, artista che lavora su di sé al punto di cambiarsi in suo padre ingrassando e imbiancandosi i capelli, presenta circa 50 disegni della serie Il Coccodeista e ripete anche in questa occasione se non la stessa performance, il desiderio di offrire di sé una immagine alterata. E’ una piccola prima personale che la Galleria Civica di Modena dedica all’ormai affermato artista modenese, uno fra i più quotati del panorama contemporaneo internazionale.

Hanne Darboven, artista tedesca, esclude ogni emotività grazie a un eccesso di razionalità. Calcolo, descrizione, catalogazione, sono tutti ansiolitici potenti che la conducono a rassicurare il suo io. Protagonista dell’arte concettuale degli anni Settanta, prosegue un percorso che continua ad essere attuale: basti pensare a quanti, soprattutto fra i giovanissimi, si chiudono nel calcolo – dei videogiochi, delle chat line ecc. – elaborando un rapporto fra sé e la macchina che esclude il resto del mondo e sembra fare apparire l’altro da sé come qualcosa di dominabile.
L’opera della Darboven quindi si può considerare una sorta di annuncio – o predizione – di quanto accade oggi. Anche i dieci disegni esposti per EGOmania contengono il loro codice che può essere decifrato; ma la sua logica ha un senso solo se riportata ai processi mentali dell’artista, del tutto gratuiti e connotati dal piacere di ruminare. A noi, se lo desideriamo, il piacere di ritrovarne il bandolo.

Katharina Fritsch, artista tedesca emersa negli anni Ottanta, presenta a Modena una delle sue opere più famose, Candlesticks (1985): una svastica ottenuta con quattro strutture costituite ciascuna con due ordini di dieci candelabri, che ci restituiscono l’immagine di una croce uncinata ottenuta con delle candele. Inserisce l’elemento luttuoso come memento, come a dire: ecco quali catastrofi può comportare un eccesso di fiducia in sé stessi e la conseguente perdita di contatto con la realtà. Bianco e nero, verticale e orizzontale, sintesi massima di opposti, parlano anche dell’egomania, come assoluta incapacità di mediazione.

Tim Hawkinson presenta un autoritratto parziale (suoi sono solo i piedi) per descrivere la dilatazione della persona e il suo lato grottesco. E’ l’autoritratto di chi è stanco di sé stesso, di un isolamento dorato e noioso, di un solipsismo che distrugge tutto il resto e che ci chiude in una gabbia. L’artista ci parla dunque dei limiti della propria individualità e cerca di ironizzare sull’egomania di tutti i ritrattisti di ieri, oggi e domani.
Mike Kelley Artista poliedrico, si esprime attraverso i più svariati mezzi – dalle performances alle installazioni, dalla pittura al video, ma non mancano la fotografia, i disegni e i testi. In questo caso propone quattro video legati fra loro. Riflette sull’ipertrofia dell’io prendendo spunto dal mondo californiano in generale, da Hollywood in particolare, città delle grandi star dove l’egomania è la regola. In quest’opera riflette sul collezionismo come forma di espansione ma anche annullamento di sè. In mostra sono rappresentate infatti le collezioni di Mike Kelley, feticci divenuti opera nel momento in cui sono state acquistate da un altro collezionista/feticista.

Dongwook Lee E’ l’unico artista in mostra che presenta la figura umana, unitamente a residui organici di frutta essiccata. Le sue sono microsculture di soggetti umani dai corpi abbozzati che sembrano dire “Sei polvere e polvere tornerai”. Sono espressioni di un senso di disorientamentoma anche di un sè che può essere costruttivo e fiducioso. Per Dongwook Lee come per Naneun, l’altro artista coreano in mostra, presente con un’ottantina di disegni, vale la considerazione che ovunque arrivi una concezione occidentale dell’io, arriva anche un’idea diversa e più forte rispetto alla cultura tradizionale.

Rory Macbeth non tenta più di navigare nella laguna veneziana in una vasca da bagno, come fece nell’estate del 2005, ma continua, anche in questo caso, a voler rompere una magia per imporne una propria. Qui presenta l’installazione The Wood for the Trees. L’artista non imita la natura ma sembra sbeffegiarla. Profeta ed interprete dell’opposizione tra uomo e natura, da un lato, e dall’altro della loro compenetrazione, prende alberi, sassi e altri elementi del mondo naturale e li plasma, per offrirne una visione semplificata e cesellata dall’uomo che così ne diventa il demiurgo.

Bjørn Melhus è l’unico, fra i quindici artisti presenti in mostra, che si camuffa e che presenta il suo stesso volto. Nel video Auto Center Drive compie una reale esplorazione della personalità, si visualizza attraverso personaggi antitetici, mette in scena una galleria di identità che sono tutte interpretate dalla sua abilità camaleontica.

Liliana Moro seconda artista italiana presente in mostra, milanese, presenta cinque cani fusi in metallo che si aggrediscono l’un l’altro. Sembrano cinque diversi animali, simili ma distinti. In realtà il cane è sempre lo stesso, come fosse clonato, l’animale è una metafora dell’atteggiamento aggressivo che alcuni di noi hanno verso sé stessi quando tendiamo ad essere talmente autocritici da essere autodistruttivi. Una forma di Egocentrismo che porta a farsi del male per punirsi.
Anneè Olofsson Un io molto affezionato a se stesso quello della Oloffson, che tende a chiudersi nella sua casa, cerca gli aspetti più familiari e rassicuranti, dove accucciarsi e letteralmente rintanarsi. L’artista lavora con le carte da parati, elemento decorativo-ossessivo, come ossessioni possono diventare gli oggetti che scegliamo per la nostra casa: più la rendiamo come le volevamo, più si trasforma in un rifugio prima, in una prigione poi.

Marc Quinn Scultore di fama, molto noto in Inghilterra per la scultura che troneggia a Trafalgar Square – è riprodotta su piedestallo la celeberrima figura di un’amica dell’artista focomelica e incinta – si concentra sulla dignità, o la non dignità di una persona. L’atto di mostrarsi pienamente è un’affermazione di sé, come quello di sottoporsi allo scherno.
Le due sculture presentate in questa occasione, due enormi conigli di bronzo smembrati e fatti a pezzi, posizionati all’ingresso della mostra, sono quello che resta delle fiere che anticamente stavano a guardia dell’accesso alla casa. La bestia, tutta smangiata, si è trasformata da leone in coniglio, ed è divenuta da fiero animale una povera bestia. Primo piano sulla vulnerabilità degli egocentrici. Oltre alle due sculture lun’immagine di fiore congelato ci parla dell’antico mito di Narciso, innamorato di sé stesso, che rimirandosi affoga. I fiori, in frigo, vivono come in un limbo sospeso, fra la vita e la morte. Il fiore congelato riproduce il momento in cui non è morto, ma non è più nemmeno vivo, come se non volesse affrontare il passaggio dalla bellezza al decadimento, e congelato, sublimasse ma anche sacrificasse la propria funzione di fertilità: un’ossessione per la propia apparenza, a cui tutto siamo disposti a immolare, che nel mondo reale possiamo vedere quotidianamente.

Ugo Rondinone Come nel caso di Roberto Cuoghi la Galleria Civica di modena è una delle prime istituzioni pubbliche in Italia che dedica ad Ugo Rondinone una piccola sala personale. Avremo una foresta fuori dal tempo, in bianco e nero, una selva che non conosce la naturale e inevitabile alternanza delle stagioni, un luogo fatto per accoglierci ed essere conquistato, da cui esce un sonoro: The Heart Is a Lonely Hunter. In mostra anche due grandi cerchi con onde concentriche che rappresentano valori diversi per ogni circonferenza. La fronteggiano forme circolari come metafore di un centro su di sè che tende verso l’infinita espansione.

Markus Schinwald Due tende ingigantite, di un intenso rosso cardinalizio, con impresse scene iperboliche, sono il lavoro senza titolo di Markus Schinwald per EGOmania. La tenda è parte dell’arredo di ogni casa, retaggio iconografico di incisioni e dipinti, sipario che svela e che oscura, drappeggio che tiene in sospeso. Da una parte scene tratte dall’Inferno di Dante, dall’altra immagini pastorali: due universi opposti della stessa personalità, il suo bene e il suo male, che l’artista fa convivere come fossero poli estremi di una stessa realtà.

© Riproduzione Riservata
© Riproduzione Riservata
Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto