Ma il Centro, che ha oggi ufficialmente presentato i suoi laboratori di ricerca (di Neuroimmagine funzionale) a Mattarello di Trento (via delle Regole, 101), potrà offrire sviluppi interessanti anche per la collettività, sia a livello locale che nazionale. L’erogazione di servizi clinici e diagnostici, in stretta sinergia con il sistema sanitario, si affiancherà alle attività di ricerca all’avanguardia nel campo delle neuroscienze e alla formazione degli operatori. Il nuovo Centro, che ha la sua sede amministrativa a Rovereto a Palazzo Fedrigotti, studierà il funzionamento del cervello umano attraverso l’analisi delle sue caratteristiche funzionali e strutturali.
Promosso dal Laboratorio di Scienze cognitive, il primo ad occuparsi di neuroscienze a Rovereto, e dai i dipartimenti di Scienze della cognizione e della formazione, Fisica e Information and Communications Technology dell’Ateneo, il nuovo centro è guidato dal professor Alfonso Caramazza, rientrato appositamente da Harvard dove era docente di Psicologia e dirigeva il Neuropsycology Cognitive Laboratory. Il centro si compone di vari laboratori di ricerca clinica e di base, di una scuola internazionale di dottorato in Cognitive and Brain Sciences.
La cerimonia di inaugurazione, che si è tenuta nel pomerigio, ha visto gli interventi del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, del presidente dell’Università degli Studi di Trento, Innocenzo Cipolletta, del rettore Davide Bassi, e del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Mario Marangoni. “Questa inaugurazione di oggi – ha sottolineato il rettore Bassi nel suo indirizzo di saluto – rappresenta per noi un nuovo di partenza, dopo tutte le scelte difficili e le sfide affrontate e vinte, che hanno portato alla costituzione del centro. Desidero esprimere un ringraziamento sentito alla provincia autonoma e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto che hanno creduto in questo progetto e che ci hanno accompagnato e sostenuto in questi anni. La nascita di un centro di riabilitazione a Rovereto sarà solo uno degli obiettivi futuri di sviluppi e delle sfide che ci attendono nel prossimo futuro”.
Una scommessa, quella della nascita del nuovo centro, sulla quale si è scommesso molto anche a livello provinciale. “Il centro – ha detto Dellai intervenendo alla cerimonia – rappresenta una delle migliori testimonianze di come il Trentino nella sua interezza abbia deciso di investire in conoscenza e qualità.” Dellai ha inoltre evidenziato la natura interdisciplinare del centro e la marcata vocazione internazionale (a cominciare dalla chiamata del professor Caramazza), come garanzie di durata e di successo per la nuova iniziativa scientifica che, in futuro, potrà aprirsi anche a nuove interessanti collaborazioni con le tante e diverse componenti (dalla sanità alla ricerca) che animano il nostro territorio.
Parole di orgoglio per l’apertura del centro sono state espresse anche da Mario Marangoni per una sfida che inizialmente si presentava ricca di insidie e avvolta da un certo scetticismo. “Sono lieto di assistere alla nascita di un’iniziativa che si distinguerà per eccellenza e innovazione, anche e soprattutto perché riguarda un settore di ricerca, quello degli studi sul cervello, che rappresenta l’ultima frontiera in fatto di ricerche sul corpo umano.”
Al termine dei saluti, il direttore del CIMeC, Alfonso Caramazza, ha illustrato le caratteristiche principali del centro e le attività svolte per lo studio del funzionamento del cervello umano, attraverso l’analisi delle caratteristiche funzionali, strutturali e fisiologiche, sia allo stato normale che patologico. A seguire, gli ospiti sono stati accompagnati a visitare il Laboratorio di neuroimmagine funzionale (LNiF), cuore operativo del centro, e le strumentazioni di neuroimmagine all’avanguardia che vi sono custodite, tra cui un macchinario per la risonanza magnetica, unico in Italia per il suo campo (4 tesla). Il Laboratorio è dotato inoltre di ulteriori apparecchiature tecnologicamente avanzate (Tac, raggi X, workstation, computer cluster) necessarie alla conduzione delle ricerche e all’elaborazione dei dati.
In occasione dell’inaugurazione del Centro è stato inoltre promosso nelle giornate di ieri e oggi al MART di Rovereto un convegno scientifico internazionale dal titolo “The Mind/Brain Sciences in the 21st Century”, che ha richiamato in città studiosiu ed esperti di neuroscienze da tutto il mondo.
Il nuovo CIMeC
Obiettivo dell’attività di ricerca del centro è quello di creare a Rovereto un punto di riferimento d’eccellenza per chi si occupa di neuroscienze e che sia in grado di attrarre ricercatori dal mondo intero. La scelta di una figura così prestigiosa alla direzione del centro, come il professor Caramazza, ha già dato i primi risultati, richiamando a Rovereto ricercatori competenti, italiani e non, dall’eccellente curriculum e provenienti per lo più dall’estero.
Il centro si occuperà di indagare il funzionamento della mente e del cervello dell’essere umano. Su questo interrogativo affascinante si concentrano da secoli la riflessione e il lavoro di ricerca di intellettuali e studiosi. Soltanto negli ultimi decenni, però, i grandi progressi raggiunti in campo scientifico e tecnologico hanno reso possibile l’osservazione del cervello mentre esegue semplici compiti, come leggere un libro, ragionare su un problema matematico o scegliere quale comportamento morale adottare. Oggi è possibile indagare scientificamente l’organo sede delle nostre più alte facoltà e comprenderne il funzionamento.
Questa indagine, procedendo a diversi livelli, coinvolge contemporaneamente discipline diverse, un tempo separate, quali matematica, fisica, informatica, ingegneria, oltre a psicologia, biologia, neurofisiologia, neuroscienze cognitive. Da qui la natura interdisciplinare del CIMeC, che si pone l’obiettivo di indagare, in particolare, i correlati neurali del comportamento, sfruttando le diverse tecniche di indagine per l’anatomo-fisiologia del sistema nervoso e le strumentazioni di cui dispone per la neuroimmagine.
Ma quali potranno essere le applicazioni concrete degli studi condotti dai ricercatori del centro? Molte sono le opportunità che potranno aprirsi nel campo della diagnostica. Ad esempio potrebbe essere possibile prevedere in anticipo la reazione (e quindi i potenziali rischi) per il cervello di un paziente che deve essere sottoposto a impianto coclearie, oppure valutare l’impatto di un farmaco sul cervello ancora prima della sua somministrazione. O anche, guidare il neurochirurgo con maggior sicurezza in preparazione di un intervento al cervello. Le frontiere della ricerca in questo settore potrebbero anche spingersi fino a decodificare gli stati mentali di un soggetto o, partendo dall’analisi delle aree attivate nel cervello, ricostruire gli stimoli che le hanno generate (al contrario rispetto a quanto è stato osservato finora).
Sfide e opportunità che potranno affrontare al CIMeC i 21 docenti, 5 post-doc, 6 tecnici nelle strutture a Mattarello e 5 a Rovereto, i 4 membri dello staff amministrativo, oltre ai 14 studenti impegnati da novembre nel corso di dottorato. Un centro che si distingue anche per la capacità di reclutamento a livello internazionale, adeguata agli standard più severi dal 2006 sono stati assunti al Cimec otto ricercatori, quattro dei quali sono stranieri e due italiani richiamati dall’estero: Dei cinque post-doc attualmente in forza al CIMeC, tre sono stranieri e due italiani rientrati dall’estero.
A Rovereto hanno sede presso Palazzo Fedrigotti i laboratori per lo studio del comportamento e l’unità di ricerca “Language, Interaction and Computation Laboratory”, che si occupa delle interazioni uomo/macchina, combinando metodi computazionali e cognitivi e avvalendosi di avanzati metodi informatici.
La ricerca clinica si svolge nel centro di riabilitazione neurocognitiva – la prossima unità del Cimec ad essere avviata – che fornirà servizi ai cittadini in collaborazione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APS). Il Centro si affiancherà, infatti, alle strutture riabilitative esistenti nel territorio, attivando un day hospital dedicato alla diagnosi e al trattamento dei disturbi cognitivi, linguistici e motosensoriali in soggetti cerebrolesi adulti.
È proprio l’integrazione tra le ricerche compiute in tutti questi ambiti, nel campo delle neuroimmagini, dei modelli computazionali e del comportamento, che rende il centro di neuroscienze di Rovereto unico in Italia e presto anche competitivo a livello internazionale.