Redazione Controcampus 16 Gennaio 2012
Le violenze maschili contro le donne nelle relazioni di intimità sono il problema di violenza di genere più diffuso a livello globale.
Le violenze maschili contro le donne nelle relazioni di intimità sono il problema di violenza di genere più diffuso a livello globale. L’Italia è uno dei Paesi europei con il maggior numero di violenze che poi, come la cronaca ci sta mostrando, sfociano in imperdonabili femminicidi perpetrati da partner o ex partner. Ci siamo già interrogati sulle dinamiche interne al rapporto violento che, talvolta, spinge alcune donne a non lasciare l’uomo violento, individuando in un legame insospettabile fra amore e violenza il nodo più complesso da “accettare” e comprendere; da disinnescare (cfr. articolo).
Trovare la forza di fuggire e mettere fine alla violenza è un dovere. Alcuni pensano che basti denunciare il perpetratore, eppure, in Italia, ancora oggi, è più ragionevole trovare riparo presso le Case delle Donne per non subire violenza che da anni operano sul territorio, in rete nazionale. Cosa succede quando le donne decidono di sottrarsi? Perché, molte donne continuano a non denunciare i partners violenti?
“Purtroppo gli operatori delle forze dell’ordine attualmente sono spesso riluttanti a procedere all’arresto dell’aggressore e si limitano a dare consigli o a chiedere che una delle parti si allontani dal domicilio per un periodo di tempo. Quanto a magistrati e giudici, sono a loro volta restii ad imporre sanzioni significative o che incidano sulla libertà personale, perché considerano la violenza domestica un reato di minore gravità rispetto ad altri. Ciò comporta che il maltrattatore possa reiterare il suo comportamento violento, perché sicuro di poter contare sulla sua impunità.”
In un contesto culturale e sociale arretrato come quello italiano, che ancora crede in progetti di mascolinità e femminilità stereotipati, riduttivi, falsati, incastrati e incrostati in rapporti di dipendenza tossica e complementarietà forzata viene piuttosto da chiedersi: e perché mai le donne dovrebbero denunciare il perpetratore che potrebbe poi trasformarsi anche in persecutore?
Questa provocazione getta una luce sconcertante sull’urgenza di trovare delle soluzioni che trasformino la realtà: l’individuazione di nuove pratiche e di nuove strategie passa dallo studio e dalla formazione. Si tratta della necessità di un’operazione culturale e politica che sta nel riconoscere che la violenza ci appartiene; occorre riappropriarsi di questa consapevolezza per affrontare la violenza con strumenti nuovi, non relegabili solamente alla legislazione criminale.
Questo è lo scopo che si prefigge il progetto Daphne III (2007-2013) finanziato dalla Commissione europea, all’interno del programma generale “diritti fondamentali e giustizia”. Uno dei risultati già ottenuti è la pubblicazione del testo a cura di due studiose bolognesi, della giurista Giuditta Creazzo e della sociologa Letizia Bianchi: Uomini che maltrattano le donne: che fare? Sviluppare strategie di intervento con uomini che usano violenza nelle relazioni di intimità.
Si tratta di una vera e propria opera di servizio che indaga molteplici discipline, raccogliendo un corpus di saggi che riportano i risultati di una ricerca azione a livello europeo, in partnership con la Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna, le associazioni antiviolenza di Barcellona e Atene ed il centro Alternative alla Violenza di Oslo. Quest’opera raccoglie narrazioni e biografie, e cerca di fissare dei punti di partenza e di proporre delle soluzioni: la scommessa nuova è l’idea di aprire luoghi in cui gli uomini possano dire ed elaborare la violenza maschile analizzandone i significati. La violenza è un tentativo di affrontare potere e violenza ed è associata alla considerazione che gli uomini hanno di sè; la violenza si impara a livello sociale.
Se da un lato è dunque evidente l’insufficienza del fronte penalistico-giustiziale rispetto a disordine, paura e recupero maschili, che non sono solo problemi dei carnefici, ma che è responsabilità e lavoro su di sè che spetta a tutti gli uomini per farsi carico del loro genere e delle miserie individuali interiorizzate attraverso un sistema di potere e di legittimazione sociale; dall’altro è fondamentale la formazione degli operatori sociali, sia sanitari che giuridici nell’intervento durante il momento cruciale per l’emersione della violenza: gli operatori devono conoscere le modalità per aiutare la decisione della donna sia di chiedere sostegno sia di denunciare e di lottare per spingere indietro la violenza.
“Lo staff medico-legale deve rilevare i segni della violenza, documentarli e raccogliere i campioni biologici, sapendo che i segni della violenza variano a seconda dell’età della vittima, delle modalità con cui la violenza è stata inferta, del coinvolgimento psicologico e del contesto in la stessa si è esplicata. Anche la procedura e la tempistica nell’approccio alla donna devono essere adattate sia alla accoglienza e supporto alla donna sia alla raccolta delle prove. Gli operatori di polizia devono veder soddisfatte le esigenze di perseguire il colpevole, raccogliere gli elementi di prova utili perché il percorso processuale possa fronteggiare le critiche della difesa circa i metodi investigativi, la raccolta delle prove, la documentazione medico-legale, la catena di custodia dei reperti e la validità di tutte le procedure messe in atto nel corso dell’indagine investigativa.”
Questo è lo scopo di un progetto parallelo (della linea Daphne III) in corso, proposto e condotto dall’UniBo: Lexop – Lex Operators. Call priorities: capacity building of law enforcement agents and legal pratictioners related to intimate partner violence (Per ideare il logo e l’immagine coordinata, e per realizzare il sito web del progetto è stata chiamata l’agenzia bolognese delle Comunicattive, che nasce da un’esperienza autoimprenditoria femminile composta da quattro socie. Si tratta di una realtà gender oriented che si propone la ricerca di una nuova geografia dell’immagine e dell’immaginazione che superi i luoghi comuni.)]. L’obiettivo del progetto è migliorare l’impatto con la polizia e il sistema giudiziario delle donne che hanno subito violenza nelle relazioni di intimità, attraverso la formazione incrociata destinata agli operatori della legge, agli avvocati, ai privati e agli operanti in associazioni, alle forze dell’ordine, magistrati e giudici, medici legali per migliorare le loro competenze nella individuazione della violenza nelle relazioni intime sia nel primo intervento sia nelle risposte giudiziarie. La prospettiva è di fare rete, attrezzando un’assistenza legale idonea a supportare la decisione di denunciare ed assicurando una risposta coordinata ed efficace.
In questo contesto si inserisce il ciclo di incontri di diritto penale e procedura penale che si terranno dal 14 Gennaio al 14 Maggio 2012 presso la Fondazione Forense Bolognese, coordinati dalla professoressa Milli Virgilio ([calendario e informazioni).
“L’idea di questo progetto si ricollega alla attività di “rete antiviolenza” che già ha iniziato ad operare in alcuni reparti di Pronto Soccorso. Queste strutture già oggi rappresentano il luogo cruciale in cui gli operatori legali e paralegali si incontrano con i medici. Alcune città e alcuni territori hanno già iniziato ad approntare dei Pronto Soccorso specializzati, i cui addetti sono già stati interessati ad attività di formazione multiprofessionale: Milano (Mangiagalli), Torino (le Molinette), Bologna (Ospedale Maggiore) in Italia, Barcellona (Hospital Clinic) in Spagna, Fulda (Freisausscuhss Violence and protection Assessment Centre) in Germania e Bordeaux (Centre Hospital-Universitaire) in Francia si offrono come il punto di partenza per questo progetto che intende comparare e confrontare tra loro le diverse esperienze, nonché ampliare sia il numero sia la tipologia degli operatori da coinvolgere in specifiche attività formative”
Per una piccola bibliografia e sitografia preliminare e trasversale, consigliamo:
Giuditta Creazzo e Letizia Bianchi, Uomini che maltrattano le donne: che fare?, ed. Carocci, 2009
AA.VV., Studi sulla questione criminale, ed. Carocci, fascicoli dal 2006 al 2011
Stefano Ciccone, Esse Maschi. Tra potere e libertà, ed. Rosenberg & Sellier, 2009
Lea Melandri e Stefano Ciccone, Il legame insospettabile tra amore e violenza, ed. Effigi, 2008
Tamar Pitch, Un diritto per due, ed. Il Saggiatore, 1998
Judith Butler, La vita psichica del potere, ed. Meltemi, 2005
Alice Sebold, Lucky, ed. E/O, 2003
CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA
PROGETTO EUROPEO DAPHNE MUVI
MASCHILE PLURALE
ATV – ALTERNATIVE TO VIOLENCE
KETHI – Research Centre for Gender Equality (Grecia)
PLAN MUNICIPAL CONTRA LA VIOLENCIA HACIA LAS MUJERES (Barcellona)
Laura Testoni
Redazione Controcampus
Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro.
Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte.
Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto.
Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo.
Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics).
I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia
Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione.
Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani.
Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004
Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero.
Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore.
Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi:
Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia
Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno.
Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure.
Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10.
Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze.
Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50.
Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta.
Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali.
Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp.
È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia.
Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze.
La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009
A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono:
Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria
Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo.
Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi
Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale.
Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico.
Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali.
Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università.
Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza.
Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria.
Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
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