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Il Bosone di Higgs si coniuga anche all’Unical

Redazione Controcampus 19 Luglio 2012
R. C.
19/03/2024

Tutti i componenti della materia sarebbero inanimati senza una massa: è il bosone di Higgs che li costringe a interagire tra loro e ad aggregarsi Esso si descrive come un personaggio famoso che entra in una sala piena di persone, attirando intorno a sé gran parte dei presenti.

Al Cern di Ginevra è stato scoperto il “bosone”. Con la scoperta del bosone di Higgs si completa così il quadro delle 17 particelle elementari che compongono la materia a noi nota.

In quella mattinata del 4 luglio 2012, anche l’Unical ha gioito all’annuncio proveniente in diretta streaming dall’auditorium del Cern di Ginevra sui risultati dell’acceleratore di particelle,  presentati durante un seminario e una conferenza stampa su “Recenti risultati sulla ricerca del bosone di Higgs con gli esperimenti Atlas e Cms a Lhc”.

E sì, questo ateneo, con tutti i suoi problemi e le sue qualità, si può dire ad ogni buon conto che ha fatto la storia in materia di fisica nucleare delle particelle.

Il gruppo Alte Energie del dipartimento di Fisica ha partecipato difatti all’esperimento Atlas, realizzando nei suoi laboratori parte dei rilevatori e seguendo attivamente i lavori a Ginevra con un gruppo di ricerca di tredici studiosi dell’ateneo, tra docenti, borsisti e dottorandi, coordinato dalla responsabile dell’esperimento Atlas, Fabiola Gianoti.

La mattina del 4 luglio, presso l’aula seminari del dipartimento di Fisica si sono riuniti gli esperti dell’Unical  e sul video scorrevano le immagini di Peter Higgs, che 83enne è riuscito ad assistere alla scoperta del bosone, da lui teorizzato nel ‘64.

Mentre un applauso interminabile da un continente all’altro accoglieva al Cern di Ginevra la scoperta della particella che, forse, è entrata in scena frazioni di istanti dopo il Big Bang per dare il via alla nascita di galassie e stelle e pianeti, altrettanto caloroso è stato qui l’applauso all’annuncio – «We have it», riferito alla “particella di dio“.

Enrico Tassi, responsabile Unical dell’esperimento Atlas, ha ribattuto di non essere abituato al clima da stadio, ma che per il momento meraviglioso, andava bene così.

Se fossi un giovane dottorando di ricerca dell’Unical – ha affermato – non starei nella pelle: chiederei di entrare subito nel gruppo di ricerca. E confido nel fatto che questa scoperta avvicini ancora più giovani alla fisica“.

«E’ il mio primo esperimento», dice l’assegnista di ricerca, Daniela Salvatore, impegnata in Atlas da dieci anni. L’emozione è sui volti anche di altri ricercatori, un giovane fisico, Antonio Policicchio, con dieci anni di esperienza come borsista dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, che si occupa di software per l’esperimento Atlas, e un’altrettanto giovane fisica, Anna Mastroberardino, ricercatrice dal 2006, che ha partecipato nel 2009 a test/caratterizzazione di sensori 3D e a test beam al CERN con rivelatori 3D.

La ricerca, ora, continua. Anzi, la storia è appena iniziata“, da Ginevra dicono Marco Schioppa, responsabile del gruppo Alte energie dell’Unical, e Giancarlo Susinno, professore emerito dell’ateneo, che avviò nel ‘95 la collaborazione tra l’Università della Calabria e il Cern e elaborò anche i primi disegni di quello che può essere considerato il progenitore di Atlas.

La soddisfazione di Alessandro Papa, responsabile del gruppo collegato all’Istituto nazionale di fisica nucleare, è palpabile nelle sue parole: “Che questo risultato, questa conquista dell’umanità, sia passata anche da Cosenza mi commuove, insistendo sul ruolo dell’Istituto da difendere, perchè è grazie al suo sostegno finanziario e alla presenza qui di un gruppo collegato che è stata possibile la ricerca“.

Orgoglioso del lavoro del suo dipartimento è naturalmente il direttore Pierluigi Veltri che, guardando agli anni passati in Unical afferma che questo “miracolo” è stato possibile per il semplice fatto che il Dipartimento si è affidato alla Nazionale per risollevarsi e consentire di definire il ruolo determinante dei ricercatori nell’esperimento del Cern.

Anche gli scettici che non avrebbero scommesso un centesimo sulla possibilità della scoperta si sono ricreduti. “E’ un momento storico – ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer, al termine del seminario sui dati degli esperimenti Cms e Atlas, entrambi condotti nel Large Hadron Collider (Lhc).

Atlas è coordinato dall’italiana Fabiola Gianotti, mentre l’americano Joseph Incandela coordina Cms.

Non è stata scoperta solo una particella: si è aperta una finestra su un nuovo mondo“, è il commento unanime dei fisici.

I risultati sono straordinari ha detto il direttore di ricerca del Cern, Sergio Bertolucci, perché non è facile vedere due esperimenti con 5 sigma, ossia con un margine di errore di fatto pari a zero.

I dati preliminari presentati nel dicembre scorso avevano individuato solo un’impronta della particella, dice Guido Tonelli, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), coordinatore dell’esperimento Cms, e la sfida è stata di cercare questa particella inafferrabile sulla base di indizi, osservando cioè le altre particelle che essa genera nel momento in cui “muore”.

La svolta risale al luglio 2010, dopo che in un seminario internazionale l’acceleratore americano Tevatron sembrò avvicinarsi alla scoperta.

La particella di dio, che avrebbe tutte le carte in regola per essere l’ultimo tassello della teoria di riferimento della fisica contemporanea, il cosiddetto Modello Standard, ha le dimensioni di circa 125 miliardi di elettronvolt (GeV), vale a dire che pesa 125 volte più di un protone, particella del nucleo dell’atomo.

La teoria della supersimmetria, elaborata dai fisici teorici per spiegare alcuni fenomeni che il Modello Standard non riesce a comprendere, prevede ad esempio ben 5 bosoni di Higgs, uno dei quali è leggero come la particella osservata al Cern.

La supersimmetria – ha detto la coordinatrice dell’esperimento Cms, Fabiola Gianotti  –  riesce a spiegare perché il bosone di Higgs sia leggero e permette di spiegare la materia oscura”.

Per la ricercatrice “quello che oggi ha cambiato le cose è che, invece di continuare ad esplorare, abbiamo nelle mani qualcosa di nuovo su cui concentrarci“.

C’è da dire che il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Fernando Ferroni non ha avuto neanche il tempo di festeggiare il grande evento della scoperta della particella di dio, giacché ha dovuto planare sul terreno della riduzione dei fondi di ricerca al suo Istituto in virtù della revisione della spesa, per cui, nell’allegato 3 al provvedimento, il governo taglia la dotazione per l’ente del 3,78 per cento quest’anno e del 10 per cento negli anni successivi.

Un taglio che sembra uno sberleffo. “L’ente  – scrive Ferroni a Napolitano  – è ovviamente disponibile ai sacrifici necessari per il risanamento del paese, ma rimane stupefatto dalla logica di un taglio che è il maggiore tra tutti quelli applicati agli enti di ricerca e fatto senza alcuna consultazione. Distruggere l’eccellenza è semplice e lo si può fare con un decreto, ricrearla sarà un lavoro di molte generazioni” (estratto da La Stampa, 10/ 07/2012 ).

Gli esperimenti Atlas e Cms sono riusciti a vedere il bosone di Higgs. Entrambi sono esperimenti del superacceleratore Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra.

La forza di questa scoperta sta nella nostra capacità di incuriosirci del mondo e di crederci, tanto da “chiamare tanti ragazzi  – da 50 a 1.500 ricercatori – con l’idea di scegliere una sorta di commando“, fino a correre ai dati straordinari presentati durante l’evento, ha sottolineato ancora Tonelli.

Il direttore della ricerca del Cern, Sergio Bertolucci nel giorno felice della scoperta affermava che si era aperta una nuova pagina della fisica e che bisognerà affrontarla senza pregiudizi, “perché una società che non dedica una piccola parte della sua ricchezza alla ricerca guidata dalla curiosità si ferma alla tecnologia e questa, da sola, non può propagarsi per sempre: chi sa fare candele farà candele più belle e perfette, ma non inventerà mai una lampadina“.

Sembrano parole quasi presaghe di una sventura che, senza essere Cassandra, si è abbattuta sulla voglia e l’impegno dei fisici di buttarsi anima e corpo nello studio sistematico di tutte le proprietà di questa nuova particella, per confermare che si tratti del bosone di Higgs, ossia l’ultimo tassello del modello standard della fisica delle particelle oppure che esso rientri in un modello più generale, quello in grado di spiegare, ad esempio, la materia oscura.

Melina Rende

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. 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Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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