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Giorgio Baietti ed il mistero dei templari e Rosacroce

Redazione Controcampus 20 Ottobre 2013
R. C.
20/04/2024

Poveri Compagni d’armi di Cristo e del tempio di Re Salomone”, Intervista a Giorgio Baietti, ecco di cosa si tratta.

I templari erano un ordine monastico e cavalleresco nato dall’alleanza di nove cavalieri, i quali per nove anni s’impegnarono a proteggere i credenti della prima crociata guidati da Ugo di Payns, un nobile originario della regione della Champagne, che aveva organizzato la prima Milizia Christi, il cui nome esatto era Poveri Compagni d’armi di Cristo e del tempio di Re Salomone”. Intervista a Giorgio Baietti

Da tempo immemorabile, la leggenda dei Templari ha il pregio di intrigare ed incuriosire gli appassionati di misteri irrisolti e di storia alternativa. I Fiumi d’inchiostro versati per raccontare le fasi cruciali delle loro gesta, hanno alimentato a dismisura l’enigma, contribuendo alla nascita dell’idolatria Templare.

Giorgio Baietti ed il mistero dei templari studioso di enigmi esoterici

I Cavalieri Templari, probabilmente, furono soprattutto dei geni, cioè delle menti illuminate, capaci di grandi imprese ed animate da una grande fede. Tra mastodontiche opere architettoniche ed eteree missioni di pace, il ricordo delle loro gesta, per quanto remote e sbiadite esse siano, illuminerà per sempre le lande terrestri. Al di là delle incognite e delle ombre relative ad una storia irta di chiaroscuri, ciò che appare tutt’altro che sbiadito è altresì la bellezza insita nel loro messaggio. Un messaggio pingue di mistero, ma ricco di saggezza, pace e fratellanza; e foriero di grandi benefici per l’umanità.

In fin dei conti, il mistero è il vero capolavoro del Nostro Creatore. Nulla è più attraente di ciò che non potrà mai essere svelato. Il piacere che si prova nel dover immaginare il volto della verità è il più grande regalo che si potesse fare all’umanità.

La storia dell’umanità terrestre è in realtà tutt’altro che priva di misteri. Thriller archeologici, enigmi irrisolti e presunte verità occultate dal tempo, pervadono e dipingono di giallo miriadi di opere letterarie. Opere, la cui unitaria bellezza, tutto sommato seppur edulcorata da orpelli e beltà descrittive, non appare in grado di essere equiparata, in alcun modo, alla magnificenza della realtà. La meravigliosa storia dell’umanità è il più bel romanzo che sia mai stato scritto. Un capolavoro da cui i più abili e capaci scrittori hanno tratto spunto. L’uomo, infatti, desidera ciò che vede e percepisce attraverso l’ausilio dei propri sensi.  Un bravo romanziere sa quanto sia importante tenere col fiato sospeso il proprio lettore; il cui fine esistenziale più recondito è, senza ombra di dubbio, il piacere.

Nulla è più intrigante di ciò che offre all’uomo la possibilità di allontanare noia e dolore. E’ questa, dunque, la reale bellezza del mistero.

L’aurica magia della letteratura, invece, alberga nella capacità di stimolare, solleticare, lambire l’ascosa brama di conoscenza del lettore, attraverso la delicata e variopinta arte della parola. La parola, infatti, è come una vela trapezoidale, in grado cioè di generare una perfetta osmosi tra idee dello scrittore (velista-timoniere) e psiche del lettore (vento).

Al fin di ampliare le nostre conoscenze in merito all’affascinante e misteriosa storia dei Templari abbiamo intervistato il Prof. Giorgio Baietti studioso di enigmi esoterici e di storia alternativa, docente, giornalista, talentuoso scrittore ed autore di diverse opere letterarie dedicate all’argomento, tra cui “L’enigma di Rennes Le Château – I Rosacroce e il Tesoro perduto del Graal” (Edizioni Mediterranee, 2003), “Giallo Uovo” (Mondolibri – Mondadori, 2006), “Lo Specchio Inverso” (Età dell’Acquario Edizioni, 2007) e “Il Cristo delle Dodici Colline” (Verdechiaro Edizioni, 2009).

Chi erano i templari. lo studio di Baietti

“Anche sui Templari è stato detto tutto ed il contrario di tutto. In realtà, i templari erano un ordine monastico e cavalleresco nato dall’alleanza di nove cavalieri, i quali per nove anni s’impegnarono a proteggere i credenti della prima crociata guidati da Ugo di Payns, un nobile originario della regione della Champagne, che aveva organizzato la prima Milizia Christi, il cui nome esatto era Poveri Compagni d’armi di Cristo e del tempio di Re Salomone. – dice Baietti –

“Prendono il nome di templari perché erano ospitati in una zona detta delle stalle del Tempio di Re Salomone, dove appunto Re Baldovino, primo Re cristiano di Gerusalemme, li destina. Si racconta, o per lo meno piace pensare, che i templari per ingannare il tempo scavino e trovino qualcosa che li rende diversi dagli altri uomini. Perduta la Terra Santa, finita in mano ai musulmani, fecero ritorno in Europa, stabilendosi in Francia, a Parigi che divenne la loro capitale. A Parigi iniziano a diventare banchieri, costruttori di cattedrali, inventori dell’arte gotica. I templari continuarono la loro avventura. Come banchieri inventarono gli assegni e le cambiali. Ma inventarono anche degli avanzati sistemi idraulici. In poche parole si arricchirono e suscitarono l’invidia di Papa Clemente V e soprattutto del Re Filippo IV, detto il Bello, il quale li attaccò in una giornata, diventata poi nefasta, che è venerdì 13 ottobre 1307 (da cui deriva la leggenda secondo cui il venerdì 13 porti male). I templari vennero arrestai tutti, ma il tesoro sparì. Solo una piccola parte di esso fu acquisita dai Cavalieri di Malta. Tuttavia, le cronache dell’epoca narravano di diverse carrette di fieno dirette verso il porto di La Rochelle, situato sull’oceano Atlantico. Il porto di La Rochelle fu costruito dai templari in modo anomalo. I Templari edificarono delle mura di protezione alle spalle, cioè non verso l’oceano, ma verso i francesi, che evidentemente non dovevano vedere cosa accadesse all’interno del porto. Probabilmente, i templari armavano delle grandi navi dirette verso l’America, situata proprio di fronte a La Rochelle. – dichiara Baietti –

Si racconta, infatti, che i primi visitatori del nuovo continente insieme ai vichinghi siano stati i templari molti anni prima di Colombo. In diverse cappelle dedicate ai Templari ed alla Massoneria, infatti, si trovano simbologie relative al mais ed al pomodoro, alimenti provenienti dal nuovo continente”.

Giorgio Baietti su Rosacroce

“I Rosacroce nacquero grazie a dei manifesti che iniziarono a girare per alcune strade tedesche e poi francesi a partire dal seicento. Questi manifesti narravano della Fama Fraternitatis di Christian Rosenkreutz, personaggio misterioso, che fece un percorso mistico, di conoscenza. La figura di Rosenkreutz riecheggia, in un certo senso, quella di Nicholas Flamel, il più grande alchimista del trecento, il quale si recò in Africa alla ricerca di un libro (andando per mare e tornando per terra, cioè la simbologia antica della via umida e della via secca) facendo un percorso iniziatico che gli permise di acquisire la suprema conoscenza”. – Conclude Baietti –

Per l’autore de “L’Enigma di Rennes Le Château”, dunque, i Templari erano un ordine monastico e cavalleresco nato da un patto siglato da nove valorosi cavalieri, i quali, ad un certo punto della loro storia, sarebbero entrati in possesso di una sublime conoscenza, che li avrebbe resi diversi dagli altri uomini. Grazie al potere della sapienza, i Poveri Compagni d’Armi di Cristo e del Tempio di Salomone, recatisi in Europa, si stabilirono a Parigi, divenendo in poco tempo dei veri e propri paladini del progresso dell’umanità. Secondo Baietti, infatti, i Templari avrebbero compiuto numerose opere: dalla costruzione delle Cattedrali ed alla diffusione dell’arte gotica, passando per l’invenzione di assegni e cambiali.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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