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Buste esame maturità 2020 eliminate: novità esami di stato

Daniela Saraco 28 Novembre 2019
D. S.
19/04/2024

Ecco perché le buste esame maturità 2020 sono state eliminate e non ci saranno più: cosa cambia agli esami di stato in questo modo e novità.

E certezza che cambiano le prove scritte e l’orale dell’esame di stato 2020: prima prova e seconda prova non saranno più contenute e chiuse nelle buste del MIUR.

La maturità è una tappa obbligatoria nel percorso di ogni singolo studente.

Eppure, nonostante l’alternarsi delle generazioni che vi si sottopongono, continua ad essere oggetto di tantissimi aggiornamenti.

Ancora cambiamenti, infatti,  per la prova finale delle scuole secondarie di secondo grado. Gli studenti aspettano con ansia di sapere definitivamente come si svolgerà l’esame di maturità.

Cerchiamo di fare chiarezza sulle novità della maturità 2020 che come anticipato non vedrà presentarsi prima e seconda prova chiusa in busta del MIUR.

Oltre l’obbligo della prova Invalsi per essere ammessi all’esame e  la reintroduzione della traccia di storia, la novità più importante  è l’eliminazione del sorteggio delle tre buste all’orale . È l’ultimo cambiamento  per la maturità di giugno 2020, contenuta nella circolare diffusa dal Miur. Difatti, il colloquio orale si basa sull’analisi, da parte dello studente, dei materiali preparati dalla commissione, eliminando quindi il sorteggio delle tre buste.

La circolare parla chiaro! Ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’a.s. 2019-2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, c’è anche il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’INVALSI. In più c’è  lo  svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi.

Quindi, dire addio alle buste esame alleggerisce gli studenti del sorteggio tanto odiato ma con la partecipazione obbligatoria sia agli Invalsi che alle ore di alternanza scuola lavoro, tutti i maturandi si devono impegnare molto per superare l’esame di stato 2020.

Perché le buste esame maturità 2020 sono state eliminate e quali sono ora le novità del MIUR

Per la prima prova ritorna la traccia di ambito storico. La scelta è motivata dalla consapevolezza che la storia costituisce disciplina fondamentale nella formazione degli studenti di tutti i percorsi di studio. Per lo svolgimento del colloquio, invece,  si è deciso che la commissione propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare la sua capacità di affrontare con autonomia, padronanza e responsabilità le tematiche e le situazioni prospettate.

Gli studenti, che aspettavano il ritorno della tesina, devono, invece, affrontare la prova orale con una analisi di un documento prescelto dalla Commissione. Il colloquio, pertanto, si svolgerà con un argomento proposto dai commissari al quale il candidato deve essere in grado di fare collegamenti con altre materie. La prova risulta, pertanto, multidisciplinare. Gli argomenti prescelti saranno comunque scelti con criterio e resi noti ai maturandi. L’orale continua, quindi, a prendere avvio dagli stessi materiali dell’anno scorso, come  poesie, grafici, foto di opere d’arte, sulla base del programma svolto in classe durante l’anno.

Novità esami di Stato: esame di storia di nuovo tra i banchi

Ritorna alla prima prova il tema di storia. Ricordiamo per prima prova maturità 2020 si indica il primo scritto ministeriale dell’esame di Stato che devono affrontare gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori. E’ il MIUR a stabilire ogni anno le sette tracce, che sono uguali per tutte le scuole del territorio italiano. Tra le tracce della tipologia del testo argomentativo, i maturandi a giugno troveranno quella d’ambito storico. Ricordiamo che la  prima prova di maturità è composta da :

  • 2 tracce per l’analisi del testo (tipologia A);
  • 3 tracce per il testo argomentativo (tipologia B);
  • 2 tracce per il tema d’attualità (tipologia C).

Agli studenti, poi, non rimane che scegliere la  traccia seconda delle loro competenze e passioni.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto