Lo psicologo è un professionista che opera per favorire il benessere delle persone, dei gruppi, degli organismi sociali e della comunità. Lo psicologo in carcere ha quindi un ruolo particolarmente rilevante, proprio per il contesto in cui opera.
In generale questa figura professionale si occupa di psicopatologia, ma non solo. Altre importanti aree di intervento riguardano una molteplicità di situazioni, personali e relazionali, che possono essere fonte di sofferenza e di disagio. La sua attività ha l’obiettivo di favorire il cambiamento, accompagnando gli individui in particolari momenti di difficoltà.
Tra i molteplici ambiti di applicazione ci sono gli ospedali, i consultori, le scuole, il tribunale, i servizi per l’infanzia e l’adolescenza, le residenze per anziani. Un nuovo ambito è quello della psicologia penitenziaria.
Se vuoi sapere come diventare psicologo penitenziario, leggi la nostra guida. Anche per diventare Psicologo penitenziario il primo obiettivo da raggiungere dopo il diploma è iscriversi all’Università. Chi vuole intraprendere questo percorso formativo, deve conseguire una laurea in Psicologia. Dopo è necessario superare l’Esame di Stato e iscriversi all’Albo professionale nella Sezione A, così da poter svolgere la libera professione.
Le materie caratterizzanti sono Psicologia generale, dinamica e clinica, giuridica, forense, criminale e della devianza, dello sviluppo e dell’educazione, sociale. È importante avere anche conoscenze in Sociologia, Antropologia, Criminologia e Psichiatria, così come approfondire il funzionamento del sistema giuridico e forense. La frequenza di un Master o un Corso di Alta Formazione è sempre consigliabile. E’, inoltre, fondamentale maturare una solida esperienza di stage e tirocinio in istituti di pena o riabilitazione.
Vediamo come diventare psicologo penitenziario, quanto guadagna e qual è il percorso formativo di chi vuole diventare psicologo in carcere.
Come diventare psicologo penitenziario: formazione e percorso di studi, diploma e post laurea
Uno Psicologo penitenziario è iscritto all’Ordine degli Psicologi. Le sezioni regionali dell’Ordine degli Psicologi pongono specifici requisiti di preparazione e anzianità. Deve, dunque, necessariamente conseguire la laurea all’Università e superare l’esame di stato abilitante.
A spiegarci meglio come diventare psicologo penitenziario è Rosaria Varrella: “Il cosiddetto psicologo penitenziario deve possedere una laurea in psicologia. Inoltre deve risultare iscritto alla sezione A dell’albo regionale degli psicologi della Regione in cui risiede. Il decreto legge del 1999 n. 230 e il successivo DPCM del 2008 hanno sancito la fine della medicina penitenziaria trasferendo le competenze in materia di salute dal Ministero della Giustizia a quello della Salute. E’ stata inglobata anche la tutela della salute mentale.”
La Dottoressa prosegue: “In tal senso lo psicologo penitenziario è l’esperto ex art. 80. Ogni quattro anni circa ogni Provveditorato regionale indice una selezione pubblica. Questa è finalizzata a costituire una graduatoria. Così ogni istituto attinge in base alle proprie necessità. Lo psicologo in sede di colloquio deve dimostrare di conoscere l’ordinamento penitenziario. Deve anche conoscere il ruolo da svolgere una volta in servizio. Oltre al titolo di base, vengono valutati tutti i titoli aggiuntivi che il candidato possiede. Fondamentali sono i master in criminologia o pubblicazioni.”
Le linee guida fornite dalla professionista riescono quindi ad individuare gli strumenti formativi necessari per sapere come diventare psicologo penitenziario. Dunque, è fondamentale avere quanti più titoli di studio possibili per affrontare e superare la prova di selezione. In alternativa è possibile accedere alla professione tramite dei concorsi periodici indetti dal Ministero della Giustizia. Una volta superato il concorso si viene assunti con un contratto in base alle esigenze della struttura penitenziaria a cui si è assegnati.
Cosa fa uno psicologo penitenziario e quanto guadagna
Dopo aver chiarito come diventare psicologo penitenziario, spieghiamo le sue mansioni. Questo professionista lavora con le persone in carcere. Il suo compito è di arrivare al recupero e al reinserimento del soggetto criminale nella società. Si occupa, dunque di realizzare trattamenti per stimolare il cambiamento.
A spiegarci il ruolo di questo professionista nelle carceri è Rosaria Varrella: “Lo psicologo esperto ex art. 80 si occupa dell’osservazione della personalità. Entra a far parte dell’equipe composta da personale dell’amministrazione sotto il coordinamento del direttore dell’istituto. L’osservazione inizia quando il detenuto diventa definitivo. Cioè quando inizia l’esecuzione della pena. Durante la detenzione si apprendono elementi per verificare l’evoluzione della personalità e il grado di adesione ai trattamenti.”
La Dottoressa continua: “L’equipe di osservazione si riunisce per redigere la relazione di sintesi contenente la proposta di trattamento. Questa deve essere approvata dal magistrato di sorveglianza. Lo psicologo contribuisce alla redazione per la sua sfera di competenza . E’ importante partecipare ai periodici incontri con gli altri componenti dell’equipe. Per fare questo lo psicologo vede i detenuti in osservazione oltre che tutti coloro che richiedono un incontro. Inoltre, sia il personale dell’area educativa che di polizia penitenziaria possono segnalare allo psicologo qualche emergenza o criticità. “
Importante, infine, è anche il ruolo che lo psicologo in carcere ha nella reintroduzione del detenuto nella società una volta scontata la pena.
Ma quanto guadagna? Lo stipendio medio di un professionista è di 1.650 € netti al mese. Un Dirigente Psicologo o un libero professionista con uno Studio Privato, possono ottenere guadagni molto più elevati. Così come la partecipazione a progetti forensi o carcerari possono aumentare la retribuzione.
Emergenza sanitaria e rischi in carcere: cosa fa lo psicologo
In periodi o condizioni particolari, è necessaria una maggiore vigilanza da parte degli psicologi. Questo è avvenuto durante il periodo dell’emergenza COVID-19 per l’aumentato rischio suicidario. L’evolversi della pandemia, infatti, ha portato inevitabili conseguenza anche sul sistema penitenziario italiano. Nella prima settimana di marzo 2020 sono stati distrutti e devastati 70 istituti penitenziari. In altri 30 si sono svolte manifestazioni pacifiche di protesta.
Anche i detenuti che ritornano in carcere a seguito di revoca da domiciliari o visita medica esterna, sono tenuti ad osservare un periodo di quarantena. Si svolge in stanze singole all’interno di sezioni opportunamente create. C’è, dunque, necessità di un monitoraggio di queste persone isolate.
La Dottoressa conclude: “Questo professionista può infliggere ai detenuti punizioni in relazione ad infrazioni commesse previste dal regolamento. Ad esempio, la detenzione di oggetti non consentiti come il cellulare. Può proporre, quindi, una progettazione specifica e attuarla se autorizzata dal provveditorato. In qualità di esperto, inoltre, lavora in autonomia e in collaborazione con l’area sanitaria sotto il coordinamento della direzione dell’istituto. E’ tenuto ad intervenire in caso di atti di autolesionismo o di rischio suicidio e a segnalarne il pericolo.”
Corsi per diventare psicologo penitenziario: quali sono e quali fare
Per sapere come diventare Psicologo penitenziario, bisogna prima essere laureati in psicologia. Solo dopo è possibile seguire un percorso formativo specifico. Solitamente questo percorso è costituito da 3 anni di esperienza tra corsi e lavoro nel settore. Tra i maggiori master specifici in psicologia elenchiamo:
- penitenziaria e profili criminologici
- giuridica e forense
- della devianza
- criminale e risk assessment
Per sapere come diventare psicologo penitenziario, è necessario preparare i professionisti a sviluppare le conoscenze e le abilità per operare in carcere. Bisogna curare la crescita personale. Migliorare le relazioni con le persone vicine. E’ questo l’ambito più tecnico per il professionista penitenziario. I detenuti hanno questi bisogni e la figura dello psicologo è di grande aiuto per loro. E’ in grado , infatti, di far capire le ferite inferte agli altri o alla società con i propri sbagli!