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Indicatori Covid zona rossa, arancione gialla per classificare le regioni

Martina Sapio 19 Novembre 2020
M. S.
29/03/2024

Quasi sono i 21 indicatori Covid per classificare regioni, area e zona rossa, arancione e gialla:  a che servono, come si applicano e se cambieranno nel futuro.

I 21 indicatori per la diffusione del Covid sono stati predisposti dal DPCM del 4 novembre 2020. Sulla base di questi parametri il governo decide se classificare una regione come zona rossa, zona arancione o zona gialla.

Gli indicatori Covid 19 riguardano la diffusione del virus e la capacità del sistema ospedaliero. In base a questi dati si decide poi la classificazione delle regioni.

Ad oggi questo sistema non sembra destinato a cambiare. Sapere quali sono gli indicatori Covid delle regioni aiuta a capire come il governo controlla il monitoraggio dei parametri. Il governo revisiona periodicamente gli indicatori e in base al risultato si decide, su base settimanale, se mantenere o modificare le zone nel nostro paese.

Di questi ventuno indicatori Covid in Italia sedici sono obbligatori e cinque sono opzionali, e servono per valutare tre elementi: probabilità di diffusione dell’epidemia, impatto sui sistemi sanitari e resilienza territoriale. 

Per probabilità di diffusione dell’epidemia si intende il famoso indice RT. L’RT indica, in parole povere, quante persone sane possono essere contagiate da una persona positiva. L’impatto sui sistemi sanitari e la resilienza territoriale riguardano la tenuta delle strutture ospedaliere. Si fa riferimento alla capacità del territorio di accogliere chi ha bisogno di assistenza o di ricovero.

Dopo aver studiato quali sono gli indicatori Coronavirus, le regioni hanno chiesto che il numero dei parametri fosse ridotto a cinque. Ma il Ministro Speranza ha rifiutato, sostenendo che 21 sia il numero necessario per avere una fotografia completa del paese e che per il prossimo futuro non cambieranno. La teoria di fondo, infatti, è che avere una fotografia complessiva permetta di prendere provvedimenti localizzati. Il lockdown nazionale, che pure era stato prospettato, non deve così essere attivato e questo rappresenta sicuramente un vantaggio sul piano economico. Ma vediamo ora quali sono questi indicatori Covid e come funzionano.

Quali sono gli indicatori Covid zona rossa, arancione gialla per classificare le regioni

Gli indicatori Covid 19 in Italia decidono se le regioni saranno classificate zona rossa, arancione o gialla; tutti insieme contribuiscono a classificare, secondo un sistema di monitoraggio aggiornato ogni settimana, la percentuale di rischio in ogni regione. Conseguentemente, servono anche a capire quali regole devono essere prese.

Questi indici possono essere separati in 3 gruppi. Per esigenze di semplificazione, si parla di capacità di monitoraggio, capacità di accertamento diagnostico e trasmissibilità dei contagi (con conseguente tenuta dei servizi sanitari).

Il primo gruppo comprende sei parametri (di cui però solo quattro sono obbligatori); servono per accertare la qualità dei dati e dei sistemi di sorveglianza. Gli indicatori qui previsti sono: il numero di casi sintomatici notificati per mese (e quelli notificati in cui è riportato il comune di domicilio o residenza). Poi il numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale. Infine quello di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva.

Anche il secondo gruppo comprende sei parametri, cinque obbligatori; questi si occupano di verificare la capacità di accertamento diagnostico, cioè la capacità di una regione di tracciare i positivi e di organizzare le quarantene individuali. I primi due indici sono la percentuale di tamponi positivi e il correlato tempo tra data d’inizio dei sintomi e data di diagnosi. A seguire il numero di persone che lavorano al tracciamento, il numero di persone impegnate nei laboratori ed infine il numero di casi rilevati grazie ad un’indagine epidemiologica.

Il terzo ed ultimo gruppo riguarda la trasmissione dei contagi e la tenuta del sistema sanitario; qui i parametri sono nove. Di questi, solo sette sono obbligatori. I primi tre sono: il numero di casi riportati alla Protezione Civile negli ultimi 14 giorni, l’indice RT e il numero di nuovi casi riportati giornalmente.

Seguono poi il numero di focolai attivi e il numero di infezioni da Covid non associabili ad alcuna catena di trasmissione nota. Infine il tasso di occupazione delle terapie intensive ed il tasso di occupazione dei posti letto totali nelle aree mediche riservate al Coronavirus.

Come classificare una regione rossa, arancione e gialla

Vediamo ora come funzionano i 21 indicatori Covid e come si applicano nella classificazione di una zona come rossa, arancione o gialla.

Nonostante l’intero processo sia molto complesso, in realtà tre indicatori sono fondamentali. Il primo è l’RT (quante persone sono contagiate da una persona infetta). Se l’RT è inferiore a 1,25 una regione sarà sempre zona gialla a prescindere dagli altri indicatori. Inoltre, l’RT ha un ruolo importante anche nella determinazione del rischio, ovvero dell’ambito del terzo gruppo di parametri. Nonostante nell’ultimo periodo siano sorti dei dubbi sull’affidabilità dell’RT, il governo non sembra intenzionato a rivalutare questo importantissimo parametro.

Gli altri due indicatori chiave sono infatti l’occupazione dei posti letto di degenza ordinaria e l’occupazione in terapia intensiva. Quest’ultimi hanno un ruolo fondamentale nella terza categoria di parametri, quella appunto che riguarda il rischio di trasmissione e la tenuta del sistema ospedaliero.

Considerando questa premessa e volendo semplificare le cose – dato che la classificazione delle regioni è estremamente complessa e viene fatta sulla base di algoritmi di valutazione della probabilità di rischio – si può dire che il colore di una regione è rosso se il rischio è alto e l’RT superiore a 1,5; arancione, se il rischio è medio-alto e l’RT compreso tra 1,25 e 1,5. In tutti gli altri casi ed in maniera abbastanza indifferente rispetto agli altri parametri, si parla di zona gialla.

Vale comunque ripetere che l’analisi di questi parametri è di gran lunga più complicata rispetto a questo schema semplificato; i 21 indicatori Covid devono infatti essere analizzati alla stregua di un insieme unico, secondo procedure che appartengono al mondo della statistica.

© Riproduzione Riservata
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Martina Sapio Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, scrivo per la sezione Attualità e vedo nel giornalismo il modo migliore di mettere in pratica le mie conoscenze. Ho sempre amato scrivere così come ho sempre amato informarmi sul mondo che mi circonda, sul suo modo di cambiare e di evolversi. Per questo ho deciso di iniziare ad esplorare questo mondo. Capire da quali meccanismi è mossa la nostra società. Mi interesso in particolar modo di politica e di tematiche economiche, sia di carattere nazionale che internazionale, di come queste costanti influenzino tutti noi. Nello scrivere cerco di essere quanto più diretta e chiara possibile: un lavoro di ricerca e di rifinitura che ha come obiettivo la sola, vera informazione. Leggi tutto