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Partita Iva 2015 novità regime ordinario e regime minimi: cosa cambia

Redazione Controcampus 27 Marzo 2015
R. C.
26/04/2024

Nuova Partita Iva 2015 e nuove regole per il regime ordinario e regime dei minimi: ecco cosa cambia nei costi, nei contributi Inps e nelle aliquote contributive 2015, false partite Iva,e prestito d’onore Tutte le novità aggiornate nel Milleproroghe: news dal cantiere Legge di stabilità, ecco come cambia la Partita Iva 2015, luci ed ombre della Riforma Partita Iva 2015 nella lettura di Emiliana Alessandrucci, Presidente Colap Nazionale.

Tutte le risposte sulla Partita Iva 2015: come si apre? Quali sono i costi e le spese? Quando conviene e quando no? Quali sono le agevolazioni e finanziamenti per i giovani professionisti?

Sono gli osservati speciali del nuovo corso Renzi. Quelli per cui sia il Premier, appunto, che il Ministro del Lavoro Poletti hanno fatto mea culpa, riconoscendo l’autogol: parliamo, ovviamente, dei titolari di partita Iva, di tutti quei lavoratori autonomi, cioè, costretti alle corde dalle stangata contributiva della partita Iva 2014, tornati ora a guardare, con non poche riserve, alle novità che vanno profilandosi sul tavolo della prossima riforma Partita Iva 2015.

Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire innnanzitutto cos’è la partita Iva e a cosa serve per poi entrare nel merito della partita Iva 2015. Si tratta di un codice composto da 11 numeri: i primi 7 servono ad identificare in maniera univoca il contribuente(persona fisica oppure società), i successivi 3 numeri ad identificare il Codice dell’Ufficio delle Entrate. L’ultimo ha, invece, funzione di controllo. La partita IVA, in altre parole permette di identificare un soggetto che esercita un’attività rilevante ai fini dell’imposizione fiscale. Tutti i soggetti che intraprendono un’attività che ha rilevanza ai fini IVA (impresa, arte, professione), compresi i soggetti non residenti che istituiscono una stabile organizzazione in Italia o che intendono identificarsi direttamente, devono presentare la dichiarazione di inizio attività presentando un apposito modello.

Partita Iva 2015: cosa cambia, come aprirla e come funziona il regime ordinario e dei minimi

Cosa cambia con la Partita Iva 2015

Cosa cambia con la Partita Iva 2015

L’iter per aprire la nostra partita Iva 2015 non è particolarmente complesso. Entro 30 giorni dall’avvio della professione autonoma, si inviare all’Agenzia delle Entrate una Dichiarazione di inizio attività:

Per aprire la partita Iva 2015 le imprese individuali e i lavoratori autonomi dovranno compilare il modello di inizio attività, scaricabile in formato Pdf dal sito web dell’AE o disponibile direttamente presso gli uffici delle Entrate di competenza. Il Modello AA9/10 è per le persone fisiche come le ditte individuali, lavoratori autonomi; il Modello AA7/10 è per i soggetti diversi dalle persone fisiche come le attività in forma societaria come condomini, fondazioni, enti, mentre il Modello ANR/3 è per i soggetti non residenti che intendono identificarsi direttamente in Italia ai fini Iva.

La presentazione della partita Iva 2015 può avvenire nei seguenti modi:

  • recandosi presso l’Ufficio dell’AE provvisti dell’apposito documento di riconoscimento;
  • invio con raccomandata con ricevuta di ritorno
  • invio per via telematica, tramite il software apposito avviabile dal sito dell’AE

In seguito, occorrerà scegliere il codice ATECO riferito alla nostra specifica attività e, soprattutto, il tipo di regime contabile tra regime dei minimi e contabilità ordinaria. Rilasciata la dichiarazione firmata, ci verrà comunicato il numero di partita IVA, destinato a rimanere invariato fino al termine dell’attività. Quali sono i costi di una partita IVA 2015?

Costi, spese e agevolazioni partita Iva 2015: quando conviene aprirla

Aprire una partita IVA non costa nulla. Per  valutarne la convenienza, tuttavia,  occorre considerare preliminarmente il volume di affari. Ad. es, se scegliamo di iscrivere una ditta alla Camera di Commercio, gli esborsi oscilleranno tra gli 80-100 euro annui, più il costo del commercialista (circa 1.000 euro annui) e i contributi INPS (circa il 27%, più un eventuale conguaglio se il reddito supera i 13.819 euro). Da non prendere sotto gamba, poi, il pagamento delle imposte Irpef e Irapcirca, circa 3.347 euro all’anno (suddivisi in 4 rate trimestrali). Discorso diverso per i Minimi, che usufruiscono di una tassazione agevolata del 5%. In generale, se siamo lavoratori autonomi e le nostre entrate superano i 5.000 euro annui, è raccomandabile  aprire una partita IVA 2015. Sotto tale soglia “minima” è, invece, preferibile vagliare altre soluzioni dacché i costi di gestione potrebbero gravare pesantemente sugli introiti.

Proroga Partita Iva 2015 con regime agevolato: contributi minimi, nuove misure forfettarie, finanziamento agevolato, iscrizione VIES e nuova procedura unificata

Partita Iva 2015 regime agevolato

Partita Iva 2015 regime agevolato

Non ci saranno modifiche al regime dei minimi per la nuova partita IVA 2015. Il Governo fa dietrofront: via dal Milleproroghe 2015 gli aumenti dell’aliquota INPS del 30,72% (per tutti i tipi di regime fiscale compresi i minimi appunto) originariamente pensati. Un aumento che le associazioni dei liberi professionisti avevano definito insostenibile, arrivando persino a minacciare l’abbandono della gestione separata Inps. Con la modifica introdotta nel Milleproroghe, per il 2015 coesisteranno vecchio e nuovo regime dei minimi anche per le nuove aperture.

Morale? Le condizioni per l’apertura di una partita IVA 2015 con il regime dei minimi anche nel 2015 rimangono le stesse degli anni precedenti. Ma c’è un però, perché gli aumenti per i contributi previdenziali da versare sono solo rimandati. Gli innalzamenti, infatti, saranno introdotti progressivamente per la partita IVA 2015 ordinarie, per le quali resta l’aliquota del 27,72% (destinata tuttavia a salire al 28.72 nel 2016 e al 29,72% nel 2017). Le partite IVA appartenenti al regime dei minimi, invece, godranno anche per il 2015 dell’imposta sostituiva al 5%, come già previsto per il 2014. Confermata per il 2015 anche la soglia dei 30.000 come tetto massimo dei ricavi per rientrare nel regime agevolato. Stop, per il 2015, anche all’aumento dei contributi per i professionisti “senza cassa”, iscritti alla Gestione separata INPS, che non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria, né pensionati. La misura della contribuzione dovuta rimane, pertanto, confermata in misura pari al 27% (così come previsto per il 2014), in luogo del 30%.

Dal 2016, insomma, l’unico regime fiscale che resterà in piedi sarà il nuovo forfettario varato dalla prossima Legge di Stabilità, per cui il vecchio regime dei minimi a cui i contribuenti potranno ancora accedere per quest’anno andrà definitivamente in soffitta, considerato che al compimento del 35° anno di età i contribuenti saranno comunque tenuti a passare al nuovissimo regime forfettario.

Per chi apre Partita IVA 2015 l’opportunità è quella di chiedere un finanziamento agevolato con la formula del prestito d’onore (di cui al Dlgs. 21/4/2000 n. 185) – teso a promuovere l’autoimpiego tramite franchising lavoro autonomo o microimpresa – attingendo contributi a fondo perduto, mutui agevolati, servizi di assistenza tecnico-gestionale gratuiti e agevolazioni finanziarie. Possono accedervi i residenti in Italia da almeno 6 mesi, disoccupati o inoccupati in cerca di  prima occupazione. L’attività (che avrà necessariamente  sede in Italia) dovrà svolgersi per almeno 5 anni dalla data di delibera di ammissione all’agevolazione. Periodo durante il quale non potrà essere ceduta né si potrà stipulare alcun contratto a tempo pieno.  Previsto, per loro, un contributo a fondo perduto del 50% delle spese sostenute, cui si associa un finanziamento agevolato (al 30% del tasso di riferimento vigente alla data di stipula del contratto), per una copertura del 100% delle spese finanziabili. La durata sarà di 5 anni, a rate trimestrali.

Semplificazione è invece la parola d’ordine per  tutte le nuove partite IVA che richiederanno l’inserimento nella banca dati VIES per le operazioni intracomunitarie. La procedura si potrà ora effettuare contestualmente all‘apertura della partita IVA 2015 mediante Comunicazione Unica. Da sottolineare che è necessario farne richiesta specifica nella dichiarazione di inizio attività, sebbene se si può esercitare l’opzione anche in un momento successivo. Chi è già titolare di partita IVA può richiedere l’inserimento nella banca dati VIES in qualunque momento per via telematica (servizi Entratel o Fisconline) o per mezzo di intermediari abilitati. Tutte le nuove modalità nel provvedimento dell’AE del 15 dicembre 2014.

Il giro di vite sulle False partita Iva 2015

Su 5,5 milioni di partite Iva attive, circa 3 milioni sarebbero lavoratori autonomi senza dipendenti, professionisti individuali intorno a  cui si addensano le nubi grigie del sospetto. Si calcola, infatti, che tra questi circa 750-800 mila avrebbero un unico cliente per una percentuale di partite Iva false “certificabili”del 35-40%. Via libera allora ai controlli e l’applicazione dei parametri ai titolari di partita Iva privi di ordine o elenco e per la presunzione di lavoro parasubordinato, con obbligo di assunzione per il datore di lavoro. Ma quando scatta l’assunzione?  In base a quanto disposto dalla Riforma Fornero, la prestazione lavorativa resa da persona titolare di Partita IVA si presume come collaborazione coordinata e continuativa quando siano verificabili almeno due delle seguenti condizioni:

  • durata complessiva della collaborazione superiore a 8 mesi annui (pari a 241 giorni, anche non continuativi) nell’arco di due anni consecutivi;
  • corrispettivo, anche se fatturato a più soggetti riconducibili al medesimo centro di imputazione di interessi, pari a più dell’80% dei corrispettivi del collaboratore nell’arco di due anni consecutivi;
  • postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente.

Intanto il Ministero del Lavoro, con un interpello, rende noto che i Professionisti iscritti ad Albo possono svolgere il lavoro in forma autonoma senza essere considerati “falsa Partita IVA”, senza che ricorrano i presupposti della presunzione di lavoro parasubordinato. Restano al palo, invece, professionisti e free lance non iscritti ad albo o registro che agiscono in regime di rischio d’impresa, per loro zero tutele ed nessuna concessione in tema di welfare.

 Emiliana Alessandrucci

Emiliana Alessandrucci

Intanto il popolo delle partite Iva alza la barricata: obiettivo spingere il Governo a ritirare le modifiche che in molti ritengono addirittura peggiorative rispetto alle misure contenute nella già criticatissima Legge Fornero.

Luci ed ombre, quelle che pesano sul tavolo della prossima Riforma Partita Iva 2015, che disegnano un quadro complesso, in cui si agitano prospettive tutt’altro che chiare.

Ne parliamo con Emiliana Alessandrucci, Presidente Colap Nazionale.

Dal 2016, come sa, cambiano le regole per definire il lavoro subordinato e inquadrarlo come tale contrattualmente. Il Governo dichiara guerra alle false partite IVA: saranno considerate alla stregua di contratti di lavoro subordinati tutte le collaborazione personali, continuative e con contenuto ripetitivo e “le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro”. I nuovi criteri di presunta subordinazione, assicura Renzi, superano e sostituiscono quelli che erano stati fissati con la Riforma Fornero del 2012. Frustrazione. È questo lo stato d’animo con molti liberi professionisti stanno vivendo l’intervento del Governo per correggere gli errori compiuti con la Legge di stabilità nei confronti dei lavoratori operanti in regime di partita Iva. Presidente Alessandrucci, qual è la Sua opinione in merito alle ultime novità in tema di partita Iva 2015?

 “Si parla spesso di ultime novità per le partite iva e mi domando quali siano? Il regime de minimi è stato modificato e poi, dopo soli 40 giorni, ripristinato anche il vecchio sistema, il blocco dell’aliquota è stato prorogato per tutto il 2015; di quali novità parliamo? Il nostro che è un mondo vivace innovativo e dinamico continua a subire dalla politica stalli e inutili “pause di riflessione”. Siamo stanchi di assistere a correzioni urgenti su errori annunciati e siamo ancora considerati la classe da vessare e punire; serve un reset, le partite iva non sono tutte false e non sono tutti ricchi, stiamo soffrendo molto la crisi che ci paghiamo tutta da soli, se c’è qualcuno da cui prelevare siamo noi; senza sgravi, senza incentivi e senza tutele; ma lottiamo affinché non ci tolgano la dignità.”

Negli ultimi decenni, il lavoro autonomo non è complessivamente cresciuto molto, ma si è modificato profondamente: è diminuito il lavoro autonomo tradizionale di commercianti e artigiani, è cresciuto quello nei servizi rivolti a imprese e pubblica amministrazione e tutto il lavoro orientato alle funzioni della conoscenza e delle relazioni sociali. Chi sono le moderne partite Iva? L’Isfol calcola in 400mila le false partite Iva. Le risulta un fenomeno così rilevante?

“Le false partite iva esistono, e sono facilissime da identificare, non capisco dove si nasconde il problema se non nella cattiva volontà di smascherarle. La legge Fornero mette in atto una serie di strumenti che ci permetterebbero facilmente di identificare una falsa partita iva e ora che la nostra denuncia dei redditi ci arriva a casa sarà ancora più facile; se il committente è uno se il mensile è stabile se lavori dallo stesso committente da diverso tempo ed hai una partita iva sei una falsa partita iva e il tuo datore di lavoro dovrebbe automaticamente trasformare il tuo contratto in contratto di lavoro subordinato. I numeri dell’ISFOL mi sembrano eccessivi pur riconoscendo la rilevanza del fenomeno. E a dir la verità questa “cantilena” di “siete tutti false partite iva” ci ha annoiato; Poletti esordì così da Ministro del lavoro e cercai di replicargli se per caso conosce un amministratore di condominio, se va da un tributarista per la denuncia dei redditi, se i suoi figli sono stati seguiti da uno psicomotricista o da un pedagogista perché questi sono professionisti e non false partite iva! Non si può ignorare la realtà e fondare le politiche e le scelte governative su preconcetti anacronistici.”

Agitando lo slogan della lotta contro le “false partite Iva”, sostengono in molti, Palazzo Chigi rischia di premiare enti e istituzioni mono-committenti, aumentando il prelievo fiscale del 300 % per i lavoratori autonomi. Tutto ciò a fronte di sgravi e bonus tributari per gli altri ceti lavorativi, compresi gli 80 euro mensili in busta paga per i dipendenti con reddito fino a 1.500 euro e gli 800 milioni di agevolazioni stanziati per commercianti e artigiani. Renzi dà, Renzi toglie? Si può parlare di penalizzazione evidente?

“Non parlerei di penalizzazione ma di indifferenza. Per ora siamo stati trascurati, ignorati, sottovalutati; questo Governo non ha ancora saputo cogliere tutte le nostre potenzialità economiche ed occupazionali, ma noi abbiamo lanciato #siamofiduciosi perché se questo Governo rappresenta il nuovo e la flessibilità non potrà che imbattersi nelle nostre proposte e  nel nostro modo di fare lavoro e fare professione.”

Una discriminazione che, secondo alcune correnti di pensiero, affonderebbe la sua ragione profonda in quella presunzione tutta renziana per cui i liberi professionisti estranei a ordini e albi votino per formazioni e partiti lontani dal PD. Come analizza questo tipo di percezione?

Guida alla Partita Iva 2015

Guida alla Partita Iva 2015

“Questa ipotesi che lei pone è anch’essa anacronistica e lontana dalla realtà di questo paese. Non esiste più la classe sociale collegata ad un partito politico; se qualcuno la pensasse ancora così farebbe un errore di lettura del nostro presente. E poi credo che continuare a pensare al “voto di scambio”, ovvero “faccio politiche per il mio elettorato” è l’atteggiamento che ha ridotto il nostro paese a brandelli. Tocqueville riconosce il limite della democrazia nell’assenza di lungimiranza e nel ricatto delle elezioni; io credo che per il bene di questo paese è il momento di superare questo limite di fare politiche scomode per il presente ma necessarie per garantire un futuro a tutti, soprattutto alle nuove generazioni.”-Conclude Emiliana Alessandrucci –

Scarica >>> Guida Partita Iva 2015 Agenzia Entrate

Scarica >>> Modello AA9/11 Iva Persone Fisiche

Scarica >>> Istruzioni per la compilazione

Scarica>>> Modello AA7/10 Partita Iva

Scarica >>> Istruzioni per la compilazione

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Scarica>>> Guida al Regime Minimi – AE

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto