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Ottavo Congresso Mondiale di Psico-Oncologia

Redazione Controcampus 12 Ottobre 2006
R. C.
13/05/2024

Presentato oggi all’Università di Ferrara l'Ottavo Congresso Mondiale di Psico-Oncologia che si terrà a Venezia da mercoledìPresentato oggi all’Università di Ferrara l'Ottavo Congresso Mondiale di Psico-Oncologia che si terrà a Venezia da mercoledì 18 ottobre fino a sabato 21.

“L’Università di Ferrara sta tentando di muoversi a livello internazionale nelle grandi società scientifiche. Nel nostro Ateneo ci sono dei gruppi di studiosi che si assumono responsabilità di leadership a livello mondiale”, ha dichiarato il Rettore Patrizio Bianchi. Il Convegno e le tematiche della Psico-Oncologia sono state illustrate dal Professor Luigi Grassi, ordinario di Psichiatria all’Università di Ferrara, Presidente della Società Italiana di Psico-Oncologia e del Congresso Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2020 saranno 15 milioni i nuovi casi di cancro: il forte disagio psicologico e interpersonale che accompagna questa malattia in chi ne soffre, nei familiari e nel personale assistente sarà al centro dell’Ottavo Congresso Mondiale di Psico-Oncologia (Venezia, 18-21 ottobre 2006) e la connessa Psychosocial Academy (Ferrara, 15-17 ottobre 2006) Oriana Fallaci e Tiziano Terzani, Kylie Minogue e Anastacia, Luciano Pavarotti e Flavio Briatore. Sono alcuni dei volti noti del mondo dello spettacolo e della cultura che si sono resi protagonisti negli ultimi tempi di un fenomeno singolare e inedito, rendendo pubblica la propria malattia e annunciando la propria battaglia in una sorta di “outing” del proprio stato di malati di cancro. Una condizione che ogni malato vive e affronta in maniera diversa, un modo del tutto personale di vivere questa battaglia che non è privo di conseguenze sul percorso della malattia: secondo i dati della letteratura scientifica, infatti, un malato di cancro su tre soffre uno stato di stress emozionale significativo, tale da influenzare in maniera estremamente negativa la qualità della vita, il desiderio di curarsi, i rapporti interpersonali familiari e il ritorno al lavoro. “Per questo è fondamentale che interventi di riabilitazione a carattere psicologico siano un punto centrale dell’assistenza per chi si ammala di cancro e per i suoi familiari”, spiega Luigi Grassi, ordinario di Psichiatria all’Università di Ferrara, Presidente della Società Italiana di Psico-Oncologia e di IPOS 2006, l’VIII Congresso Mondiale di Psico-Oncologia organizzato in collaborazione con l’Università di Ferrara, che si terrà a Venezia dal 18 al 21 ottobre e che vedrà 1.300 delegati di oltre 50 paesi confrontarsi sulle numerose problematiche inerenti la sfera psicologica causate dalle patologie tumorali (www.ipos2006.it). Il Congresso sarà preceduto il 16 e 17 ottobre a Ferrara dalla Psychosocial Academy, due giorni di workshop dedicati alla formazione degli operatori attraverso corsi intensivi condotti dai più esperti psichiatri e psicologi a livello internazionale a cui prenderanno parte 250 operatori del settore. “La Psico-Oncologia – spiega Grassi – è una disciplina nata ufficialmente circa vent’anni fa con l’obiettivo di studiare le implicazioni e i risvolti psicologici e sociali del cancro, per intervenire in maniera adeguata su di essi. Se le campagne di informazione sui comportamenti a rischio, come le campagne anti-fumo, e i programmi di screening, rappresentano i punti centrali per combattere il cancro, prevenendolo o effettuando diagnosi precoci – continua il presidente del Congresso – le implicazioni psicologiche e sociali di tali programmi ne rappresentano elementi chiave, chiamando in causa la motivazione, la cura del corpo, la riduzione delle condizioni di stress e i cambiamenti dello stile di vita”.
Cancro: 10 milioni di morti nel 2020
Il cancro non conosce confini né territori né razze; colpisce bambini, giovani e adulti, anziani, ricchi e poveri, uomini e donne. Le proiezioni della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il 2020 indicano come l’incidenza di nuovi casi per anno potrà aumentare del 50% (15 milioni di nuovi casi) e 10 milioni saranno le persone che perderanno la vita a causa del cancro in quell’anno.
Un male delle anime
L’impatto emozionale delle malattie neoplastiche e le problematiche psicologiche e interpersonali secondarie all’ammalarsi di tumore rappresentano uno dei nodi centrali dell’assistenza. La sofferenza della singola persona e della sua famiglia, travolte dal cancro, e le importanti conseguenze sul piano emotivo e relazionale, sia quando l’esito della malattia è la guarigione sia quando l’esito è la morte, non risultano ancora sufficientemente al centro dell’attenzione della ricerca e dell’assistenza oncologica in quasi tutti i Paesi. Infatti la letteratura internazionale, inclusa quella italiana, indica che solo in un paziente su quattro i problemi di ordine emozionale vengono correttamente riconosciuti e opportunamente trattati. Il dolore, l’ansia, la depressione, le difficoltà in ambito familiare, lavorativo e interpersonale, i problemi di accettazione della propria immagine corporea e del cambiamento dei ruoli, la paura per eventuali ricadute e la paura della morte diventano frequentemente ostacoli insormontabili per migliaia e migliaia di pazienti affetti da cancro. Far sì che questi problemi siano affrontati sistematicamente e che i pazienti ricevano cure ottimali sul piano non solo medico ma anche psicologico è l’obiettivo principale delle società scientifiche di Psico-Oncologia di tutti i Paesi.
IL DOLORE DEL MALATO
Dare speranza alla fine della vita: la dignità del morente Ripercorrere il proprio percorso esistenziale, riuscire a dare significato agli eventi accaduti, ricercare e dare voce ai propri valori spirituali nelle fasi finali della vita costituiscono il nucleo della terapia centrata sulla dignità del morente. Diverse correnti psicologiche si muovono oggi su questa importante filosofia nelle cure palliative e in Psico-Oncologia per mantenere il contatto con chi si trova nella fase terminale della vita e per garantire un continuità assistenziale. Fonte di speranza – come riporta la letteratura a questo proposito – non è solo e unicamente data dalla guarigione, ma, quando la guarigione non è più possibile, la speranza riguarda la certezza di non essere abbandonati, la consapevolezza di aver lasciato una traccia della propria esistenza e di essere stati di insegnamento per altre persone, il non sentirsi di peso per i propri cari, il mantenere la dignità. Esistono oggi, nell’ambito della Psico-Oncologia, approcci specifici in questo senso, la cui efficacia è stata ripetutamente provata.
Una nuova figura per i bisogni dei pazienti – lo psiconcologo
Gli ultimi dieci anni hanno visto il nascere di una nuova figura professionale, a cavallo tra due discipline sanitarie, l’oncologia e la psicologia/psichiatria. Questa figura individua una professionalità di psicologo o psichiatra applicato all’oncologia, che lavora all’interno del team oncologico o ne è un consulente regolare e stabile. Tale attività può essere svolta solo dopo una specifica formazione teorica e sul campo, cui nè la laurea di psicologia né la specializzazione in psichiatria di per sé preparano. Oggi esistono a livello nazionale master universitari. Laurea in psicologia e specializzazione in psicologia clinica o psicoterapia, laurea in medicina in e specializzazione in psichiatria o psicologia clinica sono una delle due basi da cui partire e su cui costruire lo psiconcologo. Questa figura – pressoché assente qualche anno fa in Italia – inizia a diffondersi e molti centri oncologici contano finalmente tali professionalità (in Italia circa 200). I suoi campi principali sono la comunicazione con il paziente oncologico, campagne di screening, interventi psicoterapici specifici, interventi psicofarmacologici, supporto allo staff, tutti ambiti dotati di una specificità per i malati sofferenti delle patologi tumorali. – A Venezia, ne parlerà David Kissane, Direttore del Dipartimento di Oncologia Psichiatrica del Memoriali Sloan-Kettering Cancer Center di New York
L’EQUILIBRIO DI MEDICI E INFERMIERI
Quando lo stress “brucia” chi cura il cancro – la sindrome del burn-out Lavorare in oncologia e in contatto con persone affette da malattie gravi incide sull’equilibrio psicologico e biologico di chi cura? I dati della letteratura rispondono affermativamente, indicando che il 30% dei medici e infermieri che lavorano in oncologia presentano sintomi psicologici, quali ansia, tensione, irritabilità, e comportamenti, come freddezza nel rapporto con gli ammalati, cinismo, e scarsa realizzazione professionale noti come “sindrome del burn-out” (letteralmente “dell’operatore bruciato”). Prevenire lo stress lavorativo, cogliere i primi segni di disagio e agire tempestivamente sono le regole per “prendersi cura di chi cura”.
TRA MEDICO E MALATO: LA COMUNICAZIONE DELLA MALATTIA
Congiura del silenzio o accanimento della verità Come si comunica la diagnosi di cancro? Esistono modalità per rendere la relazione medico-paziente più efficace? Esiste una mediazione tra la “congiura del silenzio” e l’ “accanimento della verità”? È possibile riumanizzare la relazione medico-paziente attraverso il dialogo e un’attenzione alla persona nella sua interezza piuttosto che all’organo ammalato? La ricerca in ambito psico-oncolgico ha dato molte risposte a queste domande, dimostrando come le tecniche comunicative possano essere acquisite dai medici attraverso corsi specifici. All’VIII congresso mondiale di Psico-Oncologia ne discuteranno esperti della comunicazione in ambito psico-oncologico, con testimonianze dirette quali quella di Angela Terzani Staude, scrittrice e moglie di Tiziano Terzani. Nel corso del convegno verrà inoltre rappresentato “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello in inglese come introduzione alla sessione su “Dimensioni spirituali, antropologiche e filosofiche del cancro” e verranno letti brani dalla versione inglese de “Un Altro Giro di Giostra” di Tiziano Terzani, come introduzione alla sessione sui diritti dei pazienti e della sezione Advocacy, cui prenderà inoltre parte la Presidente dell’European Cancer Patient Coalition, Lynn Faulds Wood, presentatrice della BBC ammalatasi di cancro del colon, da allora attiva nei diritti dei pazienti e protagonista di iniziative di sensibilizzazione su questa malattia.
Anche il dottore soffre quando comunica notizie dolorose al paziente
Il medico, l’infermiere che ogni giorno lavorano e vivono a contatto con persone che soffrono, soffrono anch’essi. Che la professione di assistenza sanitaria fosse a particolare rischio di tensione emotiva, di stress, di “bruciarsi” piano piano lavorando, è noto da anni. Recenti studi di visualizzazione cerebrale hanno documentato che assistere alla sofferenza di un’altra persona attiva nel cervello le aree e i circuiti del dolore, quasi come se fosse il dottore o l’infermiere stesso a soffrire. Comunicare ad un paziente una diagnosi di tumore, discutere con lui/lei, ad esempio, suscita reazioni emozionali intense, spesso parallele a quelle del paziente, registrabili non solo raccogliendo la testimonianza verbale del medico ma registrando le reazioni con opportuni strumenti psicofisiologici, molto più fini e che esplorano reazioni profonde.
– A Venezia, ne parlerà Massimo Biondi, Professore di Psichiatria dell’Università La Sapienza di Roma
Da oggi il medico può imparare a comunicare una cattiva notizia
Il medico fino ad oggi non è stato preparato durante gli studi universitari ad una delle cose ritenute più elementari: ad esempio comunicare al malato la diagnosi di una malattia grave o una prognosi infausta, discutere di difficoltà di cura, informare che una cura non ha avuto gli effetti attesi. In molti paesi tale comunicazione viene evitata o ridotta al minimo, talora il paziente viene “saltato” e l’informazione data solo ai familiari, ritenendo di proteggerlo dalla cattiva notizia. Un modello medico prevalente nella tradizione formativa clinica ha enfatizzato il modello di dottore freddo e distaccato, lontano e padrone di sé, efficiente e senza emozioni. In realtà tale tipo di medico – hanno documentato molti studi – fa star male il paziente lasciandolo solo di fronte alla malattia e per di più non protegge il medico ma negli anni lo fa star male emotivamente, accumulando una sofferenza nascosta. Il progressivo crescere di consapevolezza per questo problema, il passaggio da una medicina centrata sul medico ad una medicina centrata sul paziente ha portato in primo piano la necessità di un medico che sappia stare più a fianco del paziente. “Cosa dire” e “cosa non dire” circa una diagnosi o un percorso clinico, “come” e “quando” dirlo possono essere appresi in corsi specifici che insegnano abilità comunicative. ONCOTALK è un metodo messo a punto negli Stati Uniti che di recente è stato tradotto e adattato per la cultura italiana e oggetto di corsi specialistici per dirigenti di struttura. – A Venezia, ne parlerà il Professor Walter Baile, del M.D. Anderson Cancer Center di Houston
E ANCORA…
È possibile parlare dei propri problemi, di quanto ci si sente depressi o ansiosi, condividendo le proprie paure e i propri valori spirituali, quando ci si ammala di cancro? È possibile combattere lo stigma e il pregiudizio che ancora circonda questa malattia? Qual è la relazione tra stress e tumori? La memoria delle cellule “ricorda” gli eventi della vita e attiva vie biologiche che predispongono alla malattia o ne favoriscono il mantenimento della salute? Questi sono alcuni tra i molti temi che verranno affrontati nell’VIII Congresso Mondiale di Psico-Oncologia organizzato dalla International Psycho-Oncology Society e dalla Società Italiana di Psico-Oncologia, in collaborazione con l’Università di Ferrara, che si terrà a Venezia dal 18 al 21 ottobre e che vedrà delegati di oltre 50 paesi confrontarsi sui numerosi risvolti psicologici e sociali collegati alle patologie tumorali (www.ipos2006.it).

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto