Pionieristico nel pretendere laE’ stato fra i primi atenei in Italia a “tracciare la rotta della terza missione, quella dello sviluppo territoriale”. Pionieristico nel pretendere la valutazione dei risultati della didattica e della ricerca, ha insegnato ai suoi ricercatori ad essere consapevoli anche della valorizzazione economica dei loro studi scientifici, per essere più competitivi anche sul mercato. Voluta come “testa pensante” del Friuli rinato dalle macerie del terremoto, nell’arco di 29 anni si è proposta come istituzione aperta, al posto della torre d’avorio. Ora l’università di Udine si pone una nuova sfida, quella di diventare “strumento di coscienza”, rispondendo al “bisogno di conoscenza critica dei cittadini, alla loro sete di diventare consapevoli protagonisti e non solo consumatori”. Lo ha spiegato il rettore Furio Honsell nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico 2006-2007, dove ha proposto anche il primo progetto di questo nuovo obiettivo. Dopo il parco scientifico e tecnologico, la Scuola di eccellenza e l’incubatore d’impresa, l’ateneo vuole realizzare un museo-laboratorio della scienza e delle idee. Ma non si tratta di un museo tradizionale, dove “utenti passivi guardano alla scienza con il timore reverenziale della meraviglia che conduce alla paralisi”, bensì di un museo “hands-on”, ovvero “da maneggiare”, in cui quindi gli utenti siano attivi e partecipi.
L’ateneo friulano conta oggi 10 facoltà, 28 dipartimenti, 43 corsi di laurea triennale e 48 di laurea specialistica, 20 master, 20 dottorati di ricerca, 31 scuole di specializzazione. Muove oltre 20 mila persone: 720 docenti e ricercatori, 578 tecnici e amministrativi, oltre 17 mila studenti. Dalla sua nascita ha laureato oltre 22 mila giovani. Due i processi di innovazione attuati nel 2006 e definiti dal rettore “epocali”: l’azienda ospedaliero-universitaria, esempio all’avanguardia di integrazione fra strutture sanitarie territoriali e che punta a coniugare didattica, ricerca e assistenza e la riorganizzazione degli uffici dell’ateneo, che offrirà opportunità di crescita professionale al personale tecnico e amministrativo e che promuove una visione integrata che mira al “risultato” e non solo al “mero adempimento”.
Unico punto critico, i finanziamenti. In assenza di Mussi e considerata la crisi di governo, il rettore ha rivolto il suo messaggio ad un ipotetico “Ministro Ics”, visto anche che “per oltre tre decenni il Paese ha dimostrato di non ritenere l’università strategica”. L’università di Udine incide per l’1,27% sul sistema universitario rispetto ai risultati (in base ai quali dovrebbe ricevere 84 milioni di euro), ma viene finanziata per poco più dell’1,01% (e riceve quindi soltanto 72,2 milioni di euro). “In un periodo di vacche magre – ha detto Honsell – possiamo accettare che tutti, anche le università, facciano sacrifici. Ma tanto più scarsi sono i finanziamenti, tanto più vanno ripartiti sulla base di valutazioni rigorose”. Indispensabile, dunque, valutare le università, purché “le valutazioni non siano confuse con le graduatorie, perché i confronti devono essere tra ambiti omogenei”, e che siano scelti bene gli indicatori. Perché l’università funzioni, inoltre, secondo Honsell è importante “non avere troppe leggi”, visto che “non esistono semplicistiche scorciatoie normative” per risolvere i problemi degli atenei: “La legge migliore è la più stabile, che rispetta l’autonomia degli atenei e che con semplicità regola alcune dinamiche”. Fondamentale, infine, che i giovani ricercatori, se lavorano bene, abbiano la certezza di diventare docenti. E che a tutti i livelli sia valorizzata la capacità e non solo l’esperienza.
Honsell ha poi toccato anche alcuni dei temi “caldi”. Dalla protesta del personale tecnico e amministrativo (“da due anni operiamo sul filo del rasoio per mantenere un maggiore importo del fondo accessorio rispetto ai parametri storici con cui paghiamo indennità di responsabilità e progressione economica orizzontale: stupisce e rammarica che non abbiano voluto intervenire durante questa cerimonia, nemmeno per leggere la mozione dell’assemblea, come questa aveva richiesto, evidentemente c’è stato un malinteso che risolverò incontrando nuovamente il personale”) alla questione dei lettori (“sono disponibile ad accordi sul piano finanziario per risolvere la vertenza come è stato fatto già per molto di loro nel 2002”), fino al progetto di attivazione della laurea per veterinari (“il corso è stato approvato dal comitato regionale di coordinamento e dalla conferenza dei presidi di medicina veterinaria italiani e gode dell’appoggio di numerose aziende, darà slancio alla ricerca nel settore zootecnico in regione e lancerà la vocazione internazionale del Friuli”).
Da parte del presidente del Consiglio degli studenti, Sara Rieppi, l’auspicio a perseguire la valutazione dei corsi da parte degli studenti, la richiesta di incrementare l’offerta dei servizi, con attenzione a orari di apertura di aule studio e biblioteche, numero di postazioni disponibili, servizi di segreteria. Rieppi ha sottolineato la mancanza di spazi, soprattutto al polo scientifico, che si ripercuote sugli orari delle lezioni e la scarsità di aule studio. Gli studenti hanno poi sollecitato una riflessione col Comune su viabilità e trasporto pubblico e hanno chiesto all’Ateneo un sostegno maggiore per le associazioni studentesche. Da segnalare, inoltre, che i piani di studio alcune facoltà non garantiscono i crediti formativi necessari per accedere alle Scuole di specializzazione per l’insegnamento. Due infine le richieste nell’ambito della facoltà di Medicina: la revisione del decreto ministeriale 172/2006, che blocca per almeno 14 mesi la partecipazione a concorsi per le Scuole di specializzazione a quanti si laureeranno entro marzo, e un’accelerazione dei tempi in relazione all’applicazione del nuovo contratto degli Specializzandi.
Se i finanziamenti statali scarseggiano, a dare sostegno all’ateneo udinese, come ha ricordato il rettore, ci sono gli enti locali, le banche, in primis la Fondazione Crup, le imprese e soprattutto l’amministrazione regionale. La cerimonia di inaugurazione si è conclusa con l’intervento del presidente della Regione, Riccardo Illy, che ha sottolineato il numero ancora troppo basso di laureati. “In Italia oggi solo il 40% dei ragazzi che si diploma alla scuola superiore si iscrive all’università, a fronte dell’80% degli altri paesi europei, anche di quelli entrati di recente nell’Unione. È indispensabile – ha continuato Illy – aumentare la percentuale di giovani che si iscrivono e completano l’università”. Anche per questo la Regione vuole istituire un Premio dell’innovazione nelle scuole superiori, in modo da promuovere l’università nelle scuole. Inoltre, per combattere la diminuzione del numero degli iscritti alle facoltà scientifiche, i bonus regionali per le donne che si iscrivono a Ingegneria e Scienze saranno estesi anche ai colleghi maschi. Infine, un invito all’università: “Deve identificare forme peculiari di educazione per gli imprenditori – ha sottolineato Illy – perché la maggior parte possiede soltanto il titolo di terza media”. Aumentare il livello di istruzione degli imprenditori è un intervento necessario “se vogliamo – ha concluso Illy – che le imprese assumano personale laureato”.
La cerimonia è stata completata con la prolusione del professor Frederick Mario Fales, docente di Storia del Vicino Oriente antico della facoltà di Lettere e filosofia, che ha parlato de “L’Antico Oriente nel XXI secolo dopo Cristo”. L’intermezzo è stato realizzato dagli studenti del corso di laurea in Scienze e tecnologie multimediali e del corso di laurea specialistica in Linguaggi e tecnologie dei nuovi media della facoltà di Scienze della formazione a Pordenone che hanno proposto un compendio del progetto realizzato tra il 2005 e il 2006 dal Laboratorio ReMoTe (Regia Mobile Televisiva), diretto da Marco Rossetti. Le immagini sono state tratte dalla collana di video teatrali “Teatro Incivile”, sei dvd realizzati con sofisticate attrezzature digitali di ripresa e montaggio che hanno fissato gli eventi teatrali della rassegna “’900 civile” e che sono stati distribuiti nel 2006 in 180 mila copie in tutte le edicole italiane dal quotidiano l’Unità. Infine sono stati consegnati i riconoscimenti a 11 unità di personale in quiescenza. Il tradizionale canto del Gaudeamus ha concluso la cerimonia.