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Le origini della vita: la verità del vaticano: creati o evoluti?

Redazione Controcampus 17 Ottobre 2011
R. C.
19/04/2024

Le origini della vita: cos’è la vita, siamo stati creati o ci siamo evoluti? Ecco le risposte che non ti aspettavi.

Sebbene siano trascorsi cinquecento anni dalla sua nascita, la scienza moderna non appare ancora in grado di offrire risposte esaustive. Gli scienziati non sono ancora riusciti ad epurarsi da quelle recalcitranti dicotomie concettuali che da secoli obnubilano l’idea di vita.

Cinquecento anni di lotta non sono bastati, nemmeno a porre fine all’eterno dissidio tra fede e scienza. Un dissidio tipicamente umano, che affonda le sue radici nel cambiamento d’orizzonte metodico; nell’iperbato filosofico tra metodo deduttivo e induttivo.

Le origini della vita: cos’è la vita, siamo stati creati o ci siamo evoluti? Ecco le risposte

La rivoluzione scientifica pagò a caro prezzo il suo sublime messaggio; si pensi alla morte simbolica di Giordano Bruno e all’abiura di Galileo.

Nel XIX secolo, Darwin scrisse l’Origine delle Specie e conferì sintomatico potere all’induttivismo. Fu l’inizio di un nuovo dissidio: quello tra Creazionismo ed Evoluzionismo.

Tuttavia, nel corso degli anni, sono cambiate molte cose. A cominciare dalle opinioni della scienza. Secondo Einstein ” la scienza senza religione è zoppa; la religione senza scienza è cieca”. Max Planck, padre della meccanica quantistica, sosteneva “che scienza e religione hanno bisogno l’uno dell’altro per completarsi nella mente di un uomo che pensa seriamente”.

Secondo recenti studi condotti da Antonio Lazcano, professore dell’Università Nazionale del Messico, la teoria dell’evoluzionismo fu accolta di buon grado dai Papi Pio IX e Leone XIII.

Lazcano è autore di un importante saggio dal nome Le Origini della Vita che lo ha reso il più celebre evoluzionista dell’America Latina. La sua attività di ricerca inizia nel 2009, nelle stanze degli Archivi Vaticani.

Tra rilucenti splendori in carta veneziana ed irti tabarri, Lazcano riuscì ad attingere ai carteggi dei due Papi coevi di Darwin. Lo scopo dei sui studi era verificare cosa pensasse il Vaticano, nel lontano XIX secolo, di Darwin e della scienza.

Allo scienziato sudamericano va il merito d’avere raccontato impeccabilmente l’origine di una vera e propria simbiosi epistemologica tra metodo scientifico e fede.

Ad ogni modo, la teoria dell’evoluzione in casa vaticana non è più considerata una mera ipotesi da quando Giovanni Paolo II nel 1996 l’ha proclamata solennemente parlando alla Pontificia Accademia della Scienza.

Creazionismo ed Evoluzionismo rappresentano l’essenza del dualismo teorico; due facce di un’unica medaglia. Papa Benedetto XVI, in occasione della Plenaria Accademia Pontificia delle Scienze nel 2009 ebbe a richiamare il pensiero dei suoi predecessori, Pio XII e Giovanni Paolo II, entrambi convinti “dell’inesistenza di un’opposizione fra la comprensione di fede della creazione e la prova delle scienze empiriche”.

Tuttavia, Benedetto XVI, in quell’occasione chiarì definitivamente la sua posizione, segnata da un ritorno al Creazionismo puro: ” Il cosmo non è un caos, ma un ordine fondato dal Creatore che la scienza può, progressivamente, indagare nelle leggi che lo regolano. Non sappiamo cosa vi sia all’origine dell’universo quindi è Dio”.

Al di là dell’inversione di tendenza, meritano d’essere menzionate anche le parole del Monsignor Ravasi che ha offerto una valutazione critica dell’Origine delle Specie a 150 anni dalla pubblicazione : “Scienza e Teologia rappresentano differenti campi di analisi e di interpretazione, sebbene essi vengano spesso ingiustamente sovrapposti, generando confusione e polemiche ideologiche.

La contrapposizione tra Creazionismo e Darwinismo è un’assurdità perché esistono tante prove scientifiche in favore dell’evoluzionismo. Tuttavia, non bisogna dimenticare che la dottrina dell’evoluzionismo non risponde a tutti i quesiti e non risponde soprattutto al grande quesito filosofico: da dove viene tutto?”.

Dalle parole di Ravasi è possibile scorgere una prospettiva lontana da retrogradi dicotomie concettuali e, del tutto incline al dialogo tra teologia, filosofia e scienza.

Per la prima volta dopo secolari diatribe, Vaticano e Comunità Scientifica, appaiono in un simbolico connubio. La loro unione deriva dall’impossibilità di rispondere al quesito dei quesiti cui la sola Filosofia è in grado di badare.

Tuttavia, non tutto l’ambiente scientifico ha accolto di buon grado questo avvicinamento Teologico. Si rammendano alcune polemiche sorte all’indomani delle propositive dichiarazioni del Ravasi.

Secondo l’ateo-convinto Giancarlo Biondi, docente di Antropologia all’Università dell’Aquila: “Alla teologia è indispensabile il sapere scientifico, che invece nulla può ricavare da quello teologico nella spiegazione del mondo.

Tuttavia, siamo convinti che il Vaticano non abbia accettato completamente l’evoluzionismo di Darwin, perché continua a pretendere dall’uomo una duplicità: in altre parole un’essenza biologica sotto il controllo evolutivo e un’a-biologica ( spirituale) di provenienza non evolutiva (divina). Al contrario Darwin ha sostenuto la nostra unicità”.

La logica e il calcolo delle probabilità rivelano un dato sintomatico: la scienza, nonostante i prolegomeni di Kant, non è ancora capace di dimostrare l’inesistenza dell’anima e di Dio.

In realtà, troppo spesso si corre il rischio di confondere le due realtà aristoteliche: fisica e metafisica.

Sebbene la scienza abbia subito molti cambiamenti nel XX secolo, per quanto riguarda le teorie evoluzionistiche non vi sono stati mutamenti significativi. La teoria generalmente accettata è quella Darwinista, esposta nell’opera L’Origine delle Specie nel 1859.

Tuttavia, vi sono delle teorie anteriori. Il Darwinismo ha raccolto l’eredità della teoria evoluzionistica di Lamarck: i caratteri acquisiti durante la vita erano trasmessi ai discendenti. Poi vi sono le Leggi di Mendel alla cui base v’è un’idea d’ereditarietà genetica caratterizzata dalla combinazione dei geni e del loro carattere dominante recessivo.

Riepilogando, le idee esposte da Lamark, Darwin e Mendel formano il corpo centrale dei concetti in materia di evoluzione biologica o delle specie. Invece, l’escatologia d’impronta fideista contiene teorie di spicco quali il Creazionismo e il Disegno Intelligente ( che intende dare al Creazionismo uno stile cristiano).

La vita, in senso generale, può essere definita come un sistema chimico capace di riprodursi e che attraverso variazioni e selezioni casuali diviene sempre più complesso. Dal punto di vista della scienza sperimentale creazionismo ed evoluzionismo sono inverificabili.

Le origini della vita devono essere trattate con un approccio prettamente filosofico. Tuttavia il Vaticano non crede nell’incompatibilità tra scienza e fede, ne nell’infondatezza del darwinismo.

Le origini della conoscenza affondano le proprie radici in un brioso ritmo triadico: Empirismo di Locke, Innatismo di Liebniz e Apriorismo di Kant. Percezione, intuito e logica rappresentano le fonti della conoscenza. Essi sono altresì il nucleo nevralgico intorno al quale ruota il metodo scientifico.

Questi è caratterizzato da tre ulteriori metodi: Deduttivo, induttivo e ipotetico-deduttivo. Il metodo ipotetico-deduttivo( kantiano) o metodo di verifica delle ipotesi, è una sintesi tra induzione e deduzione. Qualsivoglia teoria, per acquisire scientificità necessita di verifica.

La teoria di Darwin mostra comunanze con il metodo induttivo. La filosofia analizza il mondo del possibile e la scienza si limita al mondo di ciò che è provato. La matrice cognitiva, probabilmente, è un’ipostasi triadica di tesi, antitesi e sintesi. Non a caso il numero tre, per la cabala traspare magia.

In Nuovo Organo, Bacone sostiene che la scienza va considerata nel suo oggetto nevralgico, la natura infinita. Il suo scopo invece è l’utilità che ne deriva all’uomo. La fede nella scienza, intesa come reiezione del metodo deduttivo aristotelico, è in grado di dare le ali al pensiero.

Tuttavia, fare della scienza un effimero edificio a forma di tabernacolo, non avrebbe senso se al suo interno non vi fossero afflati di luce. L’utilità di un edificio è direttamente proporzionale alle necessità di chi vi dimora.

Nel corso della storia, l’umanità si è resa protagonista di maestose rivoluzioni, avvenute soprattutto in seguito ad importanti scoperte. Tali fronde, spesso, ne hanno accelerato l’evoluzione. L’evoluzione umana è la conseguenza logicamente prevedibile del progresso scientifico. Tuttavia, per uno strano scherzo del destino, ogni passo compiuto dalla scienza è motivo di avvicinamento tra uomo e ideologie filosofico-religiose.

Queste ultime sono alla base di ogni teoria sperimentale, anche di quella evolutiva. Per evoluzione deve intendersi il cambiamento spazio-temporale nel breve e nel lungo termine di un parametro.

Il dizionario italiano definisce l’evoluzione come lenta e graduale trasformazione delle cose, secondo certe leggi naturali, da forme basse e semplici a forme più alte e perfette.

L’evoluzione della specie è la teoria secondo la quale l’Universo avrebbe uno svolgimento unico e progressivo per causa meccanica, passando dal semplice al complesso, dall’indeterminato al determinato, mediante un incessante processo di differenziazione e d’integrazione.

Ad ogni modo l’evoluzione è un cambiamento graduale e non va confuso con la rivoluzione la cui caratteristica è, invece, l’accelerazione. Per evoluzione biologica sarebbe corretto intendere un cambiamento globale delle cose.

L’essere umano e lo scimpanzè presentano dicotomie pari al solo 1% del genoma, solo circa dieci volte di più della differenza tra due individui umani. Si stima che la differenza genetica tra questi due esseri risieda in non più di 400 milioni di nucleotidi.

Tra le principali conseguenze dell’evoluzione biologica umana si rammendano: la capacità di controllo del fuoco, la scoperta della ruota e lo sviluppo del linguaggio.

Filosofia, religione e scienza tentano di indagare sulle origini della vita. Le teorie sull’origine della vita non sono ai limiti della conoscenza ma ai limiti della filosofia. Dal punto di vista filosofico esistono due strumenti in grado di svelare l’essenza della vita: la logica e la metafisica.

La ragionevolezza impone di non scartare fino a prova contraria nessuna ipotesi, anche la più assurda. In fin dei conti soltanto dopo un’analisi attenta e metodica dei fattori, si è in grado di attribuire valore ad una teoria.

In virtù del principio in base al quale la mente umana non è in grado di creare nulla dal nulla, ossia di immaginare o rappresentare senza, prima, percepire, verrebbe spontaneo accreditare l’esistenza di Dio. Infatti, tutta la documentazione storica in nostro possesso non sarebbe altro che il segno di un incontro avvenuto in epoche remote tra l’uomo e dio.

Alla base di tutto potrebbe esserci (ipotesi fantascientifica) altresì una manipolazione genetica espletata da un Dio- alieno tecnologicamente avanzato in base alla quale la nostra specie iniziò un diverso percorso evolutivo.

Questa ipotesi, sposata dal Prof. Corrado Malanga dell’Università di Pisa, non offuscherebbe né il creazionismo né l’evoluzionismo, bensì ne offrirebbe una sintesi.

Affermare che ci siamo evoluti e che quindi non siamo stati creati, non implica l’impossibilità di contatti con Dio. D’altra parte, l’onere della prova spetta a che si dichiara popperiano.

Occorre, in altre parole, una falsificazione della teoria evolutiva neodarwinista per poterne discutere la validità.
Occorre dubitare, ergo pensare.

La conoscenza non sarebbe tanto fascinosa se non si potesse dubitare d’ogni cosa. Se l’ uomo non avesse avuto la capacità di porsi dei quesiti probabilmente oggi si sarebbe estinto.

Perciò, non esitate a dubitare, perché solo così sarete liberi!

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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