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Tracce di futuro nel nostro passato 2: Il mistero dei Teschi di Cristallo

Redazione Controcampus 10 Febbraio 2012
R. C.
29/03/2024

Nel precedente articolo di questa serie (Tracce di futuro nel nostro passato: i Maya e il 2012) abbiamo provato a conoscere i Maya e a saperne di più di questo popolo così antico e misterioso.

Teschi di Cristallo

Teschi di Cristallo

Ci sarebbe ancora tanto da raccontare e l’articolo su citato raccoglieva, in effetti, gli aspetti salienti e meno conosciuti sul mistero che avvolge il fatidico anno 2012. In attesa di ripercorrere le strade dei Maya e scoprire tanto ancora di misterioso e celato che c’è nel loro passato e nel nostro futuro, oggi ci dirotteremo, però, verso un argomento che, seppur apparentemente diverso, racchiude in sé lo stesso livello di mistero e fascino.

Tra le tante tracce che i Maya ci hanno lasciato del loro passato, c’è una profezia, che recita testualmente: “Quando i Tredici Teschi di Cristallo saranno ritrovati e riuniti, inizierà un nuovo ciclo per il genere umano, un ciclo di grande conoscenza ed elevazione”.

La questione dei Teschi di Cristallo non è molto conosciuta tantomeno c’è attinenza diretta (così sembrerebbe) con il 2012. Forse qualcuno ne avrà sentito parlare grazie alla produzione Hollywoodiana “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”, in cui, a parte la storia molto fantasy, si evince chiaro il mistero che avvolge questi oggetti di origine sconosciuta.

Siamo nel XIX secolo quando questi Teschi cominciano a comparire sulla scena. Sembrerebbe che non tutti siano ancora stati ritrovati. Ma i Maya ci hanno trasferito anche il loro “avvertimento” trasmettendo nei secoli la leggenda che avvolge i Teschi e il loro possibile ricongiungimento. Avverrà l’inizio di un nuovo ciclo quando gli uomini si saranno evoluti e saranno definibili moralmente integri (l’Equilibrio), e quindi pronti a ricevere la formula per salvarsi. Una formula potente contenuta proprio nei tredici Teschi. Quindi sarebbe auspicabile riunirli prima della fatidica data del 12 Dicembre 2012.

Fin dalla scoperta del primo esemplare in molti hanno tentato di riprodurli creando dei falsi, che, purtroppo non hanno fatto altro che screditare la leggenda.  Ma cerchiamo di capire cosa hanno di speciale e perché occorre dar peso a qualcosa che potrebbe benissimo sembrare un bell’oggetto d’arredo dalle identiche dimensioni umane.

Cominciamo col raccontare la strana storia di chi entra in contatto con questi Teschi: tutte le persone che vi si sono trovate davanti giurano che, al loro cospetto, accadono fenomeni assolutamente inspiegabili. Famoso il caso del Teschio custodito nel British Museum, il quale ha avuto non pochi problemi dall’esposizione dell’oggetto. Strane reazioni del pubblico nel trovarselo davanti: la maggior parte tende ad evitare “l’incontro”, altri restano a fissarlo per ore; c’è chi canta litanie incomprensibili, chi, invece, cade in trance. Indubbiamente situazioni scomode e misteriose. Ma c’è dell’altro. Il personale interno del museo ha sempre sostenuto che il Teschio di notte si sposterebbe, illuminandosi ed emettendo rumori. Oggi, per tale ragione, il museo è stato costretto a coprirlo con un pesante telo nero.

Pura suggestione o reale potere?  Non è così semplice dirlo. Certo è che io stesso, nell’ammirare il teschio, non ho avuto sensazioni “paranormali”, mentre mi ha colpito incredibilmente la sua bellezza e lucentezza. Ma tutti questi episodi hanno certamente dell’inquietante, che tende ad accrescere enormemente la curiosità in tanti, soprattutto perché la direzione del British Museum ha deciso poi di collocare il Teschio in un angolo poco visibile dell’area dei ritrovamenti Messicani. Se non si va appositamente alla sua ricerca difficilmente ci si imbatterà per puro caso.

Un altro Teschio famoso, forse il più famoso, è quello detto di Mitchell-Hedges, dal nome della sua scopritrice Anna Mitchell-Hedges. Pare che anche questo Teschio genererebbe reazioni contrastanti in chi lo osserva: c’è chi ne rimane affascinato, chi invece turbato. Per esempio Anna, che ebbe una tale fascinazione per il Teschio e per i riflessi di luce che emana dagli occhi che non se ne separerà per tutta la vita (ci sono testimonianze di strane e morbose relazioni tra il Teschio e il suo proprietario); il padre non ne sopportava invece la presenza, al punto tale da assumere comportamenti al limite della nevrosi. C’è poi chi lo avrebbe visto circondato da aloni luminosi, o come attraversato da riflessi di paesaggi remoti.

Insomma, anche in questo caso ci si potrebbe chiedere quale sia la verità.  Ebbene, il Teschio di Mitchell-Hedges ha, però, dell’altro di sconvolgente.  Questo Teschio, ricavato da un unico blocco di cristallo di quarzo, è stato analizzato dal laboratorio Hewlett-Packard, specializzato in quarzi e cristalli e dal punto di vista tecnico, il risultato è sconcertante: è stato definito un “oggetto impossibile”, che non dovrebbe esistere!

Ma proviamo a capire il perché di queste forti affermazioni sul Teschio di Mitchell-Hedges. Secondo gli studiosi, l’incisione è stata fatta in senso contrario rispetto all’asse naturale del cristallo. Procedimento che permette una realizzazione più fine ma allo stesso tempo estremamente rischioso, perché un colpo poco preciso potrebbe causarne la frammentazione. Gli intagliatori odierni al contrario, infatti, rispettano i piani di simmetria dei cristalli, quindi è facile pensare che non sia un lavoro recente. Analizzando accuratamente al microscopio la superficie del Teschio non sono stati individuati graffi che possano attestare l’impiego di strumenti meccanici per la levigazione. L’unica ipotesi possibile è che il manufatto sia stato sgrossato con diamanti e poi levigato con sabbia quarzifera bagnata. Ma se così fosse l’impresa è stata davvero incredibile: si calcola che un tale lavoro avrebbe richiesto fino a 300 anni di lavorazione continua! Infine, è sorprendente notare che tale oggetto sembra avere al suo interno lenti e prismi che consentono di riflettere la luce in modo particolare, quando il quarzo, allo stato naturale, non produrrebbe tali giochi di luminosità che risplendono sul Teschio di Mitchell-Hedges.

Questi Teschi conterrebbero informazioni sull’origine e il destino della razza umana, ma il mistero maggiore è forse proprio la loro origine. Non è possibile datare la manifattura, ma moltissime storie narrano di una donazione fatta dagli extraterrestri agli abitanti di Atlantide. I Maya stessi, ma anche altre popolazioni, conducono la provenienza alle Pleiadi, per essere poi donati agli abitanti di Atlantide.

C’entrano davvero questi Teschi con il nostro passato e/o il nostro futuro? Un mistero crescente, le cui risposte sembrano ancora lontane dalla concezione umana.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto