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Acqua Aliena sulla Luna? Risponde l’Astronomo Brescia

Redazione Controcampus 18 Ottobre 2012
R. C.
29/03/2024

Intervista all’Astronomo Brescia Uno studio condotto dal Dipartimento di scienze terrestri e planetarie dell’Università del Tennessee, conferma la presenza di acqua sulla superficie della Luna, proponendo una nuova e rivoluzionaria corrente di pensiero.

Secondo i ricercatori americani, le tracce di acqua presenti sul nostro satellite deriverebbero non soltanto dalle comete, ma anche dal vento solare. E’ quanto emerge da una nuova analisi spettroscopica dei campioni di roccia raccolti nel corso della storica missione che portò i primi uomini a lambire il suolo lunare.

I frammenti di roccia, infatti, sarebbero caratterizzati da una consistente presenza di H2O, le cui origini andrebbero ricercate non solo nei fenomeni pan spermici, ma anche nell’idrogeno presente nel vento solare.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Geoscience, rivela che l’idrogeno, trasportato dal vento solare, sarebbe entrato in osmosi con la superficie lunare, contribuendo in maniera catartica alla genesi delle molecole d’acqua. A rendere ancor più sensazionale la scoperta, è l’ipotesi, tutt’altro che azzardata, secondo la quale anche gli altri pianeti rocciosi del sistema solare, sarebbero stati lambiti da questo edulcorante fenomeno astronomico.

Un fenomeno che ha il pregio di conferire al Sole il rango di riserva naturale d’acqua, al pari delle comete, e al contempo l’importanza di dimostrare per l’ennesima volta l’origine extraterrestre dell’acqua, quindi, della vita.

Al di là di tutto, questa scoperta, per quanto sublime e risolutiva essa possa apparire, ci invita a far chiarezza sulle caratteristiche basilari della Luna e a porci alcuni legittimi quesiti. Quesiti che, noi di Controcampus, abbiamo deciso di porre al prof. Massimo Brescia, Astronomo Ricercatore di ruolo presso l’Osservatorio di Capodimonte e docente dell’Università Federico II di Napoli.

Prof. Brescia, che ne pensa della scoperta realizzata dai ricercatori dell’Università del Tennessee? Il Sole è davvero una riserva naturale di acqua per il Sistema Solare?

E’ statisticamente verosimile che a partire dal big bang, all’interno delle varie nebulose stellari, zone cioè di formazione di corpi celesti, particelle d’idrogeno e di ossigeno si siano mescolate, formando molecole di acqua. La nostra stella non fa eccezione, anzi! Alcune di queste molecole di acqua, localizzate nelle periferie della nube di formazione del nostro Sole, si sono solidificate, creando molecole di ghiaccio, innestatosi nei corpi celesti in formazione. Questo significa che, qualunque pianeta o satellite presente nel sistema solare contiene tracce d’acqua. E tutto questo è storia vecchia.

La novità, introdotta dalla scoperta cui Lei accennava, deriva dalla dimostrazione in laboratorio di quanto ipotizzato, che cioè il suolo della Luna sia fortemente ionizzato, ossia riveli una forte presenza di ioni di idrogeno e altre particelle, di chiara provenienza solare. Tutti sappiamo che il Sole produce calore bruciando il combustibile nucleare al suo interno. Come un motore delle nostre auto, anche il Sole ha un tubo di scappamento, che rilascia i residui delle reazioni nucleari con continue raffiche di vento irradianti particelle in tutto il sistema solare. La Terra ha il campo magnetico che fa da scudo, ma la Luna no! Essa non offre resistenza al vento solare. In realtà non si oppone neanche a qualunque altro corpuscolo che si trovi sulla sua traiettoria. Oggetti, come meteoriti, più grandi delle particelle di vento solare, che impattano quotidianamente il suolo lunare, provocano continue reazioni fra i componenti del suolo, fra cui la formazione di cristalli di ghiaccio che restano intrappolati all’interno del sottilissimo strato superficiale del nostro satellite. Questo è in sintesi il risultato ottenuto grazie alla missione Genesis della NASA, correlandolo con i dati provenienti dall’analisi del materiale raccolto dalle ormai “medievali” missioni Apollo.

Ora, da questo, affermare che la Luna sia una riserva di acqua ritengo sia alquanto prematuro e tuttora infondato. Il processo di sedimentazione dei cristalli di acqua solidificata è molto lungo, ben più di quello che porta alla formazione di stalattiti e stalagmiti nelle grotte terrestri. E la nostra tecnologia è ancora troppo giovane per ipotizzare uno sfruttamento su vasta scala dell’acqua contenuta nei corpi celesti. Ma individuare fonti extra-terrestri alternative, capendone il meccanismo, costituisce senz’altro un passo importante e imprescindibile per un futuro remoto. D’altra parte con lo spreco di acqua che facciamo ogni giorno, prima o poi dovremo trovare soluzioni al di fuori del nostro bel pianeta…

Potrebbe spiegarci quali sono le cause del black out delle comunicazioni radio che si verifica quando una sonda spaziale si muove a ridosso del lato oscuro della Luna? C’è qualcosa di misterioso nella parte nascosta del nostro satellite?

Guardi, ritengo che il lato oscuro del nostro satellite sia molto meno misterioso di quanto non sia la formulazione di un pensiero nel nostro cervello. “The dark side of the Moon”, come recita un famoso disco dei Pink Floid, è notoriamente la parte della Luna che non possiamo scrutare direttamente dalla Terra, a causa del fatto che il moto di rotazione della Luna (attorno al proprio asse) coincide con il movimento di rivoluzione del satellite attorno alla Terra. Questa coincidenza rende possibile vedere sempre e solo poco più del 50% della Luna. Quando una sonda terrestre viaggia intorno alla Luna e si trova nel cono d’ombra proiettato dalla Luna stessa rispetto alla Terra (in pratica quando la sonda non vede la Terra perché oscurata dalla presenza del satellite), la massa medesima della Luna impedisce alle onde radio trasmesse tra sonda e Terra di viaggiare liberamente. Ciò è analogo alla mancanza di segnale di un’emittente radio nella nostra automobile quando passiamo in una galleria.

Quali sono le origini della Luna? Crede che in futuro sulla superficie del nostro satellite possano davvero essere realizzate delle basi?

Parafrasando testi noti, potrei iniziare rispondendole “In Principio era il Caos…”. L’innesco della formazione dell’Universo ha provocato la formazione di un “brodo primordiale”, con continui rimescolamenti e “scontri” tra enormi quantità di particelle fluttuanti, il tutto governato dalle quattro forze fondamentali. Ciò che sembra verosimile è che, durante la formazione del nostro pianeta, miliardi di anni or sono, la Luna abbia avuto origine da un impatto tra il nostro pianeta ed un enorme asteroide, delle dimensioni circa del pianeta Marte, causando il distaccamento di una miriade di frammenti, che avrebbero poi costituito la massa lunare grazie all’effetto di attrazione gravitazionale esercitata dalla Terra. Questa almeno la più accreditata teoria, sebbene non l’unica.

Rifacendomi alla questione del lato oscuro della Luna, naturalmente, esplorare questa faccia nascosta della Luna è estremamente importante, non solo per una completa conoscenza delle caratteristiche morfologiche e chimiche del nostro satellite, ma anche in funzione di future ricognizioni del suolo lunare, al fine di individuare il luogo candidato per una base di lancio verso altri pianeti. Poter partire dalla Luna, anziché dalla Terra, sarebbe per gli astronauti estremamente vantaggioso ed economico, non dovendo vincere la gravità terrestre nei lanci spaziali. L’odierna tecnologia è quasi pronta per permettere lo stazionamento a lungo termine sul suolo lunare. Un passo in avanti in questo ambizioso obiettivo è stato assicurato dalla realizzazione della stazione spaziale in orbita terrestre. Essa costituisce un punto primario di partenza verso l’esplorazione sistematica del nostro satellite, consentendo a robot prima e a navicelle abitate dopo, di decollare agevolmente e in tempi molto più brevi verso la Luna. Non escludo che in questo secolo si possa avviare concretamente la costruzione di una base lunare, sempre che lo “spread” ed altre sciocche e fantomatiche diavolerie del mercato globale non mettano in ginocchio l’economia mondiale. Magari un giorno non tanto lontano i nostri pronipoti potranno vivere le avventure della serie “Spazio 1999” in prima persona, anche se con un secolo o due di ritardo…

 

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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