I nervi infernali fino al 14 ottobre Roma ospita la scuola di Emiliano Pellisari i cui prodotti assumono le sembianze dei dannati danteschi.
Il teatrodanza espresso nelle forme dell’ Inferno al teatro Olimpico sfugge alle categorie. Se il teatrodanza di per sè non è un genere del balletto né una corrente vera e propria, ma si è contraddistinto come un fenomeno assai complesso della coreografia del Novecento a partire dalle sue origini tedesche degli anni Settanta la cui più nota autrice è Pina Bausch, qui la scuola di Pellisari ne trae una mediazione acrobatica di grande effetto visivo.
Nel Tanz Theater vengono innestati elementi propri della danza cosiddetta moderna, della danza libera e talvolta del mimo e del cabaret. Il riferimento al teatro si rivolge perciò solo in apparenza alla “dimensione teatrale” della danza che è propria del balletto romantico. Si tratta, al contrario, del recupero di una dimensione primordiale del rapporto tra gesto e azione e tra gesto e parola.
Il teatrodanza, perciò, è una forma di danza spesso allegorica, che fa uso di simboli, fortemente animata dalla fusione tra teatro e arti figurative, e dove l’elemento narrativo è trattato in modo particolare, antinaturalistico.
La scelta dell’ Inferno permette la realizzazione di quell’ allegoria e di quei riferimenti mimici che hanno nel tema stesso degli inferi una forza perturbante che investe in pieno lo spettatore. I ballerini di Pellisari uniscono una base di danza classica alla tanz theater vissuta nel modo più acrobatico loro accessibile. L’ inferno è ballo, mimica, espressione e movimento spasmodico dei corpi, dei nervi che esprimono la costrizione esistenziale.
Mondo dove il reale e il virtuale si mescolano in un vortice di immagini sorprendenti tratte dai canti danteschi. La Performance di physical-theatre ricorda il talento Emiliano Pellisari coreografo che unisce studi di teatro ellenistico fino alle invenzioni meccaniche rinascimentali.
Quale Ideatore di “No Gravity” e “Comix”, spettacoli realizzati per riaccendere il fantastico seicentesco, fatto di invenzioni meccaniche e trucchi ottici, Pellisari lascia lo spettatore tra lo stupore di una realizzazione armonica ed espressione del bello e la curiosità delle incognite crescenti che il vedere i corpi danzanti volare innescano.