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L’appello del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e di Adiantum

Redazione Controcampus 15 Ottobre 2012
R. C.
25/04/2024

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e Adiantum, che recentemente si sono recati in visita presso la cooperativa Lilium per verificare i recenti esposti sulla comunità da parte dell’avvocato Francesco Miraglia per reati connessi a droga e abusi sessuali, l’interrogazione parlamentare dell’on.

Rita Bernardini e altre segnalazioni, hanno lanciato un appello alla politica e alle autorità affinché si risolva velocemente la situazione dei ragazzi “detenuti” nella cooperativa psichiatrica per minori Lilium di San Giovanni Teatino.

In seguito alla visita, infatti, i responsabili delle associazioni nutrono il forte sospetto che i maltrattamenti di cui era stata accusata l’ex cooperativa Cearpes e che avevano portato alla sua chiusura stiano continuando anche nell’attuale comunità. Inoltre non è ancora chiaro se ci sono dei procedimenti in corso sugli ex operatori o dirigenti della ex cooperativa Cearpes e che ora lavorano alla Lilium, in particolare l’attuale direttore della comunità.

 

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha presentato un esposto denunciando quanto è stato possibile osservare durante la visita che non è stata per nulla soddisfacente. L’atteggiamento dei responsabili della comunità è apparso omertoso e conflittuale e non è stato possibile visitare tutta la struttura e vedere tutti i ragazzi e le attività. Ma i responsabili della comunità hanno ammesso di ricevere ben 400,00 Euro al giorno. E nonostante tutti questi soldi spesi abbiamo visto dei ragazzi chiusi nelle loro stanze con 4 ragazzi per stanza in due letti a castello, senza comodini, armadi, libri, computer; ragazzi completamente sedati che al pomeriggio vanno a fare un sonnellino dopo mangiato come i bambini dell’asilo. Una ragazza molto esile e magra che non appena è stata aperta la porta ha tentato subito di scappare e che tirava i capelli alla psichiatra che l’aveva presa per farsi liberare senza neppure avere la forza di gridare. Ma il silenzio opprimente che regnava sovrano e che ti entrava nelle ossa è stata la cosa che tutti i visitatori si sono portati via. Dov’erano i ragazzi che giocavano, scherzavano, facevano attività ricreative? Regnava un silenzio surreale e una sensazione di apatia, non certo di recupero della voglia di vivere.

 

“Purtroppo abbiamo dovuto assistere a queste scene senza poter far nulla. Ma lanciamo un appello alle autorità affinché intervengano velocemente per verificare la situazione di questi ragazzi,” ha dichiarato Silvio De Fanti del CCDU. “Non è possibile tollerare una situazione in cui per 400 Euro al giorno dei ragazzi vengono “parcheggiati” in una struttura che assomiglia molto ai manicomi che in passato abbiamo visitato negli anni ’90 e che invece di occuparsi concretamente dei ragazzi mantiene una responsabile del marketing. A cosa serve una responsabile del marketing? Perché ammettono candidamente che alcune situazioni sono spesso senza speranza e non cercano invece di aiutare i ragazzi ad avere una speranza? Credo che perderei le speranze anch’io in un luogo del genere.”

 

La delegata di Adiantum e consigliere comunale di Trento Gabriella Maffioletti, che si sta occupando della comunità in seguito alle segnalazioni sulla comunità da parte di alcuni ragazzi di Trento, ha confermato lo stato delle cose rappresentato in questo sintetico comunicato. “Come delegata di Adiantum devo dire che comunità dedicate al recupero dei minori in situazioni di disagio e difficoltà sociale, devono assolutamente rispondere agli standard ottimali improntati alla qualità, efficienza e funzionalità cui devono ispirarsi gli enti, soprattutto Onlus come in questo caso, che svolgono funzioni dirette al soddisfacimento e al raggiungimento di finalità di reale recupero sociale. Non è questo il caso della cooperativa Lilium, struttura non solo degradata come ambiente nel suo insieme di habitat residenziale, ma soprattutto nell’ambito socio-assistenziale e sanitario in genere che ho trovato preoccupante per l’impatto sicuro di invasività e di totale contrasto in ordine ai diritti inviolabili dei cittadini. Quel poco che ho visto, come semplice osservatore, mi ha rimandato un’immagine di struttura “lager” dove regna un’omertà sovrana, dove i ragazzi pare siano dei chiari strumenti per foraggiare un sicuro volume d’affari e dove ogni uomo e ogni donna a conoscenza di questa realtà dovrebbe nel suo semplice ruolo impegnarsi per tirar fuori da lì questi ragazzi.”

 

Si fa notare il fatto che nessuno dei dirigenti della cooperativa Lilium era presente alla conferenza nonostante il nostro invito. Al loro posto si sono presentate alcune hostess, probabilmente dipendenti di un’agenzia di marketing, che hanno distribuito ai giornalisti una cartellina molto ben curata e probabilmente anche molto costosa ma piena di banalità, accuse puerili e riferimenti presi in modo confuso dal web, e anche alcune cantonate, tipico atteggiamento di chi avendo la coda di paglia per difendersi getta fango sulla controparte. Dove hanno preso i soldi per effettuare quest’azione di marketing?

 

Mentre l’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena ci ha informati degli esposti che ha presentato nei confronti della comunità psichiatrica per minori su segnalazione di alcuni ex ospiti della comunità.

Le osservazioni principali denunciate nell’esposto sono le seguenti:

 

.        Locali adibiti a uffici e accoglienza del pubblico fuori norma con soffitti di altezza di circa 2,00 metri e una trave ad un’altezza di circa 1,70 metri.

.        Nessuna attività ricreativa, educativa, di formazione professionale, didattica, riabilitativa, ecc. in atto per tutta la durata della visita. Locali e attrezzature per tali attività palesemente inutilizzati da tempo.

.        Locali, strutture, stanze, generalmente sporchi, squallidi, poco arredati, inadatti per un recupero di persone con disagi psichici.

.        Ragazzi e ragazze chiusi a chiave nelle loro stanze per tutta la durata della visita (circa 3 ore). Alte recinzioni per impedire ai ragazzi di uscire. Porte degli alloggi e porte esterne chiuse a chiave.

.        Ragazzi e ragazze pesantemente sedati, tristi, intimoriti.

.        Ragazzi che dormivano di primo pomeriggio in locali angusti, senza lenzuola e cuscino.

.        Stanze dei ragazzi senza comodini, apparecchi musicali, armadi, librerie, ecc.

 

Ci auguriamo che le autorità si occupino velocemente della vicenda. Non possiamo attendere i tempi delle inchieste parlamentari e della procura. Prima ancora di un problema penale è un problema di civiltà, decenza e di tutela della salute e non possiamo permettere che nel 2012 dei ragazzi vengano tenuti in quelle condizioni.

Fonte foto

 

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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