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I vaccini salvano la vita: il parere del Prof. Vincenzo Barnaba

Redazione Controcampus 17 Novembre 2012
R. C.
25/04/2024

Ecco perchè sono importanti e perchè i vaccini salvano la vita: il parere del Prof.

Vincenzo Barnaba.

Alla fine del mese di Ottobre, Il Ministero della Salute ha annunciato il ritiro di 2 milioni e 350mila dosi di vaccino antinfluenzale della compagnia olandese Crucell e di 500.000 dosi della Novartis, due delle più importanti case farmaceutiche europee. Nel corso di ordinari controlli di sicurezza, le due aziende, infatti, hanno avuto modo di constatare l’esistenza di un difetto di produzione in alcuni lotti di tali vaccini.

Così, il Ministero della Salute e l’Agenzia del Farmaco hanno deciso di ritirare l’intera produzione a scopo precauzionale, evitando di esporre la popolazione italiana, destinataria dei lotti, ad inutili e deleteri rischi.

L’inatteso ritiro dei vaccini da un lato ha rallentato la già precaria campagna vaccinale, dall’altro, ha ingigantito i timori e le titubanze degli italiani. Infatti, a distanza di qualche giorno dal comunicato del Ministero, in Italia si è riacceso il dibattito, mai sopito, sull’efficienza del sistema sanitario e sulla reale importanza dei vaccini.

A smorzare i toni della nascente querelle sono stati, in ordine cronologico,  il Ministro della Salute Balduzzi e Vincenzo Barnaba, Presidente della Società Italiana Immunologia Clinica e Allergologica ( SIICA). Per Balduzzi, il ritiro dei vaccini fa da cartina al tornasole dell’efficienza del sistema sanitario italiano: “I vaccini sono estremamente controllati – tranquillizza il Ministro-. I controlli sono ferrei e quando si rileva un problema, le aziende ritirano non solo i lotti sospetti, ma l’intera produzione. E’ una misura precauzionale che viene sempre adottata, quando si individua anche solo un minimo rischio”. Del medesimo parere è stato il Prof. Vincenzo Barnaba, docente di Medicina Interna presso l’Università di Roma “La Sapienza” e Presidente della SIICA, il quale in un comunicato stampa ha cercato di recidere le titubanze degli italiani, ribadendo  l’importanza nevralgica dei vaccini. Desiderosi di comprendere al meglio il senso della querelle, abbiamo deciso di contattare proprio il Prof. Vincenzo Barnaba.

Professore potrebbe renderci edotti sulle reali ragioni della querelle e sul sistema di controllo dei vaccini?    

“Va prima di tutto ribadito che l’influenza stagionale può costituire un grave problema medico, in particolare per soggetti ad alto rischio come ad esempio le persone anziane ed i malati cronici: in questi gruppi di popolazione è dimostrato in maniera inequivocabile che il vaccino anti-influenzale riduce le complicanze e la mortalità  in modo significativo. Quindi, nel nostro comunicato, avevamo espresso la nostra preoccupazione che la vicenda relativa ad alcune delle preparazioni di vaccino influenzale avesse potuto provocare un effetto negativo sulla campagna di vaccinazione e più in generale sull’uso dei vaccino nel nostro Paese. Va ricordato che ogni lotto di vaccini prodotto è sottoposto a rigorosi controlli dalle istituzioni del Ministero della Sanità, in particolare dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che controllano e verificano l’assenza di difetti di qualità sui lotti commercializzati: garanzia di qualità!

Per quanto riguarda il caso specifico, questo selettivo e preciso screening ha permesso che i lotti di vaccino risultati non-conformi agli standard qualitativi della farmacopea non sono entrati in uso e non sono stati somministrati ad alcun paziente. Prova del buon funzionamento dei sistemi di controllo e della qualità dei prodotti commercializzati è che è stato rimosso il divieto di utilizzo del vaccino, che, ribadiamo ancora, rappresenta il trattamento di prima linea nella prevenzione dell’influenza e nel controllo della diffusione della malattia nella popolazione, aumenta le probabilità di non ammalarsi o di ammalarsi meno gravemente e senza complicanze. Sono convinto che l’opinione pubblica debba essere informata dei reali avvenimenti ed essere assicurata, senza strumentalizzazioni, che possono tradursi in un danno per i cittadini causato non da una preparazione vaccinale al di sotto degli standard qualitativi accettati, ma da una diminuzione dell’uso del vaccino antiinfluenzale e più in generale della prevenzione vaccinale.

I vaccini rappresentano uno degli strumenti più importanti di medicina preventiva, contribuendo a migliorare la salute dell’uomo. Nel mondo occidentale sono scomparsi flagelli quali la difterite, la poliomelite o il vaiolo, che colpivano in mo spesso grave decine di migliaia di persone soltanto nel nostro Paese. Malattie come il tetano o la meningite da Haemophilus influenzale tipo b, meningococco C o pneumococco (altro flagello in era pre-vaccino), sono ormai rarissime. Sono scomparse, tuttavia, anche malattie come la parotite, il morbillo e la rosolia, che provocavano gravissime sequele ogni anno in decine di bambini prima delle vaccinazioni di massa. Il vaccino anti-epatite B ha ridotto quasi totalmente nel nostro Paese i casi di infezione da Epatite B, che provocava endemie e conseguenze gravissime come cirrosi e tumore del fegato.

Voglio ricordare che non vi è alcuno studio che scientificamente dimostra che i vaccini siano dannosi, ma al contrario gli studi seri dimostrano che significativamente proteggono e salvano la vita, con i risultati che ho già ribadito sopra. I movimenti anti-vaccini (soprattutto nei paesi occidentali) basano le loro argomentazioni su opinioni scientificamente non dimostrate o su pubblicazioni fraudolente. Emblematico è stato il caso della violenta campagna contro la vaccinazione anti-morbillo, parotite e rosolia, dopo un lavoro uscito sulla prestigiosa rivista Lancet (Wakefield et al 1998), che legava l’uso di questa vaccinazione all’autismo pediatrico. Il risultato di questa campagna è stato la drastica riduzione di tale vaccinazione che ha portato ad un incremento della diffusione delle malattie correlate con decine di morti in paesi come il Canada e la Svizzera. Un paio di anni fa questo lavoro è stato ritrattato ed è stato dimostrato che quella ricerca era stata condotta in maniera disonesta e non etica!”.

Ad ogni modo, i controlli di sicurezza sui vaccini anti-influenzali, in un certo senso hanno avuto il pregio di evidenziare sia l’efficienza dei sistemi di sicurezza aziendali, sia la professionalità e la competenza del Ministero della Salute. Questo evento, quindi, dimostra che la logica del capitalismo aziendale non sempre prevale sulle esigenze dei consumatori. I cittadini italiani possono star tranquilli. Il ritiro a scopo precauzionale dei vaccini dimostra, in maniera evidente, che in una società liberale e democratica come la nostra, il diritto alla salute viene prima di ogni altra cosa.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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