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Galantuomini: Film e Trailer – Intervista a Edoardo Winspeare

Redazione Controcampus 29 Gennaio 2013
R. C.
29/03/2024

Intervista al regista Edoardo Winspeare.

Una telefonata. Dall’altro lato della cornetta una voce che, con inaspettata disponibilità, mi fissa un appuntamento per un’intervista.

Dopo i successi di Pizzicata, Sangue Vivo e Il Miracolo, il suo ultimo film, Galantuomini,  tra melò e noir, narra l’amore impossibile tra un giudice, Ignazio, (interpretato da Fabrizio Gifuni) e una boss mafiosa, Lucia, (interpretata da Donatella Finocchiaro) sullo sfondo di un Salento dilaniato dalle violenze della Sacra Corona Unita, nascente nei primi anni ’90. Premo il tasto rec di un vecchio registratore.

Edoardo Winspeare unico regista, che è stato in grado di far conoscere a livello nazionale forme, suoni e aspetti del Salento, paradossalmente ha un cognome che di Salento ha ben poco.

Il mio cognome sicuramente non è Protopapa, Cazzato o Greco (cognomi tipicamente salentini, nda). Però uno è di un posto non perché ha il sangue di un posto, ma perché ha respirato la cultura di quella terra, ci ha vissuto da quando è bambino. La mia famiglia pur non essendo salentina di sangue, vive qui da più generazioni. Io difendo molto la mia salentinità. Per me il culto del microcosmo, che è il Salento, è dare dignità al territorio in cui vivo. Esprimersi in dialetto o in inglese o in italiano è nei miei film come dichiarare la complessità del mondo. A me piace molto cambiare da una lingua all’altra. Significa accettare che l’uomo è una creatura complessa e bellissima.

Ha mai toccato con mano nella sua infanzia o adolescenza il mondo violento che descrive nel film?

No, proprio no! (breve risata) No, però ad un certo punto della mia vita ho deciso di guardare quello che succede accanto a me. Ho tenuto dei corsi di cinema, per esempio, nel carcere minorile per tre mesi, ho lavorato con donne agli arresti domiciliari, mogli di affiliati alla Sacra Corona Unita. E per me era incredibile! Mi sembra strano che un uomo che parla la nostra lingua, che è “tantu buneddha” (molto carina, nda) faccia queste cose. E invece è così!

Chi sono i galantuomini?

I Galantuomini sono quelli che si comportano bene, come ad esempio il magistrato del mio film (Gifuni), che si comporta bene fino ad un certo punto e poi fa una stupidaggine. Ma non solo. Galantuomo è colui che ha il coraggio di ammettere il proprio fallimento. Poi tutti gli altri sono i non-galantuomini. Il film potrebbe essere chiamato anche “Non è un paese per Galantuomini”, con significato ironico.

Il film parte da una sua indignazione personale e quindi possiamo definirlo un film di denuncia?

Il film è una storia d’amore sullo sfondo della lotta…

Mi scusi, ma quindi vuole narrare una storia d’amore in uno scenario criminale o le vicende della Sacra Corona Unita romanzate attraverso la storia d’amore?

È decisamente una storia d’amore. È la vicenda tra una donna criminale e un uomo di legge. Mi interessava raccontare il dramma, il dilemma shakespeariano di un giudice che deve scegliere se stare dalla parte della legge o seguire il cuore. Semplicemente questo. Poi mi interessava anche esplorare un mondo sconosciuto, quello della Sacra Corona Unita. Ho frequentato giudici, ho conosciuto De Castris e Cataldo Motta, che sono procuratori anti-mafia. La mafia da noi sembra una cosa strana. Lampu! (espressione tipicamente salentina, denotante sconcerto, nda) Noi siamo mafiosi? Più che denuncia, il mio è studio del fenomeno, per capire che tipo di mafia è la nostra. Sicuramente è senza basi popolari. Qui ci sono dei balordi che hanno capito che per fare soldi bisognava organizzarsi. E il livello è molto basso e quindi pericoloso, perché ci sono poche intelligenze criminali e molti stupidi. Però il mio film è una storia d’amore. – Dice Edoardo Winspeare –

Nel produrre il film non aveva timore che Lucia diventasse l’ennesima eroina di un filone che, da Il Padrino, mitizza la figura del mafioso?

Mah, sai…intanto lei è l’unica intelligente, però è cosciente di stare circondata da maschi stupidi. Questi sono un po’ puerili, quindi tutto fuorché la figura mitica del boss.

Fino ad ora la donna inserita in un contesto mafioso, non aveva mai avuto un ruolo centrale (al contrario di Lucia), ma era sempre “la moglie di…” o “la sorella di…”, subordinata quindi al potere maschile. Perché non si è mai sentito parlare di donne-boss all’interno della Sacra Corona Unita?

Lucia non è propriamente un boss, ma la luogotenente di un boss che sta in Montenegro. Poi io ho scritto la sceneggiatura per un film e quindi un po’ di licenze ce le siamo concesse. Volevo raccontare la storia di una bandita, di una lupa, una donna capace d’affetto per il figlio e amore per il magistrato, ma anche di spietatezza. – Continua Edoardo Winspeare – Esistono donne così. Non se ne parla molto, ma ci sono. La Sacra Corona Unita è una mafia recente: ci sono molti uomini che quando vengono arrestati sono subito pentiti. Quindi i boss, le poche figure criminali serie, si fidano di più delle loro mogli, delle loro donne, che dei maschi.

Nel film il giudice si compromette per amore. Lucia forse no. E allora qual è il confine tra legge scritta e legge morale?

Beh…il confine è la coscienza. Io credo che ognuno di noi abbia dentro sia il bene che il male ed è proprio la coscienza che ti fa soppesare il momento in cui decidi come comportarti. Il confine non è mai netto. I miei personaggi non sono mai tutti buoni o tutti cattivi. – Continua Edoardo Winspeare – Anche nei cattivi, ad esempio, c’è tenerezza, c’è pietas. Sono puerili e nel loro infantilismo c’è anche affetto.

Stando al finale del film, alcuni critici le attribuiscono una visione rassegnata. Ma il suo è un reale pessimismo? Crede sia impossibile un cambiamento?

La visione che ha un regista non bisogna evincerla solo da un film, ma da tutta una serie di lavori che ha fatto. Ad esempio in Sangue Vivo vedevo molto che il Salento poteva risorgere anche grazie al recupero della propria identità, della propria cultura. E in questo film, in primis muoiono tutti i mafiosi, si ammazzano tra di loro e Lucia capisce quanto siano ottusi. Se vogliamo, il messaggio può essere: “Ragazzi, quanto è stupida e assurda questa vita! O si finisce ammazzati o in prigione…” – Dice Edoardo Winspeare –

Da dove nasce la scelta di far recitare i suoi attori in dialetto anziché in italiano? Non aveva timore che ciò potesse rappresentare un limite per gli spettatori italiani?

Io sono interessato all’autenticità. Da noi la gente parla in dialetto o con l’accento salentino. Ho scelto delle persone che avevano anche delle facce giuste. Se avessi fatto parlare Carluccio (uno degli uomini di Lucia), che è di Muro Leccese, in italiano, ti assicuro che sarebbe stato molto poco credibile. Se tu prendi lu Cici Cazzato o lu Carmine Grecu (nomi propri tipicamente salentini, nda), de Maje, de Muru, de Cutrufianu e li faci cuntare in italianu (di Maglie, Muro, Cutrofiano, paesini in provincia di Lecce, e provi a far parlare loro la lingua italiana, nda)…sembra strano. Non funziona! – Conclude Edoardo Winspeare –

E ora non possiamo far altro che aspettare il prossimo film di Edoardo Winspeare, sperando che continui a raccontare ancora la bellezza e le contraddizioni di una terra straordinaria come il Salento.

Guarda il trailer di Edoardo Winspeare.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto