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25 novembre 2013 sciopero contro femminicidio e violenza

Antonietta Amato 21 Novembre 2013
A. A.
16/04/2024

Il 25 Novembre è la giornata delle Donne, contro il contro femminicidio e la violenza di ogni genere e sorta contro il genere femminile Il 25 Novembre, mezza Italia si ferma, Sciopero Generale, uno sciopero non solo di ogni settore dalla scuola ai lavoratori ma che riguarda sopratutto le donne.

Uno sciopero per fermare la cultura della violenza e il femminicidio!

Il 25 novembre su tutto il territorio nazionale sciopero contro le violenze secolari subite e che ancora subiscono in ambito lavorativo e privato.

Dopo l’appello lanciato in rete e centinaia di firme raccolte, la manifestazione nazionale prenderà forma il prossimo 25 novembre, in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza di genere proclamata dall’Onu. A lanciare l’iniziativa dello sciopero in Italia le giornaliste Barbara Romagnoli e Adriana Terzo, e Tiziana Dal Pra, presidente del centro interculturale Trama di Terre.

Personaggi noti quali i giornalisti Riccardo Iacona e Loredana Lipperini e il leader della Cgil Susanna Camusso hanno aderito all’iniziativa. “Con loro – spiegano le organizzatrici – ci sono responsabili di centri antiviolenza, attiviste di Amnesty International, scrittrici, professioniste, casalinghe, insegnanti, madri, direttrici di banca, consigliere comunali, amministratrici e impiegate.” Senza distinzione di classe e orientamento politico le donne si riuniscono per dire ”No alla violenza di genere”.

In virtù di tale iniziative Lunedì 25 novembre è stato indetto uno sciopero della Scuola. 

Possibili disagi anche nella aule scolastiche dove il regolare svolgimento delle lezioni potrebbe non essere garantito. 

A scuola i sindacati del settore hanno invitato tutti coloro che vogliano partecipare alla mobilitazione e allo sciopero a recarsi sul posto di lavoro con ”un indumento rosso” per manifestare contro la violenza con le donne.

Lo sciopero è stato inizialmente indetto dai lavoratori precari della pubblica amministrazione e ha visto l’immediata partecipazione anche dei dipendenti a contratto impiegati nelle scuole. Parte della mobilitazione e sciopero verrà sostenuta dalle donne che lavorano nel settore pubblico. A protestare con lo sciopero saranno sia i dipendenti del settore pubblico che quelli del privato. Alla mobilitazione hanno aderito ufficialmente anche i sindacati USI, SLAI Cobas e SISA. (Saranno i dirigenti scolatici a comunicare eventuali variazioni d’orario alle famiglie degli studenti tramite apposite circolari d’Istituto) .

L’ufficio stampa del Ministero dell’Istruzione ci fa sapere che non ci sono comunicati ufficiali per lo sciopero del 25 novembre. I Ministri non si sono pronunciati in merito. L’adesione da parte del Ministero non poteva avvenire in maniera collettiva ma tramite adesioni individuali. La loro risposta è stata: ”Molto probabilmente ogni donna – lavoratrice nel Ministero deciderà di prendere parte o meno allo sciopero”. Inoltre si sono detti impossibilitati nel darci un’adesione ufficiosa all’iniziativa, nonostante sia ovvia ”la giustizia ideologica dello sciopero di lunedì 25 novembre’‘. Insomma sembra che tranne che per gli ambienti di riflessione politica e più specificamente quelli femministi o sindacali l’iniziativa si fondi sulle adesioni individuali e delle associazioni anti-violenza.

Lo sciopero è stato organizzato via web tramite la pagina Facebook ”Iniziativa città per città” e il sito scioperodonne. Per aderire allo Sciopero delle donne e degli uomini basta mandare una mail, con nome, cognome e città di provenienza, come associazione o individui.

Sul sito leggiamo il manifesto dell’iniziativa ‘Le parole che vogliamo’ che le liste delle adesioni individuali e collettive. A partecipare saranno le tantissime associazioni femministe nazionali e collettivi politici e non che si sono detti favorevoli all’iniziativa.

Ecco gli spunti e riflessioni delle partecipanti allo sciopero. Manifesto delle Donne : Cosa Vogliamo!

  • “Case delle donne” in ogni città gestite dalle donne, di denuncia e di lotta, con servizi gratuiti di avvocati, medici, psicologi, scelti dalle donne.
  • Interventi immediati contro i maschi denunciati per violenze, stalking, molestie sessuali.
  • Via dai posti di lavoro, da posti istituzionali chi esercita molestie, violenze sessuali, mobbing.
  • Divieto di permanenza in casa di mariti, conviventi, padri, denunciati per violenze sessuali.
  • Procedura d’urgenza nei processi per stupro efemminicidi; Si alle parti civili di organizzazioni di donne.
  • Patrocinio gratuito per le donne.
  • Classificazione dello stupro tra i reati più gravidel sistema penale.
  • Semplificazioni e procedure d’urgenza per cause di separazione/divorzi, con patrocinio gratuito.
  • Divieto dell’uso del corpo femminile a fini pubblicitari e dell’uso sessista del linguaggio.
  • Abolizione nelle scuole e università di testi sessisti, con contenuti discriminatori, via i professori che li propagandano.
  • Lavoro per tutte le donne – trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari.
  • Reddito minimo garantito a tutte le donne, la dipendenza economica non sia di ostacolo alla rottura di legami familiari.
  • Pari salario a pari lavoro.
  • Divieto di indagine su condizione matrimoniale, maternità, orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti.
  • Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le donne immigrate.
  • Abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro.
  • Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al reddito minimo garantito.
  • Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione dell’obiezione di coscienza e gratuità degli interventi e delle strutture, consultori laici gestiti e controllati da donne.
  • Socializzazione/gratuità dei servizi domestici;
  • Asili, sanità, servizi di assistenza per anziani, ecc.

Per aderire contattare il sito anchioscioperodonne questa la mail[email protected]

Le aderenti si dicono convinte che solo un’azione forte possa indurre il nostro Paese a una riflessione seria sulle relazioni tra i generi, sul potere e le sue dinamiche di sopraffazione. Lo sciopero generale e generalizzato del 25 novembre contro il femminicidio dovrà servire a ridare peso alla politica delle donne e offrire un segnale chiaro e inequivocabile, riconoscendo che solo una cultura antirazzista, antifascista e non sessista può produrre un nuovo modo di pensare e vivere le relazioni fra i sessi.

La critica viene fatta al modus pensandi dell’italiano medio che continua a vivere nel retaggio di una cultura maschilista, sessista, trasversale e occulta. Ma soprattutto all’ incuranza della totalità del paese di fronte alla violenza esplicita.

Una donna uccisa ogni due giorni non è una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella società civile -si legge- Lucia, Antonella, Maria Grazia sono state ammazzate dall’ex fidanzato, dal marito e dal compagno. Misure soltanto repressive non sono la soluzione del problema perché il femminicidio non ha natura emergenziale, ma sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche, che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno“.

”Quanta disumanità nel non voler vedere l’ immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creatività, il ruolo multiforme delle donne” dicono le organizzatrici. Per questo lo sciopero delle donne consisterà nel ”FERMARSI”. Madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

FERMARSI PER 24 ORE da tutto quello che normalmente una donna fa. Non ci sarà distinzione. Le donne che ogni giorno da madri, da casalinghe, da lavoratrici, fanno il proprio lavoro, che non è determinato da contratti ma dagli obblighi spesso non retribuiti a cui la società le costringe, il 25 novembre si fermeranno lasciando l’Italia senza le sue forze più importanti, cariatidi della società: LE DONNE.

© Riproduzione Riservata
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Antonietta Amato Studentessa alla facoltà di Economia, è entrata nel mondo del giornalismo giovanissima. Ha partecipato in qualità di direttrice ad un progetto che prevedeva la diffusione locale di un giornale prodotto completamente da ragazzi, i cui proventi sono stati devoluti interamente all’Unicef . Animata anche dalla passione per la scrittura, si è diplomata con una buona media al liceo classico, si è iscritta alla facoltà di economia e gestisce un’attività commerciale, ma continua a coltivare il sogno di poter lavorare un giorno in un’azienda che faccia dell’informazione apartitica la sua capacità distintiva. Il suo compito a Controcampus prevede la risoluzione di tutte le questioni relative alla organizzazione amministrativa, gestione utenze presso la testata: sarà ben disponibile a dare ai nostri collaboratori tutte le relative informazioni. Leggi tutto