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Come mettere i guanti sterili: per utilizzarli in maniera corretta

Redazione Controcampus 14 Maggio 2020
R. C.
19/04/2024

Istruzioni e tutorial che spiega come mettere i guanti sterili in lattice, monouso o riutilizzabili: come indossarli, utilizzarli, e inserirli in maniera corretta, per prevenire il contagio e difendersi dai batteri del Covid 19 e non solo.

In lattice, in plastica, monouso o riutilizzabili, è fondamentale capire bene come indossare i guanti sterili per non contaminarli e per non rischiare il contagio da Coronavirus, e da altri batteri. Ne abbiamo parlato con la dottoressa V.S, farmacista che ci ha aiutati a capire in quali casi vanno messi i guanti e, soprattutto, come si fa per indossarli in maniera corretta.

L’uso dei guanti è abbastanza contestato. Rispetto alle mascherine, che sono obbligatorie per tutti, c’è chi ritiene che sia uno spreco portarli, e che vadano conservati per i professionisti sanitari che ne hanno bisogno e che, spesso, non ne trovano.

C’è chi, al contrario, ritiene che sia fondamentale indossarli per bene, e igienizzarli con cura.

Insomma, qualunque sia l’idea prevalente, è fondamentale capire come fare a mettere i guanti sterili in lattice, monouso e riutilizzabili, e come igienizzarli. Ma non basta. L’importanza della igienizzazione delle mani e dei dispositivi di sicurezza è essenziale per la prevenzione delle infezioni trasmissibili, soprattutto negli ambienti ospedalieri e di cura. Esiste, infatti, anche una procedura che OSS, infermieri e altri professionisti conosco bene, su come inserire e rimuovere le protezioni nel modo giusto. Ci sono una serie di errori da evitare nel loro utilizzo per essere protetti e non vanificarne, quindi, la loro destinazione d’uso. Vediamo insieme tutti i dettagli.

Come mettere i guanti sterili: come si indossano quelli in lattice monouso e riutilizzabili

Possono essere molteplici le situazioni che prevedono l’utilizzo dei DPI, dispositivi di sicurezza individuale, che nel linguaggio internazionale sono identificati come PPE Personal Protective Equipment. Il corretto utilizzo di questi strumenti è fondamentale per tutelare la salute e la sicurezza di chi li usa, e non solo. Per fare chiarezza su questo aspetto, in particolare su come indossare i guanti sterili, abbiamo intervistato una professionista, esperta del settore.

A rispondere alle nostre domande è la farmacista V.S. Come scegliere i guanti da indossare e in che modo selezionare il materiale? Quai sono le differenze? “Come per tutti i DPI, esiste, naturalmente, una lunga serie di tipologie di guanti. Ne esistono in vari materiali (ad esempio in lattice, nitrile, vitrile, polietilene) che possono essere scelti anche in base a eventuali irritazioni/allergie. Quelli in nitrile e vinile sono più resistenti, spessi e durevoli, mentre quelli in lattice sono biodegradabili. Nell’uso ospedaliero possono essere sterili o non sterili. E’ importante scegliere guanti sterili, perchè svolgono la funzione di protezione del paziente. Essi rappresentano una barriera efficace, purché si osservino alcune buone pratiche fondamentali.” – dichiara la farmacista –

Chi deve mettere i guanti sterili, in particolare? “Dovrebbe indossare sempre i guanti chi opera in particolari contesti lavorativi, per esempio il personale addetto alle pulizie dei locali, alla ristorazione o al commercio di alimenti e chi in generale maneggia generi alimentari. A questi si aggiunge ovviamente tutto il personale sanitario, per cui i guanti sono indispensabili, e chi in generale offre assistenza ospedaliera o domiciliare a malati.”– sottolinea la farmacista.

Cosa, fare, allora, prima di mettere i guanti sterili e durante il loro utilizzo? “Nononostante l’utilizzo dei guanti, è importante continuare ad eseguire una frequente igienizzazione delle mani, lavandole con acqua e sapone o con le soluzioni disinfettanti. Il lavaggio deve essere accurato e durare almeno 60 secondi”.- specifica V.S.

Come indossare e come togliere i guanti bene ed evitare contagi

Alla dottoressa, inoltre, abbiamo chiesto come mettere e togliere bene i guanti, per proteggersi da eventuali contagi. “Innanzitutto, bisogna estrarre dalla confezione sterile i guanti che utilizzeremo, evitando la contaminazione degli altri. Afferrare il primo guanto per il risvolto, sollevare con il pollice e l’indice cercando di toccarlo il meno possibile; a questo punto indossare il guanto tirandolo sulla mano toccando sempre sul risvolto. Non aggiustare la posizione del guanto sulla mano finché non si è indossato l’altro guanto. Prendere quindi il secondo guanto stringendo la parte interna ed esterna del risvolto e indossarlo come descritto sopra. Tira il risvolto di entrambi i guanti in direzione del polso in modo da coprire quanta più pelle possibile e fissare i guanti”.– Ci fa sapere la farmacista –

Una volta capito, come mettere i guanti sterili, la domanda sorge spontanea. Come bisogna toglierli in maniera corretta e perchè è così importante? “E’ fondamentale rimuovere correttamente i guanti monouso, per ridurre il rischio di diffusione di batteri o virus sulla pelle nuda o sulle superfici circostanti. Dal momento che la superficie esterna  dei guanti è potenzialmente contaminata, non bisogna toccarla mai. Qualora lo si facesse inavvertitamente, provvedere a igienizzarsi le mani con i gel ad hoc o a lavarsi bene le mani, il prima possibile”.

“Si procede a sfilare il primo guanto aiutandoci con l’altra mano: pizzicare con indice e pollice un lembo del guanto vicino al bordo (quello che sta verso il polso), sollevarlo e infilarci il dito medio (della stessa mano utilizzata da indice e pollice), quindi tirare leggermente, ruotando la mano del primo guanto. Dunque, fare lo stesso con l’altro guanto/altra mano in modo reciproco. Tirare verso l’interno, a sé, le due mani, facendo appunto “forza” con i due medi: facendo scivolare tutte le altre dita, i guanti si sfilano capovolgendosi. In questo modo ci assicuriamo che entrambi i guanti siano al rovescio e che eventuali sostanze contaminanti non vengano a contatto con le mani nude. Si gettano i guanti nel cestino dei rifiuti: non vanno mai riutilizzati”.

Istruzioni per come mettere i guanti sterili e toglierli in maniera corretta

Vediamo, dunque, in elenco le istruzioni di come mettere e togliere bene i guanti sterili, con gli errori da non fare:

  • Prelevare dalla confezione sterile i guanti che utilizzeremo, evitando la contaminazione degli altri.
  • Afferrare il primo guanto per il risvolto, sollevare con il pollice e l’indice cercando di toccarlo il meno possibile. Indossare il guanto tirandolo sulla mano toccando sempre sul risvolto.
  • Prendere quindi il secondo guanto stringendo la parte interna ed esterna del risvolto e indossarlo come descritto sopra.
  • Tira il risvolto di entrambi i guanti in direzione del polso in modo da coprire quanta più pelle possibile e fissare i guanti.
  • Per rimuoverli, sfilare il primo guanto aiutandoci con l’altra mano: pizzicare con indice e pollice un lembo del guanto vicino al bordo (quello che sta verso il polso), sollevarlo e infilarci il dito medio (della stessa mano utilizzata da indice e pollice) ,quindi tirare leggermente, ruotando la mano del primo guanto.
  • Fare lo stesso con l’altro guanto/altra mano in modo reciproco. Tirare verso l’interno, a sé, le due mani, facendo appunto “forza” con i due medi: facendo scivolare tutte le altre dita, i guanti si sfilano capovolgendosi.

Quali errori non bisogna mai commettere? “I guanti monouso sono utilizzabili una sola volta e vanno smaltiti correttamente dopo che ce ne siamo serviti. Il riutilizzo ne compromette l’utilità annullandone l’efficacia, perché una volta usati non sono più sterili. I guanti vanno quindi cambiati dopo ogni singolo utilizzo, o comunque quando si sporcano. Il loro scopo è di impedire che il virus che tocchiamo entri in contatto con il nostro corpo: se quindi con i guanti ci tocchiamo occhi, naso o bocca che sono vie privilegiate per l’ingresso del virus nell’organismo, ne annulliamo l’effetto. Inoltre, prima di indossarli e dopo la rimozione bisogna, sempre, lavarsi le mani. E’ importante, poi, scegliere la giusta misura. Non devono essere troppo stretti ,altrimenti rischiano di rompersi, né troppo larghi, perchè riducono la destrezza e rischiano di non isolare correttamente le mani”– conclude la gentile dottoressa.

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto