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I nuovi padri: chi sono e quanto sono diversi dal passato

Redazione Controcampus 3 Dicembre 2011
R. C.
28/03/2024

Nella pubblicità di questi ultimi anni troviamo una figura maschile nel ruolo di padre potenziale, scarsamente aderente alla realtà.

Un giovane uomo riceve, dalla sua compagna, la notizia che diventerà padre.

Lo si vede quindi alla ricerca di pennelli e barattoli di vernice e successivamente indaffarato a dipingere un locale in azzurro.

Finito il lavoro, l’inquadratura si allarga e si vede che il locale imbiancato è un garage pronto ad ospitare la nuova auto.

Due giovani passeggiano per lo shopping, ad un tratto lei si ferma dinanzi ad un negozio dove si vendono corredini per neonati, lui si sente tremare le ginocchia e impallidisce, riprendendo colore solo quando si rende conto che l’interesse della ragazza non è per corredini e poppatoi, ma per le scarpe rosse della commessa.

Due ragazzi visitano un alloggio vuoto, forse sono alla ricerca di una casa, la ragazza entra in una delle stanze e guardandosi intorno come a misurare ad occhio pareti e spazi, chiede a lui: “Sai che cosa possiamo fare di questa stanza?” Lui la guarda tra il sorpreso e il terrorizzato e non sa come rispondere, mentre la musica di sottofondo evoca ninne nanne e carillon. Lei prosegue ”Abbattiamo quel muro, chiudiamo la finestre e facciamo una grande cabina armadio”. Lui riprende fiato e sorride.

I nuovi padri: chi sono e quanto sono diversi dal passato, dallo spot alla vita

In tutte e tre gli spot pubblicitari ciò che viene messo in evidenza è il terrore che lui prova all’idea di diventare padre, e conseguentemente, al pensiero di dover far fronte a nuove responsabilità. Se invece ci guardiamo intorno, non si sono mai visti tanti giovani padri condividere con i loro figli anche piccolissimi, esperienze, giochi e quotidianità. Non è un caso che sia nato un termine come “mammo”, brutto neologismo coniato dai giornalisti, come nota Maurizio Quilici (2010) nel suo volume, Storia della paternità. Dal pater familias al mammo, Fazi Editore, Roma.

In America, già negli anni ’60 e in Italia, all’inizio degli anni ’90, emergono, nel comportamento maschile, nuovi comportamenti, che indicano una evoluzione in atto, ed è una grande rivoluzione poiché si tratta di un nuovo tipo di rapporto che si va instaurando tra padre e figli. È noto a tutti che abbiamo alle spalle secoli in cui i padri iniziavano a stabilire una relazione effettiva con i figli quando questi erano ormai ampiamente “svezzati”, e stavano per entrare nel mondo della scuola. Oggi invece i nuovi padri hanno imparato ad occuparsi dei bambini anche piccolissimi, non disdegnando di cambiare pannolini, di fare bagnetti e somministrare biberon preparati con cura e attenzione alle dosi e alle temperature.
“Nascono”, piano piano, i “nuovi padri”, o “mammi” come li chiama la stampa: uomini più estroversi, più pronti a farsi carico dei figli e dei loro problemi, più capaci di esercitare la parte femminile che è in ogni maschio” (Ibidem: 492).

I nuovi padri e l’inizio dei loro rapporti con i figli

“(…) un femminismo duro e radicale, la diffusione del lavoro femminile aprono in famiglia e nel rapporto con i figli spazi che per antica tradizione erano appannaggio esclusivo delle donne. Spazi ai quali l’uomo si affaccia prima timidamente, poi con sempre maggior vigore e convinzione, fino a scoprire che essere padre non basta, si può anche fare il padre; non solo ridursi a incarnare il principio di autorità o a contribuire economicamente al sostentamento della famiglia ( e neppure a indirizzare i figli ai futuri impegni nella vita); la paternità è anche arricchimento, maturazione comune, gioia, scoperta. E ancora tenerezza, empatia, vicinanza fisica e mentale, calore, odore, incontro di sguardi, carezze.

Alcuni tratti sintomatici della paternità di una volta – come il sostegno economico e il ruolo di intermediario fra la società e la famiglia – sono oggi ridotti, mentre ne emergono altri storicamente del tutto nuovi. La fisicità, per esempio. Gli uomini di una volta erano atterriti dalla sola idea di maneggiare un neonato, e se non lo erano ci pensava l’universo femminile a tenerli rigorosamente a distanza. Ora i padri amano toccare, sentire, stringere il corpo dei figli. È un cambiamento da tenere in gran conto, poichè attraverso il contatto fisico passano messaggi molto importanti e la tenerezza espressa anche con il corpo rafforza a tutti i livelli la relazione” (Ibidem:491.)

I nuovi padri e l’istino materno

Sull’istinto materno, sul fatto che la donna sia strutturata dentro e fuori per essere madre tutto si sa, ma non altrettanta informazione avevamo circa il “cervello paterno”. L’interessantissimo volume di Louanne Brizendine, 2010, Il cervello dei maschi, Rizzoli Editore, Milano, segue di pochi anni il suo omologo, Il cervello delle donne, stessa autrice e stesso editore italiano. In quest’ultimo viene ampiamente esaminata l’organizzazione del cervello maschile, mediata dagli ormoni che attivano alcune zone del cervello, quando si prepara a diventare padre e quando si trova a doversi confrontare direttamente col nuovo nato. I bambini dalla nascita richiedono cure assidue e continue e a questo scopo Madre Natura ha forgiato un legame biologico praticamente indissolubile fra genitori e bambino: è come se agitasse la sua bacchetta magica sul cervello dei genitori, facendoli innamorare perdutamente del loro piccolo. Gli scienziati sanno che i circuiti cerebrali che si erano attivati quando i genitori si sono incontrati e innamorati l’uno dell’altra sono gli stessi che si sono attivati per assicurare al nuovo nato la presenza e le cure dei genitori. Le frecce di Cupido erano imbevute di potenti sostanze neurochimiche come la dopamina e l’ossitocina e, proprio come nell’amore di coppia, il legame fra i circuiti cerebrali del neonato e quelli dei genitori viene rafforzato dal contatto pelle a pelle e dal fissarsi reciprocamente gli occhi e il viso. I ricercatori hanno dimostrato che il viso di un bambino, con le sue guance morbide e gli occhi grandi, attiva in un settimo di secondo la zona particolare del cervello che determina l’istinto parentale (idem: 114-115)

I nuovi padri e il ruolo con la madre: quanto sono diversi

Quindi padre e madre sono biologicamente predisposti ad accogliere in tutti i sensi la nuova creatura, ma papà e mamma sono diversi nel loro rapporto col figlio.

Louanna Brinzedine, ci descrive con grande efficacia come un neonato poco dopo la nascita, conosce già la differenza tra mamma e papà….Papà ha la voce più profonda, mamma mani più morbide e parla come se cantasse. Perfino nel buio della notte sa quale genitore si china sulla sua culla per occuparsi di lui… Per i padri è difficile competere con il forte e biologico legame d’affetto esistente tra madre e neonato: all’inizio il bambino è più legato al genitore che possiede appetitosi seni pieni di latte, e le intense e piacevoli sensazioni dell’allattamento al seno rafforzano ulteriormente il legame della mamma col bambino.(L.Brizendine, Il cervello dei maschi:118)

Il discorso sarebbe lungo per elencare differenze, somiglianze tra ruoli e comportamenti materni e paterni nei riguardi del bambino, ma ciò che è importante sottolineare è che il padre e la madre sono dotati di precise competenze che possono proficuamente concorrere alla crescita e all’educazione dei figli, tuttavia i ruoli devono essere ben precisi, complementari e non sovrapporsi, a scapito della crescita del bambino e del suo equilibrio emotivo.

Di fronte a questa rivoluzione di rapporti, nata anche dalla necessità di fronteggiare la situazione, anche questa, abbastanza nuova di una donna sempre più spesso lontana da casa per questioni di lavoro, occorre riflettere su aspetti positivi e negativi. Che pure esistono in una situazione simile a quelle descritte e che a primo acchito sembrerebbe solo positiva.

Maurizio Quilici, nel suo Storia della paternità, a pgg. 492-493 scrive: “Felicemente in via di estinzione il padre-padrone, il mammo è l’eccesso opposto. Ma attenzione: quanto preoccupa – e giustamente – molti psicologi non è tanto l’aspetto dell’accudimento paterno, che ha fatto propri molti comportamenti tradizionalmente della madre. Cambiare pannolini o spingere una carrozzina, preparare una pappa o accompagnare i figli a scuola non intacca certo il modello maschile di padre.
Quello che invece comporta dei rischi è l’aspetto sommerso, inconscio della “maternizzazione” paterna. Una vera e propria mutazione psicologica della quale non possiamo non preoccuparci. Penso per esempio, al senso del possesso nei confronti dei figli, tipicamente femminile e oggi, per la prima volta anche paterno. Penso al senso di protezione, conservazione, vicinanza che è sempre stato materno laddove compito del padre era quello di spingere i figli verso la vita, con i suoi rischi e la sua durezza. Oggi non è più così: padre e madre sono pienamente concordi nell’evitare ogni difficoltà ai figli, nell’esaudire ogni loro desiderio, nel “risparmiare” loro il momento dell’allontanamento e nel tenerli avvinti a sé. Col risultato di avere in casa perenni ragazzi che a trent’anni e passa non nutrono alcun desiderio di una vita autonoma, perché mamma e papà pensano a tutto. Peccato che essi non siano eterni e che un giorno quei giovani saranno essi stessi genitori difficilmente in grado di insegnare a vivere ai propri figli”.

Il pericolo che si corre oggi è proprio quello che i nuovi padri perdano le caratteristiche maschili per imitare la figura materna, di cui possono essere solo la brutta copia, o comunque solo una copia abdicando a quello che è il loro compito preciso nell’ambito dell’educazione del figlio. La madre è colei che svolge il ruolo di soddisfazione di bisogni primari come la nutrizione, la cura fisica e costituisce il primo oggetto di attaccamento il che porta alla creazione di una relazione di stretta dipendenza.

Il rapporto col padre prevede tutt’altra funzione. Esso ha un carattere ludico e tutto ciò che il padre fa per il bambino dovrebbe avere questo tratto, al fine di favorire l’esplorazione dell’ambiente da parte del bambino, il contatto con il mondo esterno e il progressivo distacco del bambino dalla mamma. Compito del padre inoltre riguarda l’aspetto dello sviluppo sociale del bambino, che entra a far parte del mondo che lo circonda con regole precise, via via insegnate dal padre e che devono essere rispettate nel rapporto con la società.

Alessandro Bertirotti

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto