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Intervista a Pablo Ayo: “I Rettiliani derivano dai Dinosauri”

Redazione Controcampus 20 Novembre 2012
R. C.
16/04/2024

Secondo Dave Wood, portavoce dell’Association for Scientific Study of Anomalous Phenomena (Assap), l’ufologia sarebbe destinata ad annegare nei fiumi dell’oblio.

Intervista a Pablo Ayo

In un’intervista concessa al Daily Telegraph, Wood ha affermato che fra circa dieci anni gli studi inerenti ai fenomeni extraterrestri rappresenteranno soltanto un triste e sbiadito ricordo.

L’associazione britannica per gli studi scientifici sui fenomeni inspiegabili, infatti, ha avuto modo di constatare e registrare una leggera involuzione: “L’interesse per l’argomento -spiega Wood- sta andando scemando e le prove che ci aspettavamo di trovare non si sono mai presentate” L’ufologia, dunque, sarebbe sul viale del tramonto.

Secondo gli esperti dell’Assap, le cause andrebbero ricercate tanto nel calo degli avvistamenti ufologici e dell’interesse per il fenomeno, quanto nella riemersione della corrente di pensiero filo cospirazionista. Sarà vero? Speriamo di no.

La storia degli extraterrestri affonda le sue radici nevralgiche nel famigerato ed indimenticato Caso Roswell. Gli storici del settore appaiono concordi nel conferire all’evento accaduto nella cittadina del New Messico, il rango d’incidente ufologico più importante e, allo stesso tempo, documentato dell’epoca moderna. Un incidente, avvenuto nel lontano 1947, che il Governo Statunitense decise di ottenebrare nei fiumi dell’oblio, celandone ogni amara e sconcertante verità. Ad ogni modo, sebbene siano trascorsi quasi 70 anni, questo evento continua a ricoprire un ruolo a dir poco catartico e ad ispirare ed appassionare tutti i moderni storici dell’ufologia.

In un certo senso, è verosimile affermare che l’ufologia moderna sia nata dalle enigmatiche ceneri di Roswell. Ceneri che, a detta degli esperti, sarebbero state prodotte dalle fiamme ardenti di un Ufo precipitato misteriosamente nel deserto. Al di là dell’importanza simbolica del caso Roswell, è necessario ricordare che negli ultimi 60 anni sono stati documentati ben 150.000 eventi inspiegabili. Eventi per i quali la comunità scientifica non sembra essere in grado di fornire spiegazioni convenzionali.

Per oltre mezzo secolo, il mistero degli ufo ha assunto le sembianze di un vero e proprio tabù. Durante questa epoca oscurantistica, molti Governi ne hanno negata l’esistenza, sferrando una dura e repentina lotta alle eresie. Soltanto a partire dagli anni 90, l’interesse ufologico è ritornato alla ribalta. L’enigma dei cerchi nel grano e l’incremento degli avvistamenti ufo hanno rispolverato l’atavico retaggio extraterrestre, appassionando un esercito di giovani assetati di conoscenza anti-convenzionale.

Così è nata la moderna ufologia. Dopodiché, il sublime ed etereo sodalizio instaurato tra internet e gli ufologi, pionieri di verità nascoste, ha generato, negli ultimi anni, una nuova e catartica fonte di conoscenza. Una conoscenza libera, genuina, indomita ed eretica capace, talvolta, d’istruire ed evocare i salvifici spiriti del dubbio. Un edulcorante motore gnoseologico che, tuttavia, sembrerebbe destinato a scomparire ed a lasciare il posto al neo-cospirazionismo.

Desiderosi di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi, abbiamo deciso d’intervistare il Dott. Pablo Ayo, il più noto studioso  italiano di ufologia. Giornalista, scrittore, ricercatore, docente d’informatica, è editore del mensile online strangedays e fondatore del Centro Ricerche Stargard per i fenomeni soprannaturali. Ma Pablo Ayo è anche un noto personaggio televisivo: da anni cura una rubrica sugli avvistamenti ufo nel programma Mistero di Italia 1.

 Lei è uno dei più importanti esperti italiani di ufologia. Da diversi anni cura una rubrica sugli avvistamenti Ufo nel programma “Mistero” di Italia 1. E’ giornalista, scrittore e docente d’informatica. Nel Suo ultimo libro, “La Grande Onda”, affronta, con uno stile letterario davvero notevole, un argomento molto interessante: Il sogno collettivo di un’onda gigante che distrugge e purifica il mondo. Il fulcro nevralgico dell’opera alberga nell’evoluzione delle coscienze degli uomini, ormai maturi ed “inconsciamente consapevoli” della necessità di un cambiamento epocale. Potrebbe parlarci dell’Era dell’Onda? Secondo Lei, si tratta davvero di un’onda d’acqua?  

“Il mio libro parla del sogno collettivo della Grande Onda, fatto da migliaia se non da milioni di individui nel mondo.

Svolgendo alcune indagini sono arrivato alla conclusione che un qualche tipo d’intelligenza sta comunicando con noi tramite i sogni, specialmente questo sugli tsunami. È un sogno archetipico che ci incita a non dormire ma a lavorare per trasformare il mondo in un posto migliore, prima che la natura reagisca al perenne avvelenamento dell’uomo e spazzi via la nostra civiltà tecnologica ormai priva di valori e di etica. Un avvelenamento del pianeta che non riguarda solo l’inquinamento, ma anche e soprattutto la pessima qualità dei nostri pensieri ed emozioni: anche questi inquinano come e più dei combustibili fossili. Non si tratterà comunque solo di un’onda d’acqua, ma anche di onde elettromagnetiche provenienti dal Sole, che probabilmente muteranno le nostre frequenze cerebrali e forse anche il nostro DNA”.

Lei è autore di “Alien Report”, un libro sensazionale ed avvincente che ha il pregio di riportare le immagini, le testimonianze ed i documenti raccolti nel corso di ben 70 anni di storia parallela alla nostra; dai contatti extraterrestri di Hitler ai misteri dell’area 51, passando per l’enigmatica descrizione di Nibiru, il Pianeta X. Tuttavia, Alien Report affronta anche un’altra tematica davvero molto interessante: quella dei rettiliani. Negli ultimi tempi, il popolo del web (in particolare gli youtubiani) sembra mostrare particolare interesse per il fenomeno. Un interesse che talvolta sfocia in diversi video, dal contenuto piuttosto equivoco, nei quali si tenta di evidenziare un fenomeno a noi del tutto ignoto, ovvero quello delle metamorfosi ibride. Potrebbe renderci edotti sul fenomeno dei rettiliani?   

“Per rettiliani si intenderebbe una razza di esseri non umani dalle fattezze simili alle lucertole, alti dai due ai tre metri, dotati di una tecnologia più avanzata della nostra. Molti rapporti di rapimenti alieni e di incontri ravvicinati parlano di questi esseri, che però non definirei esattamente extraterrestri. Difatti l’ipotesi più accreditata è che essi siano originari di questo pianeta, anzi sarebbero una mutazione dei dinosauri. Grazie alla loro tecnologia sarebbero sopravissuti al disastro che causò l’estinzione dei dinosauri, rifugiandosi nelle viscere della terra, dove ancora oggi vivrebbero in basi profondissime. Tuttavia dubito che realmente alcuni rettiliani vivano tra di noi in forma “camuffata”, come sostengono alcuni autori, come David Icke per esempio. Questa idea nasce dal fatto che spesso i rettiliani hanno mostrato ai testimoni incredibili capacità mimetiche e di trasformazione, ma da qui a ipotizzare che anche il nostro vicino di casa sia rettiliano, è un po’ troppo”.

Le teorie di George Adamski, contattista ed ufologo polacco di fama mondiale, hanno condizionato in maniera a dir poco emblematica il retaggio storico ed iconografico del fenomeno extraterrestre. Adamski dichiarò a chiare lettere che gli alieni erano umanoidi, abitavano sulla Terra da molto più tempo di noi e desideravano prendere contatto i principali capi di Stato, compreso il Vaticano. L’ufologo Timothy Good ricorda che Adamski fu il primo a sostenere che gli alieni avevano stretto una sorta di connubio con l’apparato militare statunitense. In seguito, questa tesi fu ripresa anche dal contattista italiano Eugenio Siragusa. Qual è la Sua opinione in merito alle tesi avanzate da Adamski e Siragusa? Gli Alieni sono già qui?

“Gli alieni di cui parlavano Adamski e Siragusa (ahimè entrambi scomparsi), erano di tipo nordico, cioè simili agli umani, anzi quasi indistinguibili da noi, con fattezze spesso caratterizzate da bell’aspetto, statura alta, capelli biondi e occhi azzurri. Questa razza visiterebbe la terra forse già da parecchio tempo, c’è chi ipotizza addirittura che in un remoto passato siano stati presi per angeli. Di sicuro l’interferenza dei nordici è di vecchia data, l’ammiraglio dell’US Navy Richard Byrd sembra li incontrò in una base nel polo sud, e gli dissero che ci controllavano da secoli. Affermazioni simili vennero fatte anche dai nordici pleiadiani al contattista svizzero Billy Meier negli anni ’70. Però, i contatti di questa razza con i governi non furono improntati sullo scambio, come avvenne ad esempio con gli alieni di tipo grigio: i nordici anzi redarguirono gli USA e l’URSS avvisandoli di non usare le armi atomiche, gli consigliarono di disfarsi dei loro armamenti nucleari. Si dice che avrebbero tentato di contattare anche Papa Giovanni XXIII, ma la notizia non è confermata”.

Che differenza c’è tra un alieno umanoide e Fetonte? In fin dei conti, se l’alieno è colui che vien dall’alto o dagli inferi, attraverso quale forma di discernimento gnoseologico questi può non essere accostato ad un angelo o ad un demone? Quanti tipi di alieni esistono? E’ verosimile ipotizzare che gli alieni siano i nostri “Fratelli Maggiori”?

“Domanda difficile: da diversi studi, come ad esempio quelli di Erich von Däniken o del nostro bravissimo Mauro Biglino, è congetturabile che in passato alcuni visitatori extraterrestri siano stati ritenuti Dei del cielo o in certi casi anche demoni. La differenza vera è che gli alieni sono esseri in carne ed ossa, anche se sfruttano tecnologie che ce li fanno apparire “superumani”. Tuttavia il loro scopo e la loro missione sembrano dettate da motivi pratici, reali. Entità realmente spirituali, come angeli o demoni, sarebbero invece caratterizzati da mezzi eterici e motivati da fini puramente etici (o disetici). Ma nell’Antico Testamento leggiamo che il Dio degli eserciti voleva conquistare dei territori, e che reclamava per sé l’oro e l’argento… Comportamenti difficili da conciliare con il Dio proclamato da Gesù di pura luce e bontà. Comunque non tutti gli alieni hanno mete così materiali, c’è anche chi sembra animato da buone intenzioni e apparentemente ci vuole aiutare”.

Che cosa accadrebbe se le tesi di Pablo Ayo, Corrado Malanga, Leo Zagami e David Icke si rivelassero esatte? Come reagirebbe, secondo Lei, l’umanità? Ordo ad Chao:  è più giusto vivere in un “caos calmo” oppure assaporare il reale “ordine” della verità? 

“In molti mi domandano cosa succederebbe se emergesse a livello di dominio pubblico la realtà del fenomeno UFO. Il problema è che questo fenomeno è legato a filo triplo con la religione, il nostro concetto di evoluzione e con la tecnologia. Apparentemente, la tecnologia che usiamo tutti i giorni, come quella dei computer e dei cellulari, sarebbe stata copiata da apparecchi presenti all’interno di alcuni dischi volanti precipitati e poi recuperati in gran segreto da America e Russia. Inoltre la notizia che gli alieni esistono, e che alcuni di loro hanno influenzato la nostra storia, la nostra biologia e la nostra religione per secoli, potrebbe facilmente innescare in alcune regioni del mondo dei disordini inimmaginabili. Probabilmente non tutti sono pronti all’impatto di una simile notizia, ma è necessario che la gente cominci a prepararsi, perché prima o poi arriverà”.

L’ufologo Russo Boris Shurinov, in un’intervista del 1998, dichiarò di essere a conoscenza di un rapporto redatto dal Kgb relativo alle osservazioni ufologiche fatte dall’aviazione militare sovietica. L’autore del “Paradosso del XX secolo” sosteneva che tra aerei militari in volo ed ufo vi fosse una sorta di legame. Gli Ufo sono pericolosi?  Secondo Lei, quale delle seguenti ipotesi è più paradossale: credere che gli Ufo siano di origine aliena? Oppure, credere che gli oggetti volanti non identificati siano aerei militari?

“Stando alla casistica, gli UFO non attaccano mai gli aerei di noi umani, a meno che non si tratti di aerei militari che hanno aperto il fuoco per primi. Anche così, comunque, la casistica parla di non più di 5 o 6 aerei militari abbattuti in 70 anni, e nella metà dei casi i piloti sono sopravvissuti. Se fossero ostili, ce ne saremmo accorti, e le cifre sarebbero state davvero più agghiaccianti. Ad ogni modo, russi americani e anche i cinesi sono in possesso di UFO precipitati e probabilmente hanno creato dei prototipi top secret di manifattura umana”.

Per gli alchimisti, il vitriol (vetriolo) non era soltanto l’agente corrosivo che faceva sciogliere la materia prima in modo da renderla adatta alle successive purificazioni che avrebbero generato la Pietra Filosofale, ma era anche una parola magica. Infatti, la parola “vitriol” indica un noto apoftegma ermetico “Visita interiora terrae rectificando invenies occultum lapidem” che tradotto significa “Visita l’interno della Terra e purificandoti troverai la Pietra nascosta”. In un interessantissimo articolo, intitolato “Agharta il Regno Sotterraneo”, Lei sostiene che all’interno della Terra potrebbero risiedere le razze antidiluviane. Secondo Lei, questi antichi progenitori sono davvero esistiti oppure la loro storia è una pura invenzione letteraria? Che cosa ne pensa della Teoria della Terra Cava?

“La teoria della terra cava è da perfezionare: non credo che realmente il centro della terra sia vuoto, i rilevamenti sismografici lo escludono. Però non è esclusa l’esistenza di un vasto reticolo di grotte e gallerie, disposte negli strati più profondi della crosta e del mantello litosferico, dove una antica civiltà avrebbe potuto trovare rifugio da alcuni cataclismi e decidere in seguito di rimanervi. Stando ad alcune ricerche, gli Agartiani probabilmente esistono davvero, anche se le prove sono scarse e frammentarie. Si tratterebbe di un popolo antichissimo che avrebbe influenzato tutte le filosofie e le religioni del mondo, a conoscenza del reale meccanismo di funzionamento della vita sulla terra e della reincarnazione della coscienza. Uscirebbero allo scoperto solo tra la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Se è davvero così, speriamo di non vederli tanto presto”.

Cosa ne pensa delle Università italiane e del precariato giovanile?

“Il problema delle università italiane fondamentalmente è il loro completo distacco dal mondo del lavoro, che le rende strutture obsolete e non pienamente formative, assolutamente non al livello del resto della comunità Europea. Le aziende di spicco nel 90% dei casi trovano i loro specialisti all’estero: o perché più preparati, o perché costano meno, o perché si tratta di strutture in compartecipazione con aziende e capitali esteri. Il problema è che lo Stato per primo dovrebbe emanare dei provvedimenti che tutelino e valorizzino le industrie locali e il reddito prodotto in Italia, mentre il potenziale umano e tecnologico italiano viene svilito per mera sudditanza verso capitali esteri o semplicemente per miopia politica.

In tale contesto, le nostre università diventano barconi galleggianti diretti verso un nessun dove, brulicanti di una ciurma demotivata (gli studenti) e di capitani stile Achab (i docenti), i quali, non avendo più un punto di rotta preciso da seguire (il mondo del lavoro), diventano per la stragrande maggioranza dei filosofi della propria materia, arrampicandosi in inutili speculazioni teoriche e costringendo i propri studenti a fare lo stesso, decurtandoli così delle poche chances che avevano di inserirsi nel mondo lavorativo. Ad ogni modo il problema del precariato nasce de facto dallo Stato, che è il primo a non mettere in regola, quando può evitarlo, il proprio personale, e non specifica né mette a punto strategie tutelative nei confronti dei lavoratori per mera sudditanza verso le grandi aziende e i loro capitali, che troppo spesso sono offshore o comunque non forniscono allo Stato le entrate che dovrebbero. Questo comportamento negli anni ha prima penalizzato e poi decapitato le piccole e medie imprese, che erano state il motore pulsante dell’economia italiana fin dagli anni ’50. Speriamo che le cose cambino, e in fretta”.

Il leitmotiv delle parole espresse da Pablo Ayo tende a riecheggiare una tesi a dir poco rilevante: il fenomeno ufo è legato a filo triplo con la religione, il nostro concetto di evoluzione e con la tecnologia. L’osmosi tra scienza e fede, dunque, non può e non deve rappresentare un tabù. Porsi dei quesiti sulle origini della vita umana o sugli scopi dei nostri luminescenti visitatori, in realtà, è un diritto sacrosanto. Un diritto che, a dispetto delle tesi avanzate da Wood, difficilmente si dirigerà sul viale del tramonto. L’umanità non smetterà mai di cercare la verità. Ai posteri l’ardua sentenza.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto