Woofing: unisce il bisogno di chi ama la natura e vive in città, chi ama gli animali ma non può averne, chi vuole vivere in contatto col verde ed è costretto al grigiore della metropoli.
Il woofing permette di immergersi in ambienti incontaminati e di partecipare alla loro conservazione fornendo aiuto e manodopera.
In piena logica low-cost: se amate la natura e non vi spaventano vacche e arnesi da lavoro? se siete pronti a conoscere nuove persone e nuovi luoghi, perchè non fate woofing?
La sigla woofing è l’acronimo inglese di World Wide Opportunities on Organic Farms. L’origine di questo sistema però è tedesca: il woofing nasce in Germania nel 1971 dalla volontà di far collaborare gli agricoltori biologici con i volontari a conoscere meglio questa realtà. Si può offrire il proprio contributo in ogni parte del mondo: in cambio di 4-6 ore medie di lavoro giornaliere si ottiene vitto e alloggio. Questo permette di avere tempo libero per rilassarsi ed esplorare i dintorni. Il lavoro non è retribuito, trattandosi come detto di volontariato: a volte viene richiesto un piccolo contributo per servizi aggiuntivi. Generalmente non sono richieste competenze specifiche e quindi l’esperienza è un’occasione per apprendere come coltivare la terra, curare piante o fiori e realizzare prodotti naturali. Si tratta di un’esperienza costruttiva specialmente per chi vive nelle grandi città, lontano dalla campagna.
Il woofing è oggi un’organizzazione internazionale quindi è anche una possibilità di entrare in contatto con altre culture. In Africa ad esempio tramite attività di woofing è possibile imparare a costruire case di fango o sistemi di irrigazione. Data la sua diffusione la richiesta da parte di volontari, soprattutto per alcuni Paesi, è molto alta per ci in genere è consigliabile contattare le farm ospitanti con almeno un mese di anticipo. Solo alcune richiedono un periodo minimo di permanenza. Se viaggiate con bambini verificate che la farm abbia le strutture indicate per ospitarli. Se volete iscrivervi vi basta inserire i propri dati sul sito e pagare la quota annuale di 30 dollari american
Ora l’associazione è presente in moltissimi paesi nel mondo, e conosce un successo crescente: per quanto riguarda il panorama italiano trovate tutte le informazioni utili sul sito di WWOOF Italia , ma per sapere come muoversi al meglio in territorio europeo date un’occhiata anche a WWOOFing in Europe , anche perché ci sono variazioni in merito a iscrizioni e organizzazione da paese a paese.
In questo senso è necessario sapere che per fare WWOOFing si deve fare riferimento al paese ospitante: occorre dunque essere membro di WWOOF Italia se si desidera intraprendere un’esperienza nel nostro paese oppure membro di WWOOF China per avventurasi nel continente cinese, e cosi via.
Le realtà sono le più diverse si va dalle 1500 fattorie circa dell’Australia a universi molto più contenuti come le 44 fattorie della Repubblica Ceca. Le testimonianze di WWOOFer sono ormai moltissime, e provenienti dagli angoli più sperduti del pianeta: navigando in Rete si trovano tantissimi video che presentano esperienze estremamente diverse tra loro.
Riportiamo l’ esperienza di Enrico, stanco del metropolitan-style, di una vita monotona e degli eccessi del vivere cittadino, ci racconta come per lui sia stato illuminante lasciare le solite ‘comodità’ per abbracciare almeno qualche volta l’anno uno stile più semplice.
“Ho cambiato stile di vita trasferendomi in un meraviglioso luogo tra le colline tipiche della Toscana. Ma prima di me, nove anni fa, lo hanno fatto i proprietari della tenuta dove adesso condividiamo la nostra scelta. In questi anni ho avuto modo di abbattere tutte le abitudini che io chiamo “abitudini di falsa comodità”, riprendendo contatto con la natura, la semplicità. Ho scoperto in me attitudini che non conoscevo o che, per forza di inerzia, facevo finta di non conoscere. Le due colonne portanti di questa tenuta sono una coppia, Costabile e Maria, che hanno avuto un grande coraggio, spinti da la voglia di ricreare un ambiente ricco di stimoli, per svestirsi di tutta quella superficialità che l’uomo moderno ha prodotto. Il nostro pianeta ha bisogno di persone che possono educare il prossimo a prendere consapevolezza che è necessario dare uno stop all’eccesso di consumismo”